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Nidi, esasperazione al Pigneto: due classi senza insegnante, i genitori chiamano i vigili

Tra mancate sostituzioni e disservizi è caos nelle scuole dell'infanzia romane. L'usb diffida il Comune: "Nonostante la trattativa sindacale sia ancora aperta l'atto unilaterale va avanti"

È caos negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia romane. Classi affollate dove le mancate sostituzioni fanno schizzare il rapporto tra il numero di bambini e insegnanti a livelli mai raggiunti. Denunce di disservizi di genitori preoccupati per i loro piccoli che rimbalzano sui social network. E ancora, petizioni e assemblee contro il nuovo modello organizzativo elaborato dall'amministrazione capitolina. Il caso più eclatante si è verificato al Pigneto, alla scuola E. Toti, dove per due giorni di seguito i genitori hanno chiamato la polizia municipale perché due classi erano rimaste 'scoperte'.

LA DIFFIDA - Della tregua annunciata dal vicesindaco con delega al Personale Luigi Nieri al termine dei lunghi tavoli sindacali sul contratto decentrato di metà gennaio, con la promessa di sospensione dell'atto unilaterale per il settore scolastico, non c'è traccia. Anzi, in ogni municipio della Capitale soffiano venti di battaglia. Proprio oggi l'Unione sindacale di base ha diffidato l'amministrazione capitolina dall'applicazione della delibera 236 del luglio scorso denunciando: “Mentre è ancora in corso un confronto tra le Parti Sociali e l’Amministrazione l’atto unilaterale è stato applicato dal 1 gennaio e sta creando nei servizi educativi e scolastici parecchie situazioni di disagio e pericolo per l’incolumità dei bambini e del personale” si legge in una nota.

IL CASO PIGNETO - “Per due giorni di seguito, mercoledì e giovedì, i genitori del nido E. Toti hanno chiamato la polizia municipale perché due classi, per un totale di 32 bambini, erano rimaste scoperte” racconta Daniela Pitti dell'Usb. Secondo quanto si apprende i bambini, tutti tra i 3 e i 4 anni, erano stati radunati in palestra in modo da essere controllati tutti insieme. L'assenza dell'insegnante infatti non è stata coperta con alcuna sostituzione. “Avevamo la maestra titolare che aveva un intervento, si sapeva da tempo che sarebbe stata assente: abbiamo dovuto lasciare i bambini con la maestra di sostegno, perché la supplente non è stata mandata" ha raccontato all'agenzia Dire una mamma. E solo nella giornata di ieri, decine e decine di segnalazioni sono arrivate da nidi e scuole dell'infanzia agli uffici competenti, o addirittura alle forze dell'ordine.

IL NUOVO CONTRATTOAlla radice di tutto ci sarebbe la confusione in merito all'applicazione del nuovo contratto unilaterale per cui, all'indomani delle proteste in Campidoglio, era stata annunciata la sospensione. L'obiettivo del nuovo schema organizzativo sarebbe quello di ricorrere sempre meno all'impiego di supplenti puntando a fare in modo che le stesse insegnanti di ruolo siano in grado di coprire i buchi. Come? Aumentando il monte ore settimanale da 27 a 30 ore. “A differenza di quanto annunciato dall'amministrazione nei giorni scorsi dai direttori dei dipartimenti stanno arrivando ordini di servizio in cui si impone l'applicazione del contratto arrivando anche a minacciare sanzioni per chi non agisce di conseguenza” denuncia Caterina Fida. “Il tutto a scapito di lavoratrici sempre più preoccupate per la qualità dell'offerta formativa, la sicurezza, loro e dei bambini, sul luogo di lavoro con il rischio di nuovi tagli e riduzioni degli stipendi” continua Fida.

LA CIRCOLARE - Nel mirino soprattutto una nota inviata dal Direttore del Dipartimento Politiche Educative e Scolastiche che “il 9 gennaio scorso ha inviato una circolare in cui si esasperano ancora di più le disposizioni contenute nella delibera” spiega Pitti. “Dal primo febbraio il personale assente non verrà più sostituito nelle scuole dell'infanzia per tre giorni del turno pomeridiano obbligando di fatto tutto il personale a svolgere tre ore in più a settimana da concentrare per ogni educatrice in un solo giorno che diventa così di otto ore. Un 'obbligo' che non è nemmeno inserito nel contratto unilaterale. In alcuni casi sono addirittura arrivate lettere con minacce di richiamo e sanzioni per il personale che non seguirà queste disposizioni” spiega Pitti. La decisione punterebbe ad assicurare, almeno in via teorica, la copertura dei turni anche in caso di assenze. “Ma non tiene in considerazione le conseguenze sull'offerta formativa e sulla qualità del lavoro di educatrici costrette a stare a contatto con bambini così piccoli per otto ore di fila”.

L'INCONTROIl prossimo 5 febbraio l'Unione sindacale di base ha in programma un incontro con il vicesindaco Nieri e l'assessore alla Scuola Paolo Masini. Nel frattempo però il sindacato affila le unghie: “Abbiamo dato mandato ai nostri legali per procedere contro l’atto unilaterale applicato dal 1 gennaio e che ha comportato riduzioni di stipendio per tutte le categorie. Stiamo inoltre procedendo a diffidare ogni livello dell’amministrazione che riterremo direttamente responsabile di danni procurati all’utenza e al personale” si legge in una nota.

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