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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Nuove Frontiere rilancia l’allarme immigrazione

"L’entità e la velocità del fenomeno rendono il processo ingovernabile"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

La preoccupazione relativa all'ingestibilità del fenomeno immigratorio che come Nuove Frontiere onlus denunciamo dal 2006 è cresciuta sensibilmente in questo ultimo periodo per due ragioni:

vedendo che si è fatto poco, sia in termini di prevenzione che in termini di integrazione, e quel poco si è fatto male;

perché la classe politica nel suo complesso, ed in particolare dell'attuale governo nella figura del ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi, sembra rendersi poco conto di quanto si sia ormai da tempo raggiunto il livello di guardia e adesso con questa recessione senza precedenti la situazione rischia di sfuggire di mano.

 

A sentire il ministro sembrerebbe che la colpa sia degli italiani, che invece hanno dato e stanno dando una prova di civiltà e tolleranza senza eguali in Europa, e non del fatto che il fenomeno con questi trend e questa velocità è ingestibile e foriero di gravissime ed inevitabili tensioni.

 

Gli italiani, a ragione, hanno la sensazione di non essere tutelati e lasciati in balia degli eventi:

  • nelle graduatorie per le case popolari come in quelle per gli asili nido vedono sempre ai primi posti extracomunitari;
  • prendere i mezzi pubblici, soprattutto nelle grandi metropoli, risulta nella migliore delle ipotesi un'esperienza da voltastomaco vista la scarsa igiene e pulizia, nella peggiore rischiano il borseggio;
  • assistono inermi in molti casi a veri e propri atti di prepotenza ed arroganza(ai semafori come nei mezzi pubblici)da parte di sbruffoni che si comportano da padroni a "casa nostra";
  • per le donne uscire soprattutto nelle ore serali è sempre più rischioso;
  • tolgono lavoro perché si accontentano di retribuzioni in nero per i nostri inaccettabili; vedono da parte delle forze dell'ordine "poco controllo" verso coloro che detengono una qualsiasi attività imprenditoriale;
  • infoltiscono le schiere della microcriminalità come se già non bastasse la nostra;
  • con le merci contraffatte ed il commercio abusivocontribuiscono alla lenta agonia dei piccoli commercianti al dettaglio e si potrebbe proseguire.

Questo non per fare di ogni erba un fascio ma non avendo il Paese la possibilità di accoglierli in così gran numero è inevitabile che fenomeni degenerativi si creino. Immaginare che tutto questo possa proseguire senza che nulla accada è a nostro modesto avviso pura follia.

 

Tre sono le linee a nostro avviso da adottare immediatamente:

1. Politiche di integrazione che passano attraverso l'eliminazione del reato di clandestinità di per sé pericoloso e dannoso per arrivare al diritto di cittadinanza per quanti figli di stranieri siano nati qui, dal contrasto all'ingrandimento ulteriore di quartieri etnici

2. Contrastare in maniera anche dura se necessario il fenomeno immigratorio (bene diceva a nostro avviso l'ex ministro Roberto Maroni relativamente all'istituzione dell'embargo in uscita coadiuvati dall'Europa, rendere più dure le condizioni per la richiesta di ricongiungimento o di ingresso familiare che sono a dir poco blande rivedere il Trattato di Schengen che a nostro avviso doveva essere attuato come una road map, quindi per tappe, soprattutto per quei Paesi che uscivano da un settantennio di regime comunista)

3. Ripresa della cooperazione, soprattutto nei Paesi del Magreb, volta a creare forme di sviluppo locale e quindi volte a disincentivare il fenomeno migratorio.

 

Per concludere: senza un'analisi seria, con un'impostazione "buonista" che non tiene conto delle reali possibilità e potenzialità presenti nel nostro Paese, non solo economiche e strutturali ma anche umane, andremo prima o poi a sbattere frontalmente contro quel muro di cemento armato che si chiama realtà.

 

La strada in grado di conciliare democrazia e diritti umani da una parte, rapidità ed efficacia decisionale e sicurezza dall'altra è ancora tutta da tracciare.

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