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Martedì, 23 Aprile 2024
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Rifiuti in strada a Roma: Marino allontana il fantasma per tre mesi

Il sindaco ha firmato l'ordinanza che consentirà all'Ama di conferire i rifiuti negli impianti di Cerroni a Malagrotta nonostante l'interdizione del Prefetto

Emergenza sventata. Per ora. Tre mesi per la precisione. E' questa la durata dell'ordinanza firmata dal sindaco Marino che impone la continuazione del conferimento dei rifiuti presso gli impianti Co.La.Ri., interdetti dal Prefetto per l'inchiesta che ha portato all'arresto di Re Manlio Cerroni. Un provvedimento d'urgenza da parte del primo cittadino, senza del quale la città sarebbe precipitata nel gorgo dei rifiuti in strada.

L'ORDINANZA - Spiega il Campidoglio: "Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha firmato l’ordinanza che consente ad Ama di continuare il conferimento dei rifiuti urbani raccolti nella città di Roma, anche presso i due TMB denominati “Malagrotta 1” e “Malagrotta 2”  nonché presso l’impianto di Tritovagliatura riconducibili al Co.La.Ri. Il Consorzio e le società ad esso riconducibili “devono assicurare, comunque, la piena operatività dei due TBM e dell’impianto di Tritovagliatura secondo la massima capacità consentita nei rispettivi atti di autorizzazione” dispone l’ordinanza". Lo stesso Campidoglio spiega che "gli effetti del provvedimento firmato dal sindaco, in coerenza con il la sua natura contingibile ed urgente, dovranno limitarsi al tempo strettamente necessario all’individuazione delle soluzioni più opportune e “comunque per un periodo non superiore a tre mesi". Lo stesso Campidoglio agita il fantasma dell'emergenza dal momento che "tra le motivazioni addotte nell’ordinanza c’è lo scenario di “severa criticità” che si verrebbe a determinare all’interno del processo di gestione del ciclo dei rifiuti urbani a Roma nell’ipotesi in cui si dovesse interrompere il conferimento nei due impianti TMB e nel Tritovagliatore di proprietà di Co.La.Ri.".

Il braccio di ferro è solo rinviato però. L'ordinanza serve di fatto solo a prendere tempo e ad evitare i rifiuti in strada. Resta la leggittimità del provvedimento del Prefetto che ha interdetto all'Ama gli impianti di Cerroni in virtù del codice antimafia. Un provvedimento, quello di Pecoraro, contestato dal Co.La.Ri. che ha già annunciato il ricorso al Tar: "Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio, considerata l’abnormità, assoluta estraneità e strumentalità di detto atto, ha dato mandato ai propri legali di proporre ricorso attualmente in corso di notifica e deposito presso il Tar Lazio e di valutare tutte le ulteriori azioni a tutela dei diritti e dell’immagine della Società e dei dipendenti".

Cosa può far cambiare il quadro in questi tre mesi? La situazione ideale sarebbe quella di una Capitale emancipata da Cerroni. Troppo pochi però tre mesi per dotarsi di 2 impianti per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti e uno per la tritovagliatura. Più verosimile un'ipotesi politica. Il nuovo minsitro dell'ambiente Galletti dovrebbe nominare un nuovo commissario al quale demandare le decisioni sul conferimento dei rifiuti. Nel frattempo il Tar si pronuncerà sul ricorso del Co.La.Ri.. Sviluppi sono attesi anche dall'inchiesta giudiziaria che coinvolge Cerroni.

Insomma chi raccontava che il 1 ottobre 2013, con la chiusura di Malagrotta, era stata posta la parola fine all'emergenza rifiuti romana, si sbagliava di grosso.

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