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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Cinque cerchi per completare il sacco di Roma: tutte le opere per le Olimpiadi 2024

Dalla grande opera incompiuta delle 'Vele' di Caltrava a Tor Vergata, dove dovrebbe sorgere il Villaggio Olimpico, alla Nuova Fiera di Roma, ormai sull'orlo del fallimento. Passando per lo Stadio Flaminio nel completo degrado

Dall'area di Tor Vergata allo Stadio Flaminio per poi inseguire per alcuni chilometri il Tevere fin quasi al mare, alla Nuova Fiera di Roma. La geografia della Roma del 2024 ricalca quella Roma 'passata', dai grandi eventi come i Mondiali di Nuoto per Tor Vergata alla città del 'Modello Roma' come nel caso della Fiera di Roma. E rilancia. Un imponente investimento pubblico che, dietro ai colori dei cinque cerchi olimpici, potrebbe sanare le ferite di grandi opere incompiute e progetti sull'orlo del fallimento. L'ex sindaco Ignazio Marino, criticando la scelta di Tor Vergata (annunciata durante la sua amministrazione), le ha definite, Olimpiadi “al servizio di altri interessi, non di quelli dei romani. Per rendersene conto, basta vedere la foto del 21 febbraio scorso a Losanna: all’incontro ufficiale c’erano Renzi, Malagò e Montezemolo. Ma non c’era Roma”. Una sorta di 'sacco' di Roma, una città schiacciata dal debito e dai tagli al bilancio, che con i giochi olimpici spera di incastrare le tessere di un 'puzzle' che non torna con la benedizione del governo e grazie alle sue casse. 

TOR VERGATA - Il cuore delle Olimpiadi romane sarà l'area di Tor Vergata. In questo che rappresenta uno dei sette 'cluster' individuati per la competizione sportiva sorgerà il Villaggio Olimpico da 17 mila posti letto. Una volta terminate le competizioni sportive, potrebbe trasformarsi in un nuovo quartiere: "Una parte delle abitazioni andrà agli studenti, una parte al servizio del polo ospedaliero. Il resto si potrebbe destinare a social housing" hanno spiegato nel corso della conferenza stampa di presentazione. Qui, secondo i piani del Comitato promotore Roma 2024, oltre a una cycling arena e strutture temporanee, troverà compimento il progetto delle Vele all'interno della Città dello Sport dell'architetto Santiago Calatrava. 

VELE OPERA INCOMPIUTA - Una delle grandi opere incompiute d'Italia, scelta nel gennaio del 2015 anche dal Ministero delle Infrastrutture per un convegno sul tema come 'location' naturale per parlare del problema. La sua storia è conosciuta molto bene dai romani. Appalto affidato nel 2005 alla Vianini Lavori, società del gruppo Caltagirone, doveva essere pronta per i Mondiali di Nuoto del 2009. Quasi 200 milioni di soldi pubblici spesi, a fronte dei 60 del primo annuncio. La stima è che ne servano ancora 400 per terminarla. 800 milioni di euro circa in tutto. Oggi si presenta come un'enorme scheletro bianco in un'area scarsamente urbanizzata al di là del Grande raccordo anulare. Una cattedrale nel deserto che nei giorni di sole si vede anche dal Gianicolo. A terminarla ci ha provato l'ex sindaco Alemanno, con le Olimpiadi di Roma 2020, bocciate dal governo Monti. Ci ha provato l'amministrazione Marino, senza riuscirci. L'ex assessore all'Urbanistica Caudo, aveva anche ipotizzato di collocarci la Facoltà di scienze naturali. 

I 'GUAI' DELLA FIERA DI ROMA - Nemmeno la Nuova Fiera di Roma se la passa bene. Realizzata nel 2004 dalla Lamaro dei costruttori Toti, su un terreno di loro proprietà, oggi il complesso fieristico gestito da Investimenti spa (58 per cento Camera di Commercio, 21 Comune di Roma, 9 Regione Lazo), costato 335 milioni di euro, è sull'orlo del fallimento. Da mesi, l'unica “speranza” è affidata all'avvio della valorizzazione urbanistica dell'area della vecchia fiera, sulla Colombo. Ci sono i debiti con le banche, “circa 185 milioni di euro” spiegavano i vertici della spa nel maggio 2015 nel corso di una commissione capitolina sul tema. Quelli con i fornitori, “35 milioni di euro”. I posti di lavoro a rischio. Sul 'tetto' la spada di Damocle del concordato preventivo. 

STADIO FLAMINIO DIMENTICATO - Critica anche la situazione dello Stadio Flaminio, struttura di proprietà del Comune di Roma. Abbandonato dal rugby nel 2011, memore di serate rock indimenticabili come quella del giugno 2002 che vide esibirsi Roger Waters, il degrado in cui versa la struttura progettata da Antonio Nervi per le Olimpiadi del 1960 è ormai oggetto di campagna elettorale. “Speriamo di non dover aspettare il 13 settembre 2017 per superare il problema. Però, se vinciamo, promettiamo di risolverlo” commenta Giovanni Malagò dal palco del palazzo dei Congressi dell'Eur. Per il Flaminio, l'ex assessore Caudo ipotizzava di ospitare eventi culturali, fiere e, come già avvenuto in passato, concerti. “Abbiamo ricevuto alcune manifestazioni d'interesse da parte di operatori privati” aveva spiegato. Marino aveva anche annunciato un bando che, però, non si è più indetto. Sarà la Roma Olimpica la cura? 

I TRASPORTI - E poi ci sono i trasporti, vera e propria nota dolente della città. E del progetto olimpico. “La mobilità non è di competenza del comitato olimpico ma dell'amministrazione cittadina e del Governo” ha spiegato Malagò. “Crediamo che un'eventuale vittoria farà da moral suasion per accorciare i tempi”. E infatti, la previsione di spesa per le olimpiadi più “low cost della storia”, 5,3 miliardi di euro, riguarda “esclusivamente gli elementi necessari alla presentazione della candidatura”. Quindi: impianti sportivi, villaggio per gli atleti e centro stampa. I trasporti sono esclusi. Nel dossier che è stato inviato a Losanna però, come si può leggere dalla versione in inglese pubblicata sul sito di Roma2024, è stato inserito un 'Planned Transport Infrastructure'. Naturalmente, senza previsioni di spesa e in aggiunta ai 5,3 miliardi di euro. 

PROLUNGARE LE METRO - L'area dove sorgerà il Villaggio olimpico, la 'casa' dove altleti e famiglie vivranno durante il soggiorno nella Capitale, non è collegata con mezzi pubblici su ferro, gli unici a poter garantire portata e tempi di percorrenza all'altezza di un grande evento. Anche la vicina Università e l'ospedale sono serviti solo da mezzi di superficie. Ci si può arrivare partendo dalla metro A Anagnina, affrontando un'odissea sui bus. La metro C arriva solo a Torre Angela. Tra le ipotesi, infatti, c'è un prolungamento della metro C fino a Tor Vergata (da valutare se in superficie o sottoterra) di 3 chilometri e mezzo. Inizio dei lavori previsto 2018 fine lavori 2020. Finanziamenti: 'Public'. 

LA METRO LEGGERA PER ROMANINAViene rispolverato anche il progetto della metro leggera Anagnina – Romanina – Torre Angela. 6 chilometri e mezzo che dovrebbero essere realizzati tra il 2018 e il 2022 per un costo (fonte sito di Roma Metropolitane) di 380 milioni di euro. Alla voce 'source of financing' al fianco di questa voce si legge: 'Joint'. Termine che indica un finanziamento misto pubblico-privato. Anche questa è storia della città. In questo caso il privato dovrebbe essere il costruttore romano Sergio Scarpellini. Su 92 ettari di sua proprietà, non molto distanti da Tor Vergata, il Piano regolatore di Roma prevede la possibilità di costruire una 'centralità' da 129 mila metri cubi. L’amministrazione Alemanno tentò di far lievitare le cubature a quasi due milioni. Ma la delibera non venne mai approvata dall'Assemblea capitolina. 

Per non lasciare il nuovo quartierone senza mezzi di collegamento, una parte degli oneri concessori era stata vincolata alla realizzazione dell'infrastruttura che, comunque, per essere portata a termine avrà bisogno di un consistente finanziamento pubblico. I lavori, però, non sono mai partiti. E lo sblocco della parte dei finanziamenti 'privati' è strettamente legata alla costruzione delle cubature. La partita della metro leggera  Anagnina – Romanina – Torre Angela, quindi, riguarda il futuro di un intero pezzo di città e non solo il suo semplice collegamento infrastrutturale. 

TRAM DELLA MUSICA - Nella tabella è stata inserita anche la tramvia della Musica, per facilitare l'arrivo di atleti e tifosi al Foro Italico. 5,9 chilometri da realizzare, sempre tra il 2018 e il 2022, da parte del Comune di Roma. Questo collegamento di superficie era stato annunciato dall'amministrazione capitolina nel luglio 2014 insieme ad altre sei linee di tram. Dovrebbe collegare Prati ai Parioli, passando su via Guido Reni e davanti all'Auditorium e costerà 44,9 milioni di euro. Al tempo dell'annuncio era partita una richiesta di finanziamento alla Banca europea degli investimenti. Ma non se ne è più saputo nulla. 

PONTI SUL TEVERE - E ancora. Il completamento della chiusura dell'anello ferroviario e una serie di ponti. In primis il ponte dei Congressi, già in parte finanziato ma i cui lavori hanno iniziato a muovere i primi passi in queste settimane. Quello di Dragona e della Scafa a Fiumicino. E poi una 'new entry' i cui dettagli sono ancora tutti da chiarire: un ponte che dovrebbe collegare la circonvallazione Ostiense e via Enrico Fermi, a Marconi. Tra le opere anche il nuovo sistema di viabilità per lo Stadio della Roma. 

ALTRE OPERE - Per la Nuova Fiera di Roma si punta sulla ferrovia Fl1 mentre per il cosiddetto Parco Naturale ci si servirebbe della stazione di Ponte Galeria. Se non fosse abbastanza, si parla di 'shuttle bus' dalle stazioni più vicine. Stessa previsione per i Pratoni del Vivaro e per Marco Simone Golf & Country Club a Guidonia.

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