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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pd Roma, la rivoluzione degli ex presidenti: da sabato via alla resa dei conti

Appuntamento in piazza di Santa Chiara dove sarà discusso il documento che ha tra i firmatari Andrea Santoro, Paolo Marchionne, Valerio Barletta, Maurizio Veloccia. Pronta la replica: la prossima settimana in arrivo l'atto della fronda opposta

Montecchi e Capuleti, guelfi e ghibellini. Sabato 14 gennaio - dalle 9,30 alle 13 - ci sarà il primo incontro cittadino a Piazza di Santa Chiara dove sarà illustrato il documento “Che ora è” per il Partito democratico di Roma. Chi interverrà avrà 4 minuti per parlare e dire la sua. Sarà interessante, nell’occasione, capire quanti proseliti avranno fatto gli ex presidenti Pd che hanno assestato il primo colpo. Con loro Sabrina Alfonsi, minisindaca riconfermata dopo la vittoria del 2013. Nel frattempo, però, è già pronta la replica: un documento, che verrà presentato con molta probabilità la prossima settimana, che si discosta dalla fronda ‘rivoluzionaria’.

Da una parte Andrea Santoro, Paolo Marchionne, Valerio Barletta, Maurizio Veloccia: sono stati loro gli apripista di una discussione, per certi versi inevitabile, sul futuro dei Democratici. E sul ruolo di Matteo Orfini: il commissario del Partito, secondo i ‘ribelli’, ha lasciato i territori al loro destino. Non offrendo alcun contributo e, soprattutto, senza garantire un aiuto concreto nel corso dell’ultima campagna elettorale che, alla fine, ha visto il M5S conquistare dodici Municipi su quattordici. 

La sconfitta alle amministrative e la batosta al referendum sono state il punto di non ritorno. “O il Pd inizia a essere veramente democratico oppure è finito” ha esordito Andrea Santoro. A fargli seguito Valerio Barletta e l’idea di creare una squadra “che non si regga su due-tre capibastone impegnati a piazzare i loro giocatore, bensì che rappresenti un gruppo unito, solido”. Infine Maurizio Veloccia: “Dobbiamo metterci ad ascoltare i bisogni e le proposte dei cittadini e costruire un partito aperto a autonomo dai riflessi condizionati di correnti ormai logore ed insignificanti”. A dare manforte, secondo quanto appreso, il disco verde ottenuto mercoledì 11 gennaio (al termine di una riunione) dalla sponda zingarettiana.

C’è però anche l’altro filone, che ha intenzione di evitare la caccia alle streghe. E che ha preso vita da un assunto: il commissariamento del partito non è stata la causa ma la conseguenza del problema. In questo quadro, si è collocato chi “intende analizzare bene la questione” ha riferito a Roma Today una fonte democrat. “Abbiamo perso tutti e anche gli ex minisindaci, ora infuriati, devono fare un mea culpa”. Quindi la ricetta: il partito deve tornare ad ascoltare e a mettersi dentro i problemi dei cittadini.

“Sarò strana io, ma non ho mai visto ricostruire nulla facendo una guerra. Proprio nulla” ha commentato su Facebook Giulia Tempesta, ex consigliera capitolina. E anche Daniele Torquati, ex presidente del Municipio XV, si è chiamato fuori dal documento ‘Piazza Santa Chiara’: ”Il difetto di fondo è che non credo che in questa fase il Pd abbia bisogno di colpevoli. Il Partito ha bisogno sì di una discussione franca, ma ha soprattutto bisogno di unità e solidarietà”. Non ha aderito nemmeno Francesca Del Bello, minisindaca del Municipio II. Stessa linea anche per Emiliano Sciascia, Giammarco Palmieri, Valentino Mancinelli, Cristina Maltese.

E infine lui, Matteo Orfini. Che all’idea di un partito ri-costituente ha risposto: “Leggo documenti e dichiarazioni sul futuro del pd romano. Non entro nel merito ma forse è utile ricordare a tutti le nostre regole, dato che a quanto leggo evidentemente qualcuno le ha dimenticate”.

Roma va amata" ha ribadito tempo fa un esponente del Pd “ritornare sul pezzo è possibile”. A un patto: “Serve gente che faccia politica, sia dentro che fuori dai circoli”. E non è poco.

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