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La Barbuta, sì ai soldi no al nuovo campo: Leroy Merlin sulla linea del sindaco

Lo annuncia l'associazione 21 Luglio, che il 4 novembre aveva avviato una campagna contro il progetto di un nuovo campo rom, frutto di un accordo che il Comune ha preso mesi fa con la multinazionale francese

Sulla Barbuta, Leroy Merlin annuncia il passo indietro. A tre settimane dall'avvio della campagna con cui l'Associazione 21 Luglio ha chiesto al colosso francese del bricolage il dietrofront, l'azienda si è detta disponibile a valutare eventuali modifiche, su disposizione del Comune di Roma, al progetto, ancora da approvare ma già presentato in Commissione Politiche Sociali, che prevede la costruzione di un nuovo campo per soli rom in sostituzione di quello già esistente da due anni, sotto il cono di volo di Ciampino. La decisione arriva a pochi giorni dalla presa di posizione, netta, del sindaco Marino, che ha dichiarato senza mezzi termini: "Chiuderemo i campi". E quindi, necessariamente, non ne apriremo altri, neanche a La Barbuta. 

Di un campo, nuovo, nell'area esattamente adiacente al terreno che ospita quello attuale, si parla da mesi, specialmente per il modus comunicandi di un progetto che il Comune di Roma non ha mai diffuso nè alla stampa nè ai cittadini. I dettagli sono stati resi noti dalla 21 Luglio stessa, che a riguardo ha condotto una ricerca e diffuso un dossier.   

Per la prima volta nel nostro Paese sarebbe stata una multinazionale, Leroy Merlin Italia appunto, a farsi carico della realizzazione di un campo rom, grazie alla costituzione di un’Associazione Temporanea di Impresa (ATI) alla quale parteciperebbe anche la Comunità di Capodarco di Roma, e la cooperativa Ermes, per l'aspetto gestionale. In cambio dell’investimento, pari a 11,5 milioni di euro, l'azienda francese riceverebbe dal Comune la concessione gratuita per 99 anni del terreno su cui oggi sorge oggi il campo La Barbuta, per installarci così le proprie attività commerciali.

Ora però, l'azienda si dice disponibile a versare le stesse risorse per altri progetti, che non siano un campo. "La multinazionale del bricolage - fanno sapere dalla 21 Luglio - ha confermato la propria disponibilità a realizzare opere di pubblica utilità, nell’ambito di tale progetto, finalizzate, tra l’altro, a cercare soluzioni costruttive ed alternative alla situazione attuale in cui versano i beneficiari finali di tali opere, nel rispetto di tutte le norme di Legge e degli standard internazionali sui Diritti Umani». Altre soluzioni dunque, rispetto alle quali Leroy Merlin "si augura una pronta risoluzione e comunicazione" di alternative al campo. La palla quindi passa in Campidoglio. 

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