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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Prostituzione: il Tar dà ragione al Comune di Roma

Sull’ordinanza anti – lucciole avevano presentato un ricorso due associazioni che tutelano i diritti delle prostitute. Il ricorso è stato rigettato perché il fenomeno “sottrae spazi di vita sociale e civile al resto della collettività”

Qualche giorno fa Alemanno in un video su youtube dichiarava: “abbiamo debellato la prostituzione dalle strade”. Oggi per lui e la sua giunta arriva una nuova soddisfazione. Il Tar ha infatti respinto il ricorso di due associazioni che si battono per i diritti delle prostitute (Comitato per i diritti civili delle prostitute e l'associazione la Strega da Bruciare) contro l’ordinanza di Alemanno.

Un provvedimento di rigetto che in sostanza dà ragione all’ordinanza del Sindaco che prevede 200 euro di multa da comminare alle prostitute.

Contento ovviamente Alemanno. “Sono veramente soddisfatto non solo che il Tar del Lazio abbia sancito la piena legittimità dell'ordinanza anti-prostituzione adottata lo scorso 16 settembre, ma che abbia riconosciuto i valori posti alla base del nostro provvedimento. Il giudice amministrativo, infatti, sottolinea come l'ordinanza non colpisce il libero esercizio della prostituzione, ma le sue modalità che non devono essere in contrasto, così come per qualsiasi attività privata, con l'utilità sociale, con la sicurezza della collettività”.

Il Tar ha sancito che la nostra ordinanza non colpisce la prostituzione, ma le sue modalità

Il Tar del Lazio ha in sostanza giudicato “irrilevante” il fatto che la prostituzione non costituisca reato, definendo l’attività “pervasiva, ossia come uno spazio di mercato del tutto anomalo e che la cittadinanza subisce e sente come degrado della convivenza civile”. Quindi sulla base della constatazione secondo cui “l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà ed alla dignità umana”, ha rigettato il ricorso

Sull’ordinanza il Tar afferma che “non sanziona certo l'abbigliamento o l'atteggiamento dei soggetti di diritto solo perché denotino un dato gusto o orientamento sessuale, ma mira a limitare solo quei comportamenti che sia strumentale all'esercizio del meretricio”.
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