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Domicilio dei senza fissa dimora: varato il nuovo regolamento

Obiettivo è la lotta all'intestazione fittizia di aziende a clochard. Cinque le associazioni ora autorizzate. Vietata l'intestazione di aziende con domicilio fittizio

Parte la nuova disciplina per il riordino del domicilio dei cittadini senza fissa dimora. Lo scorso 11 agosto la giunta capitolina ha votato una delibera che autorizza cinque associazioni di volontariato all’iscrizione anagrafica dei senza fissa dimora presso il loro domicilio. Si tratta della Caritas Diocesana, autorizzata per due sedi (via delle Zoccolette 19 e Via Marsala 109), la Comunità di Sant’Egidio (via Dandolo 10), l’Associazione Centro Astalli (via Astalli 41), Focus-Casa dei Diritti Sociali (via Giovanni Giolitti 225), L’Esercito della Salvezza (via degli Apuli 39).

Ogni Comune italiano dispone di un indirizzo anagrafico convenzionale per i senza fissa dimora. A Roma dal 2002 l'apposito domicilio "via della Casa Comunale" è divenuto “Via Modesta Valenti”, in memoria di un’anziana homeless deceduta per omissione di soccorso.

Nel corso degli anni però si sono registrate delle anomalie. Sono stati riscontrati casi di iscrizioni di società e imprese intestate a persone senza fissa dimora, domiciliate in via Modesta Valenti. Un'irregolarità compiuta nel tentativo di aggirare oneri fiscali o pignoramenti sul quale sta indagando la magistratura. Per contrastare questo abuso è in corso un lavoro congiunto tra Campidoglio e Camera di Commercio che sta portando alla cancellazione delle imprese con domicilio sospetto dai registri della CCIAA. 

La delibera votata dalla giunta prevede che il domicilio fittizio non possa essere valido come sede legale di società o imprese. Il testo prevede inoltre che ogni anno il Dipartimento Politiche Sociali del Campidoglio possa procedere ad autorizzare alla concessione di domicilio fittizio anche eventuali altre associazioni che operano nel settore dell’assistenza ai senza fissa dimora. 

L’iscrizione anagrafica potrà avvenire negli uffici demografici dei 15 Municipi esclusivamente attraverso il modello di nulla osta fornito dagli uffici di Roma Capitale. Le singole associazioni inoltre dovranno confermare annualmente, pena la decadenza del servizio, il rapporto di assistenza con le persone iscritte al loro domicilio fittizio. Lo comunica, in una nota, il Campidoglio.


 

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