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Regione, centrodestra diviso: Forza Italia apre a Zingaretti. No di Lega e FdI

Il partito di Giorgia Meloni si prepara a presentare una mozione di sfiducia

I berlusconiani non escludono una qualche convergenza, ma solo su punti del programma eventualmente condivisi e in cambio di un'equa spartizione delle presidenze delle commissioni. Nessuna apertura invece da Lega e Fratelli d'Italia, anzi. Il partito di Giorgia Meloni si prepara a presentare una mozione di sfiducia. Insomma, tra possibilisti e intransigenti, sull'appoggio a Zingaretti la coalizione di centrodestra si spacca. Ieri le consultazioni dei partiti di opposizione con il neogovernatore, da giorni impegnato a trovare una maggioranza di in aula. Perché il centrosinistra è uscito sì vincitore dalle urne, ma con solo 24 consiglieri contro 26 delle minoranze. 

Per adesso ha incassato il sì del Movimento Cinque Stelle. Roberta Lombardi ha dato la sua disponibilità a un accordo "a tempo", di sei mesi in sei mesi. Mentre a destra le forze in campo sono divise. Nessuno fa i salti di gioia all'idea di diventare la terza o quarta gamba del governo di centrosinistra, ma con qualche distinguo. Forza Italia premette: "Noi restiamo all'opposizione", ma poi precisa: "Se ci sono cose che condivideremo e che faranno bene alla crescita del territorio, le voteremo". La sfiducia? "Vediamo la sua relazione programmatica. Solo se non contiene nulla di tutto ciò e che possa essere condiviso allora possiamo votarla". E poi la condizione: "Piuttosto mi sembra giusto che le minoranze, che in realtà hanno la maggioranza, abbiano anche la maggioranza delle commissioni per cui possiamo trovare un criterio di assegnazione".

Decisamente più rigida la posizione della Lega. "Siamo all'opposizione. Non ci interessano discorsi diversi da questo" ha detto il segretario regionale Francesco Zicchieri. Stessi toni anche da Fratelli d'Italia, che anzi si prepara a presentare la mozione di sfiducia. La ragione? "E' un modo per stanare le opposizioni che oggi sbraitano ma fino a ieri hanno aiutato Zingaretti" ha dichiarato il consigliere Fabrizio Ghera. 

Nel mezzo, possibilista ma sempre sottolineando che "la questione sfiducia non è affatto archiviata", l'ex candidato per il centrodestra Stefano Parisi. Che pone condizioni legate al programma. Così com'è "l'agenda di lavoro presentata da Zingaretti, alla base di accordi eventuali, non va bene". Si richiede piuttosto un nuovo corso su sanità e rifiuti, più interventi su immigrazione e sicurezza e basta con i rimpalli di responsabilità. Queste le condizioni poste dal leader di Energie per l'Italia. 

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