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Residenza per anziani all'ex ospedale San Giacomo, ancora polemiche. Salviati: "Avanti con i tribunali"

La consigliera Catini: "La struttura deve restare un ospedale pubblico"

La strada ormai è tracciata: vendita per 61 milioni di euro e destinazione residenze per anziani. Eppure il destino dell'ex ospedale San Giacomo, chiuso nel 2008 tra le proteste, continua a suscitare polemiche. Non solo l'Aula Giulio Cesare, che nei mesi scorsi ha votato una mozione bipartisan per chiedere l'apertura di un tavolo con la Regione Lazio incassando anche l'appoggio tra le fila della Giunta. Non si arrende nemmeno Oliva Salviati, discendente del cardinale Antonio Maria Salviati che nel 1602, anno della sua morte, lasciò l'immobile trecentesco, situato nel cuore del centro storico cittadino, tra via del Corso e via Ripetta, con l'esplicita volontà di destinarlo a fini sanitari. "Andrò avanti con i tribunali" ha detto all'agenzia Dire Oliva Salviati, che fin dall'inzio si è opposta per vie legali alla chiusura del nosocomio romano. 

A rinvigorire le polemiche sono state le dichiarazioni dell'assessora regionale al Bilancio, Alessandra Sartore, che due giorni fa, rispondendo ad una interrogazione di Fdi, ha confermato la linea contenuta nelle delibere di Giunta: l'immobile è stato trasferito nel fondo immobiliare 'i3-Regione Lazio' gestito dalla societa' Invimit con l'obiettivo di essere valorizzato per 61 milioni di euro. "Saranno progetti di natura socio sanitaria in senso ampio" si è difesa Sartore riferendosi alla cosiddetta 'senior house'. 

"Quella è una struttura ospedaliera, non è fatto per la lungodegenza" le parole di Salviati. "Non ha un giardino, non ha uno spazio verde, è in una zona affollata di persone. Può mai essere un luogo per gli anziani? La Regione ha a disposizione circa 17 mila ettari di tenute intorno a Roma, e circa 6 mila ettari dentro il Comune, dove gli anziani potrebbero stare molto meglio, avrebbero a disposizione un orto, degli animali, potrebbero condurre una vita normale. Insomma, ci sono le Ipab che si occupano di loro". Secondo Salviati, insomma, il rischio è che questi "siano solo degli aggiustamenti, dei passaggi per fare delle camerette o qualcos'altro. Io non mi fido. Andrò avanti con i tribunali". 

Polemiche anche dalla presidente presidente della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale, Agnese Catini: "Quanto affermato pochi giorni fa dall’assessore regionale al Bilancio, se fosse vero sarebbe molto grave, perché non solo non tiene conto in nessun modo delle volontà di Roma Capitale e della cittadinanza ma tradisce il lascito testamentario, oltre a sottostimare il bene svendendolo" ha affermato in una nota stampa. "Ribadiamo con forza il nostro no alla vendita dell’Ospedale. Sartore ha avuto il coraggio di equiparare una Senior House a un ospedale, ma il testamento del cardinale Antonio Maria Salviati del 1602 è chiaro: la struttura è stata donata a Roma purché rimanesse un ospedale ad uso pubblico". 

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