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Politica La Rustica / Via Raffaele Costi

Occupazione via Costi, si avvicina lo sgombero: operazione dei vigili per censire le fragilità

Nell'immobile vivono circa 150 persone provenienti da Africa e Romania

Si avvicina lo sgombero per le famiglie che vivono nello stabile occupato in via Raffaele Costi, a Tor Cervara. Questa mattina si sono presentati presso lo stabile gli agenti della polizia locale del V gruppo Prenestino e Casilino e quelli del Nae, il Nucleo assistenza emarginati, insieme agli assistenti della Sala operativa sociale del Comune di Roma e alla Protezione civile per informare i presenti dell'allarme igienico sanitario che pende sulla struttura e per effettuare una ‘verifica’ delle cosiddette fragilità (donne con bambini, malati, anziani, disabili) ai quali offrire assistenza dopo lo sgombero. 

La palazzina di via Costi, di proprietà privata, è abitata da circa 150 persone prevalentemente provenienti dall’Africa e in parte dalla Romania. La loro situazione era già finita al centro delle cronaca cittadina circa un anno fa, il 30 agosto del 2017, quando un grosso cumulo di rifiuti aveva preso fuoco generando un incendio le cui fiamme avevano lambito parte dell’immobile costringendo gli abitanti ad evacuare. Anche oggi l’immobile si presenta circondato da cumuli di rifiuti. 

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Così come annunciato nei giorni scorsi, questa mattina sono scattate le operazioni di aggiornamento di un precedente censimento effettuato nel marzo del 2017. Secondo quanto si apprende, l’obiettivo è individuare le cosiddette fragilità: prevalentemente donne con bambini, anziani, disabili. Ancora non è chiaro quali soluzioni assistenziali verranno offerte e se prevedranno una separazione dei nuclei familiari oppure se il Comune si è dotato di una struttura adatta ad accogliere intere famiglie. 

Lo stabile di via Costi non è il solo. Le operazioni propedeutiche allo sgombero sono scattate anche per l’ex fabbrica della Penicillina di via Tiburtina, dove, si stima, vivono circa 500 persone. Sui muri dello stabile nei giorni scorsi è stato affisso un cartello in italiano, inglese e francese. "Agli occupanti di via Tiburtina 1040. Questo immobile è stato dichiarato inagibile. Chiunque rimanga all'interno è responsabile per la sua e per l'incolumità altrui". Per procedere ad una sorta di auto-censimento, si legge ancora, gli abitanti sono invitati a recarsi presso gli uffici del IV municipio "non più tardi della fine di agosto". 

Se anche per lo stabile di via Costi si attenderà la fine di agosto oppure si deciderà di intervenire prima è una decisione che verrà presa dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si tiene periodicamente in Prefettura e al quale sono seduti anche gli enti locali. Il quadro dei possibili sgomberi di occupazioni abitative è in via definizione. Da un lato l’incontro tra gli assessorati competenti di Comune e Regione, il cui verbale è stato trasmesso alla Prefettura, con l’obiettivo di dar vita a un coordinamento tra enti locali per gestire possibili nuovi sgomberi e avviare “percorso condiviso per affrontare il tema dell’emergenza abitativa”. Al centro del vertice l’immobile di via Carlo Felice 69, a San Giovanni, già censito, e in cima alla lista dei palazzi da sgomberare. Dall’altro il lavoro del Viminale che sta pensando ad una modifica della ‘circolare Minniti’ che obbliga gli enti locali a trovare alternative per gli sgomberati e che, di fatto, in assenza di alternative, ha congelato le operazioni. L’idea è quella di aggirare l’ostacolo aggiungendo un ‘ove possibile’ e focalizzarsi solo sulle fragilità. 

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