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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Dimissioni Marino, Orfini sempre più all'angolo. Baglio: "Questione va affrontata in sede nazionale"

La presidente dell'aula Giulio Cesare: "Scegliere le sorti della Capitale d'Italia è una grande responsabilità che deve essere affrontata dal Partito democratico nazionale nelle sedi opportune"

"Da Marino atteggiamento ridicolo. Lo sfiduceremo". Matteo Orfini, commissario del PD romano, conferma oggi a La Repubblica la sua linea. Non si mostra spaventato dalla manifestazione di ieri in Campidoglio ed anzi ne sminuisce i numeri. Che qualcosa non vada nella sua strategia è però ormai cosa chiara e conclamata. Ieri infatti il commissario aveva convocato i consiglieri per un incontro. Tante però le defezioni, talmente tante da rimandarlo. Dietro al mancato incontro c'è il malumore del gruppo consiliare non proprio allineato al diktat di Orfini, non tanto per i contenuti quanto per il modo in cui vi si è arrivati. 

In Campidoglio infatti tanti sposavano sin da giugno la linea Renzi. Marino, fosse stato per la maggior parte dei consiglieri PD, sarebbe già a casa. E invece no: Orfini, anche per portare avanti il suo progetto di presa del partito, ha fatto da scudo al sindaco, ergendosi a balia di un progetto che ormai faceva acqua da tutte le parti. Al gruppo consiliare la cosa non è andata giù. A dare voce ai mal di pancia, oggi ci ha pensato Giovanna Vitale su Repubblica che ha raccolto i malumori dei consiglieri (di cui fa anche i nomi, ndr), i quali oggi sarebbero pronti a riunirsi senza il capo del partito romano.

E a confermare che qualcosa si è rotto con la linea Orfini arrivano in mattinata le dichiarazioni del presidente dell'Assemblea Capitolina Valeria Baglio che chiede l'intervento del PD nazionale, sottolineando come in aula non ci siano i numeri per sfiduciare il sindaco. "Scegliere le sorti della Capitale d'Italia è una grande responsabilità" - dichiara a Coffee Break su La7 l'ex capogruppo in Aula Giulio Cesare - "che deve essere affrontata dal Partito democratico nazionale nelle sedi opportune. Non si puo' demandare alla scelta in Aula. Io spero che ci sia un confronto che faccia arrivare ad una soluzione nell'interesse di Roma". 

La stessa Baglio però spiega che non c'è nessuna spaccatura nel partito e che "Matteo Orfini sta lavorando come noi per trovare la soluzione migliore per Roma che veda dalla stessa parte il sindaco Marino e il Partito democratico".

La Baglio spiega poi che "Ignazio Marino ha detto che si confronterà con la sua maggioranza ed è quello che serve a Roma. Il Partito democratico deve dimostrare la sua saggezza e con estrema calma trovare la via uscita migliore nell'interesse della città". Quindi la presidente dell'aula precisa che "da un punto di vista tecnico ci sono le dimissioni di Marino in campo. Qualora le ritirasse il regolamento parla chiaro: o si presenta una mozione di sfiducia che deve essere scritta da 18 consiglieri e poi votata in Aula da 25 oppure si puo' ricorrere alle dimissioni contestuali di 25 consiglieri".

Di fatto quindi sembra emergere un atteggiamento pilatesco del gruppo PD che si puo' tradurre in "noi numericamente per cacciare Marino non bastiamo. Con le opposizioni non votiamo. Quindi ora tocca al PD nazionale trovare un soluzione". 

Cosa accadrà? Riassumendo Sel e Lista civica Marino hanno aperto al confronto con il sindaco. Di fatto loro hanno fatto capire di essere pronti a sostenerlo. Una sfiducia del PD non verrebbe da loro sottoscritta e votata. Potrebbero firmarla e poi votarla in aula le opposizioni, ma questo a livello di immagine è cosa che i dem vorrebbero evitare. Significherebbe stare insieme con Alemanno contro il sindaco eletto nelle proprie fila. Una situazione bloccata quindi. A sbloccarla una trattativa che a questo punto, stante la sfiducia manifestata in Orfini, dovrà essere condotta direttamente dal Nazareno.

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