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Pali segati in via del Plebiscito per il palco di Berlusconi: pronta una multa salata

Marino annuncia: "Applicata una sanzione amministrativa nel massimo ammontare". 'L'esercito di Silvio' invade il centro storico di Roma. Momenti di tensione in piazza Venezia

Osannato con un tifo da rock star dai suoi sostenitori in lacrime dopo il discorso su un palco che ha scatenato polemiche. Al primo bagno di folla di Silvio Berlusconi dopo la sentenza dalla Cassazione, che ha confermato la sua condanna per il processo Mediaset, tornano le bandiere di Forza Italia. Davanti a Palazzo Grazioli a Roma sono arrivate ieri da tutta Italia alcune migliaia di persone, in balia di euforia e commozione. Ressa, slogan e inni davanti al palco allestito per il comizio in via del Plebiscito.

NOTA DEL CAMPIDOGLIO - Ma dal Campidoglio arriva la 'doccia fredda', "nessuna autorizzazione" per la struttura e, soprattutto, nessuna "richiesta in proposito". Per questo il sindaco Ignazio Marino ha anche informato il Prefetto sull'episodio. In una nota il Campidoglio ha detto di essere "sempre disponibile a valutare ogni richiesta di occupazione di suolo pubblico ma solo seguendo le procedure corrette e rimanendo nell'ambito della legalità, valore a cui questa amministrazione tiene molto". Dichiarazioni che hanno scatenato l'ira di Fabrizio Cicchitto del Pdl. ''Mi spiace - ha detto Cicchitto - constatare che con le sue polemiche di stampo burocratico il sindaco Marino dimostri di essere un cretino''.

MARINO SU FACEBOOK - Per contro il sindaco Ignazio Marino tuona tramite Facebook: "Domani (oggi ndr), smontato il palco, la polizia locale verificherà danneggiamenti alla sede stradale e alla segnaletica e darà notizia di reato alla Procura della Repubblica". "Il Campidoglio non ha mai autorizzato un palco per il comizio del Pdl in via del Plebiscito, che è stato montato senza fare alcuna richiesta in Comune. Ho informato il Prefetto - scrive Marino in un altro post - ed è stata immediatamente applicata una sanzione amministrativa nel massimo ammontare".

PROVVEDIMENTI - La replica alle parole di Cicchito è invece affidata al vicensindaco di Roma, Luigi Nieri: ''L'onorevole Cicchitto ha dato del cretino al sindaco? Potrebbe essere un'offesa ma detta da lui non risulta essere così'', ha tuonato Nieri. Parole dure anche dal presidente del I municipio della capitale, Sabrina Alfonsi, che racconta di alcuni "segnali stradali divelti per montare il palco di via del Plebiscito. Un gesto di disprezzo del patrimonio pubblico che non possiamo tollerare. I vigili urbani del I Gruppo si sono attivati immediatamente per verificare la situazione, sui loro verbali prenderemo provvedimenti''. Per questo l'assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale, Paolo Masini, ha annunciato che chiederà "personalmente, come stiamo facendo per chi imbratta i nostri muri, che sia Berlusconi in persona a ripristinare i pali stessi".

 

TENSIONE A PIAZZA VENEZIA - Momenti di tensione poco dopo la fine del discorso di Silvio Berlusconi in via del Plebiscito, quando una donna ha esposto in piazza Venezia un cartello con su scritto 'Via i condannati dal Parlamento?'. Alcuni dei sostenitori di Berlusconi hanno urlato contro di lei, definendola una "provocatrice" e qualcuno ha lanciato contro la donna delle monetine. Solo l'intervento di alcuni agenti ha evitato ulteriori tensioni. Poi una voce ha tuonato in via del Plebiscito: "Qui non è l'hotel Rafael".

POPOLO DI SILVIO - Ma le polemiche non hanno scalfito il 'Popolo di Silvio', che oggi ha vissuto "un'altra giornata storica". Dai pensionati ai giovani universitari, passando per commercianti, impiegati o piccoli imprenditori. Tra i sostenitori dell'ex premier c'erano giovani, ma soprattutto persone over 50. Alcuni sono arrivati ore prima davanti alle transenne per riuscire a stringere la mano a Berlusconi. Tra le prime file tanti anziani che hanno accusato malori nella ressa, ma anche momenti di nervosismo e tanta gente in lacrime dopo il discorso dell'ex-premier. In molti sono arrivati dal sud Italia, tra cui Napoli, Matera, Bari ma anche da città del nord come Como. Tra gli striscioni e i cartelli esposti, uno recitava ''Berlusconi sei più grande di Giulio Cesare'', in altri si leggeva ''Silvio martire per la libertà''.

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