rotate-mobile
Politica

Parco di Centocelle, la sindaca su bonifica e autodemolitori: "Stiamo lavorando molto". Ma i fatti la smentiscono

L'intervento di Raggi in Consiglio comunale. I cittadini: "Solo scarica barile. Siamo molto delusi"

"Sugli autodemolitori sono state fatte cose mai viste prima". E, per le bonifica del territorio, "abbiamo stanziato fondi e firmato due ordinanze". Così, nel racconto della sindaca, l'amministrazione M5s avrebbe lavorato, e "molto", per il parco archeologico di Centocelle. Una verità che mal coincide con i fatti, smentita e smontata dai cittadini.

Dei 120 ettari di verde nel cuore di Roma est, martoriati da anni di inquinamento tra sversamenti di rifiuti illegali, mini discariche abusive, sfasciacarrozze in attività nonostante i vincoli paesaggistici, si è discusso oggi in Campidoglio durante un consiglio straordinario convocato sul tema. Alla seduta d'aula ha partecipato anche Raggi, delegata all'Ambiente da quando non c'è più Pinuccia Montanari. E ha aperto con dieci minuti abbondanti di intervento. Un'orgogliosa arringa per ricordare, al netto delle "colpe di chi c'era prima", le azioni a suo dire messe in campo in due anni e mezzo di governo.   

"Sui rottamatori è colpa della Regione"

Primo capitolo: i venti autodemolitori presenti sul lato di viale Palmiro Togliatti. Nessuno li ha ancora spostati da lì, come è obiettivo da decenni, come chiede il quartiere, e come fissato da un Accordo di programma degli anni '90. Nemmeno i Cinque Stelle. E ancora piani ufficiali per la delocalizzazione - iter che prevede un primo intervento del Comune per individuare zone papabili e in un secondo momento quello della Regione per dare l'autorizzazione - non esistono. La sindaca però incolpa la Pisana dello stallo. "Hanno fatto un emendamento a dicembre, una sanatoria per gli abusivi, in contrasto con quanto fatto dal Comune per imporre l'adeguamento ambientale agli impianti"

Il riferimento è all'atto regionale per ripristinare le concessioni provvisorie così da permettere ai rottamatori, fermi da mesi dopo lo stop del Campidoglio alle proroghe, di proseguire le attività comunque necessarie per garantire la filiera di smaltimento delle vecchie auto, nelle more del trasferimento. La sindaca ha chiesto al Governo di impugnare alla Corte costituzionale la normativa, dimenticando però che è lo stesso Comune, quando ancora c'era l'ex assessore Montanari, ad aver richiesto alla Regione - dopo una serie di proteste dei lavoratori - un provvedimento ponte per alcuni casi specifici più controversi sul piano legislativo (finiti al Tar). A dimostrarlo, pubblicato da RomaToday, anche un audio con parole di Montanari a riguardo. Oggi però, l'atto regionale è diventato una "sanatoria" con l'intento tutto politico di ostacolare Raggi. Un braccio di ferro che ha stancato i cittadini, specie se finisce per aggirare il punto vero: manca un piano per il trasferimento delle attività. Mancava con i governi precedenti, e manca oggi. 

La sindaca non ne accenna. Poi però, incalzata dagli interventi degli esponenti di opposizione, destra e sinistra, riprende la parola a fine consiglio e tira fuori dal cilindro uno dei vecchi siti fissati nell'Accordo degli anni '90 (nel tempo diventati quasi tutti inutilizzabili): un'area industriale nel comune di Santa Palomba. "Sulle altre ci stiamo lavorando insieme alla Città metropolitana sulla base delle tabelle delle aree bianche". Un annuncio lampo senza tempistiche nè dettagli, mai diffuso prima. Per molti poco più che un tentativo di uscire dall'angolo. 

La bonifica (mai fatta) dai rifiuti

"Abbiamo fatte ordinanze e analisi del terreno" rammenta Raggi, in riferimento ai rifiuti interrati nell'ex canalone Mussolini, dal lato opposto a quello dei rottamatori, altro capitolo "caldo" sul tema parco. "A febbraio 2017 abbiamo fatto un'ordinanza per la bonifica". Già, ma a due anni di distanza non è ancora stata eseguita. Un po' troppo per un provvedimento che per sua stessa natura ha carattere emergenziale. La sindaca poi omette di dire che anche la fase di analisi dei rifiuti, propedeutica a qualunque risanamento, avviata grazie a una collaborazione con La Sapienza, è ferma al palo. "Ricordo anche l'altra ordinanza di novembre 2018 per interdire altre aree dove verranno effettuate analisi entro marzo delle analisi grazie al Cnr". In realtà sono analisi partite, per legge, a seguito di altre preliminari fatte dai cittadini, a proprie spese, che hanno rilevato la presenza di metalli pesanti oltre la norma nel terreno. Ci sono 500mila euro di fondi stanziati per bonificare a fine dell'anno scorso. Ma di bandi e progetti non c'è traccia. 

"Partiti bandi per la valorizzazione dei resti archeologici"

"Abbiamo investito dei fondi e avviato i bandi di gara per la musealizzazione del parco". Vero. Sono 177mila 232 euro e l'appalto è stato pubblicato il 31 dicembre 2018. L'obiettivo è la realizzazione di un polo museale per la valorizzazione dei resti antichi presenti sul perimetro. Ma senza bonifica e rottamatori lontani del verde, il progetto è difficilmente realizzabile. 

La sindaca chiede tempo. "E' inutile pretendere che in poco tempo si risolva quanto per decenni non è stato fatto o anzi quanto è stato distrutto". Ma i comitati sono stufi di sentire il disco rotto di chi si limita a demonizzare il passato. "Neanche un accenno a ritardi o mancanze, ma le solite imputazioni a chi c'era prima o alla Regione che li ostacola" dichiarano da Pac Libero, associazione di cittadini in prima linea da anni per la tutela del parco. Erano in Campidoglio, e a fine Consiglio hanno lasciato l'aula quasi senza parole: "Sono due anni che dopo le promesse aspettiamo fatti senza risultati, abbiamo insistito per questo appuntamento perché speravamo in una qualche spiegazione e un cronoprogramma più consistente. Siamo rimasti delusi".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Parco di Centocelle, la sindaca su bonifica e autodemolitori: "Stiamo lavorando molto". Ma i fatti la smentiscono

RomaToday è in caricamento