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Roma 2024, il sogno del Coni continua: "Con le Olimpiadi 15 nuovi palazzetti"

Malagò e Montezemolo hanno voluto anticipare l'annuncio della decisione del Campidoglio presentando il censimento degli impianti. Nonostante il no di Grillo, la speranza è accesa. Biancardi: "Alla fine troveremo un accordo"

E' con i numeri degli impianti sportivi della Capitale alla mano che questa mattina Malagò e Montezemolo, hanno voluto anticipare l'annuncio della decisione del Campidoglio, sempre più vicino al no, in merito alle Olimpiadi di Roma 2024. Al centro dell'appuntamento organizzato dal numero uno del Coni e dal presidente del Comitato promotore di Roma 2024, alla quale era presente anche la coordinatrice generale di Roma 2024, Diana Biancardi, il risultato del  'Censimento e monitoraggio degli impianti sportivi sul territorio della città di Roma': 2.221, per circa la metà pubblici e per circa privati.

La conferenza stampa è stata occasione ribadire un messaggio al Campidoglio di Virginia Raggi che, dopo la netta posizione di Belle Grillo, è sempre più vicina ad annunciare il ufficialmente il proprio 'no' ai Cinque Cerchi. "Una volta studiato il dossier olimpico in maniera approfondita, penso che nessuno possa rinunciare a questa opportunità. Per questo credo che alla fine troveremo un accordo" le parole di Biancardi. Anche il luogo non è stato scelto a caso: lo Stadio Flaminio. Nato proprio per le Olimpiadi del 1960 negli ultimi anni è diventato il simbolo di degrado e abbandono. 

GLI IMPIANTI - Il censimento è durato quattro mesi e ha contato 6.336 spazi di attività. L'offerta privata (50,3%) supera ancora quella pubblica (49,7%). Dallo studio emerge che nel Comune capitolino c'è una media di impianti (0,77 per 1.000 abitanti) molto inferiore a quella dei capoluoghi di regione presi in esame nel recente censimento nazionale, vale a dire Firenze (1,21), Trieste (1,51), Campobasso (1,01) e Catanzaro (1,19), anche se l'offerta di spazi sportivi reale è in linea con quella degli altri capoluoghi (2,21 per 1.000 abitanti), inferiore solo a quella di Trieste (2,74) e Firenze (2,36). Nel Comune di Roma è presente un maggior numero di impianti polifunzionali. L'analisi al dettaglio rivela che 514 strutture appartengono alle scuole comunali, mentre sono 203 quelle della Città metropolitana e 112 quelle della Direzione Sport capitolina. Presenti, tra gli altri, anche 46 impianti appartenenti alla Regione Lazio e 24 allo Stato, insieme a 19 strutture di proprietà militare o di Corpi dello Stato. 

15 NUOVI PALAZZETTI POLIFUNZIONALI - Non sono mancati accenni alla cosiddetta 'legacy' di Roma 2024: 15 palazzetti dello sport polifunzionali in grado di ospitare gli allenamenti degli atleti durante i Giochi olimpici, e successivamente diventare aree al servizio dell'attività sportiva di base e delle scuole. I 15 palazzetti, secondo le intenzioni, sarebbero strutturati in modo flessibile in modo da ospitare competizioni fino al livello nazionale e al tempo stesso accogliere diverse società di base. La speciale progettazione renderebbe possibile la pratica di oltre 15 tipologie di sport, unendo l'attenzione all'ambiente grazie alla dotazione di impianti per produrre energia rinnovabile e abbattere così anche i costi di gestione. Ogni palazzetto può richiedere dai 3 ai 3,7 milioni di euro per la costruzione, con l'investimento totale necessario già incluso nel budget investimenti dei Giochi. Grazie alle analisi del censimento inoltre, sarebbe possibile di concerto con il Comune di Roma dislocare opportunamente le 15 unità sul territorio cittadino entro 30 minuti da Tor Vergata, sede in cui dovrebbe sorgere il Villaggio olimpico. Il tutto con la finalità di potenziare l'offerta sportiva di base ma anche l'attività curricolare, qualora fossero realizzati nei pressi di complessi scolastici. 

IMPIANTI DISPONIBILI - Nel dossier della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 "il 70% degli impianti è disponibile, non pronto. E' diverso. L'esempio è proprio lo stadio Flaminio, attualmente inagibile: se non ci saranno i Giochi sarà a carico del Comune e della collettività rimetterlo a posto. E la stessa cosa vale per le Vele di Calatrava" ha spiegato Montezemolo. E proprio su Tor Vergata Malagò ha voluto "fare chiarezza". A Tor Vergata "la concessione che ha il consorzio di imprese, di cui la capofila è la Vianini (società appartenente al gruppo Caltagirone, ndr) vale solo se si realizzano opere asservite all'università. Se si costruisce un Villaggio olimpico non c'è alcuna concessione: dirlo è una falsità e un alibi, una falsa rappresentazione della realtà".

INCONTRO CON LA RAGGI - Gli occhi sono tutti puntati sulla decisione del Campidoglio. "Incontreremo la sindaca Virginia Raggi, ma non so dire esattamente quando" ha ribadito il presidente del Coni. "Da parte nostra c'è totale disponibilità a valutare il dossier, fino a quando a febbraio non verrà la commissione di valutazione del Cio. Se il Comune fino a febbraio chiede modifiche al dossier, il prossimo incontro (con la Giunta capitolina, ndr) servirà per confermare disponibilità all'interno del dossier". 

I COSTI -  "Dei costi di investimenti pubblici, 2,1 miliardi previsti dal budget e che riguardano villaggio olimpico, centri media, impianti permanenti per l'allenamento degli atleti, saranno tutti a carico dello Stato e non delle amministrazioni comunali" ha aggiunto Montezemolo. "Vogliamo olimpiadi con budget previsto e trasparente e con costi ridotti. E' stato già nominato un Comitato di garanti formato da autorevoli esponenti del mondo giuridico e abbiamo chiesto all'Anac di seguire costantemente tutte le attività di questo board olimpico". Montezemolo ha anche precisato "Noi siamo un Comitato promotore, non organizzatore. Quando tra un anno esatto a Lima ci saranno le candidature e qualora Roma vincesse la candidatura, il Comune di Roma e il Coni individueranno una governance e una squadra per l'organizzazione dell'evento".
 

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