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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rom, l'Onu bacchetta Roma per il nuovo campo: "Perpetua la segregazione"

Il nuovo villaggio attrezzato che verrà realizzato nel XV municipio finisce nel rapporto del Comitato per i diritti umani dell'Onu

Il Comitato per i diritti umani dell'Onu, nelle sue osservazioni sulla situazione italiana, torna ancora una volta sul tema rom. E condanna la Città Eterna per quel nuovo campo pronto a sorgere nella zona nord della città mentre chiuderli, i campi, dovrebbe essere il cuore di qualunque azione politica volta a tutelare la comunità, come scritto nella Strategia di Inclusione approvata dall'Italia nel 2012. 

"Il Comitato rimane preoccupato per la persistente discriminazione e la segregazione in cui vivono le comunità Rom, Sinti e Caminanti" si legge nel rapporto uscito nella giornata di ieri. Ancora 'ghetti' e ancora politiche discriminatorie. Si raccomanda dunque di provvedere a fermare le misure restrittive in essere. E, nell'elenco, troviamo anche "la determinazione dirigenziale n.QE/4077 del 21.12.2016 della città di Roma".

L'atto viene ripetutamente citato come generico riferimento al bando per l'apertura dell'insediamento, anche se nello specifico è il documento che prima di Natale ne ha richiesto una sospensione temporanea. Sappiamo che poi il procedimento di gara, in assenza di rilievi di Anac, è stata riaperto e confermato. Il campo si farà e servirà ad accogliere i 420 rom del Camping River, baraccopoli su un terreno privato che dovrebbe chiudere a giugno.

La decisione di conferma è arrivata due settimane fa, nonostante le forti critiche arrivate da più parti per la contraddizione con il parallelo piano di fuoriscita dai campi redatto in fase provvisoria (QUI I DETTAGLI). Dal Campidoglio ci si giustifica con la difficoltà di gestire le famiglie una volta uscite dall'insediamento privato che chiuderà entro il prossimo 30 giugno. Ma resta la scure dell'Europa, che ancora una volta condanna il sistema campi e qualunque sua perpetrazione. Compresa l'ultima anomalia romana: un piano per chiudere i campi mentre intanto se ne apre uno. 

A commentare il rapporto Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli, segretario nazionale e romano dei Radicali.  "Invitiamo dunque la Sindaca Raggi, anche alla luce del monito ricevuto dalle Nazioni Unite, a recedere dai disastrosi propositi sin qui annunciati; e al tempo stesso ci rivolgiamo a tutti i consiglieri comunali della sua maggioranza affinché cambino finalmente direzione proprio attraverso l'approvazione e l'adozione delle nostre delibere, che oltretutto sono state sottoscritte da ben 6mila cittadini romani. Sarebbe il segnale di un senso di responsabilità, e di un rispetto della volontà popolare, che la città attende ormai da troppi anni".

Parole di condanna da Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio "Il parere e le raccomandazioni del Comitato ONU assumono un valore ancora più rilevante in questo particolare momento storico considerato che il Comune di Roma ha confermato il bando per la costruzione di un nuovo campo, cedendo per l’ennesima volta alla tentazione di investire sui ghetti etnici, riaprendo di fatto la triste stagione dei campi rom".

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