E' durata oltre quattro ore l'audizione di Virginia Raggi davanti ai magistrati titolari dell'inchiesta sulle nomine in Campidoglio, quella alla direzione Turismo di Renato Marra, fratello di Raffaele (sotto processo per corruzione), poi revocata, e quella di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria politica. "E' stato un colloquio molto cordiale, lo avevo chiesto io" ha spiegato uscendo dal tribunale. "Sono fiduciosa". 

La prima cittadina tre settimane fa aveva ricevuto l'avviso di chiusura delle indagini da parte della Procura, atto che in genere anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. A suo carico il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall'Olio configurano le accuse di abuso d'ufficio per la nomina al vertice della sua segreteria di Salvatore Romeo, che venne promosso da funzionario del Dipartimento Partecipate, con stipendio di 39 mila euro annui, all'incarico da 93 mila euro, e di falso per quella di Renato Marra a capo dell'ufficio promozione Turismo. 

Raggi, accompagnata dai suoi legali, che nei giorni scorsi hanno depositato una memoria difensiva, ha sostenuto la regolarità della nomina di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria rispettando il Tuel, il Testo unico degli enti locali, così come certificato anche dal parere pro-veritate dell'esperto di diritto amministrativo Federico Tedeschini. 

C'è poi la nomina, revocata, di Renato Marra alla direzione Turismo, per la quale la sindaca è accusata di falso in relazione alle dichiarazioni di aver curato in prima persona quella nomina, quindi senza aver consultato l'allora capo del personale Raffaele Marra, fratello di Renato. Nella sua difesa, gli avvocati della sindaca negano che si tratti di un falso documentale in quanto la sua firma ratificò una decisione presa dall'assessore al Commercio e Turismo, Adriano Meloni.