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Politica Casal Bertone / Via Umberto Partini, 20

Officine Zero è ufficialmente sotto sgombero: "Comune e Regione aprano un tavolo"

Assemblea pubblica in via Partini 20 mercoledì 27 alle 18.30

L’apertura di una trattativa non è bastata a scongiurare la prova di forza. Officine Zero è sotto sgombero. La multifactory nata nei capannoni di via Partini 20, dove fino al 2010 si riparavano i treni notte, ha ricevuto l’ordinanza di liberazione dell’immobile da parte del giudice fallimentare. “L’unica certezza” fanno sapere i lavoratori in una lettera alla città, nonostante i numerosi incontri, e le relative ipotesi di proposta, emersi negli ultimi mesi con la banca che vorrebbe acquisire l’area all’asta: Bnl del gruppo Bnp Paribas, che a poche centinaia di metri da via Partini, nell’area della stazione Tiburtina, ha costruito e inaugurato la sua nuova sede. 

L’area di oltre 17 mila metri quadrati, stretta tra via di Portonaccio e il fascio di binari che escono dalla stazione Tiburtina, è privata e rientra tra i beni messi all’asta dopo il fallimento della Rail Service International Italia del Gruppo Barletta, l’azienda che nel 2008 ha rilevato l’attività. Officine Zero è nata nel giugno del 2013 quando l’occupazione degli operai ha aperto agli spazi sociali del quartiere e ad una serie di lavoratori autonomi e precari. 

Oggi vi trovano lavoro oltre quaranta persone, tra gli artigiani che hanno trovato posto nei capannoni e i ‘lavoratori dell’intelletto’ del coworking. Il loro progetto è stato riconosciuto come una delle più attive esperienze di economia collaborativa. Il modello di rigenerazione urbana dal basso che hanno messo in campo ha aperto all’interlocuzione con dipartimenti universitari, enti di ricerca, fondazioni e associazioni soprattutto del vicino quartiere di Casalbertone. “È a partire da questo che abbiamo iniziato a cercare una soluzione per la nostra vicenda: mettere a valore un’idea di lavoro e di città che partisse dalle esigenze di chi il lavoro lo svolge e la città la vive” continuano nella lettera.

“Così ci siamo presentati oltre un anno fa al Comune di Roma ed al Municipio IV, richiedendo la pubblica utilità per il progetto, cioè non un’eccezione per noi, ma un’opportunità per tutta la zona nel quadro delle competenze degli enti a cui ci eravamo rivolti” spiegano. “La risposta è stata negativa, perché politicamente intervenire su un terreno privato non era ritenuto possibile. Il Municipio da allora ha persino rifiutato di incontrarci ulteriormente”.

Poco dopo si è manifestato l’interesse sull’area di Bnl/Bnp Paribas. “La stessa Bnl, che comprerà l’area per una cifra pari a 2 milioni di euro, ha chiesto di incontrarci, dicendo di voler salvaguardare il progetto ma nel quadro della loro operazione sulle ex officine Rsi”. Questa la proposta: “Nel corso degli appuntamenti è apparso chiaro che non fosse una trattativa ma una semplice concessione: 3-400mq coperti all’interno dell’area come rappresentanza e lo spostamento della parte lavorativa in un capannone molto lontano, a ridosso del raccordo”.

Qui è scattato il secondo tentativo di chiamare in causa le istituzioni pubbliche. “Abbiamo preteso che il coinvolgimento delle parti pubbliche, fino ad allora prevalentemente progettuale, dovesse concretizzarsi in una forma di mediazione diretta in questa vertenza, partire dalla Regione, unico ente con cui avevamo ancora un dialogo aperto e a cui dobbiamo riconoscere di essersi assunta delle responsabilità politiche”. È in questo frangente che scatta l’ordinanza di sgombero da parte del tribunale di Lecco, “con la banca fortemente contrariata dal coinvolgimento del pubblico e noi ancora rispettosi del silenzio imposto dalla (non) trattativa”. 

Officine Zero chiede “un tavolo vero sulle sorti delle Officine, che negli ultimi giorni è stato semplicemente profilato da Regione e Comune, in cui si possa verificare senza ulteriori sotterfugi quali siano delle soluzioni congrue per il progetto di Oz ed accettabili sotto il profilo urbanistico, che mettano nero su bianco che non ci sarà speculazione edilizia su quest’area e che vi sia un’apertura verificabile al quartiere. Lo sgombero di Oz, infatti, non è altro che uno dei tanti tasselli di un domino destinato a travolgere questo quadrante e le realtà in esso attive, che con il loro operato sostituiscono pezzi di welfare non più garantiti alla cittadinanza”.

L’appello alla mobilitazione, dagli spazi sociali agli enti, dalle associazioni alla cittadinanza, è per mercoledì 27 giugno alle ore 18.30 in via Umberto Partini 20.

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