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Il Comune non paga i nidi, è scarica barile tra gli uffici ma gli assessori promettono: "Colmeremo lacune"

Lemmetti: "Snelliremo le procedure". E tra le ipotesi quella di utilizzare fondi ministeriali anche per rafforzare il personale negli uffici

I ritardi verranno colmati, è la promessa del Campidoglio, cercando di snellire le procedure burocratiche delle liquidazioni. E magari, ma è tutto da definire, incrementando il numero di personale negli uffici. Il Comune cerca di mettere una pezza ai mancati pagamenti a buona parte dei suoi 188 asili nido convenzionati. Se ne è discusso in commissione Trasparenza, alla presenza di rappresentanti del comitato Onda Gialla che riunisce i titolari delle strutture, degli assessori al Bilancio, Gianni Lemmetti, e alla Scuola, Laura Baldassarre, della Ragioneria, del dipartimento di viale Manzoni. 

"Il problema è grave, i gestori dei nidi sono alla canna del gas, parliamo di piccole imprese che non riescono più a tenersi in piedi". E' il capogruppo della Lega in Campidoglio Maurizio Politi, che ha richiesto la convocazione della commissione, a fare il punto della vicenda. "Non sono qui per fare semplicemente polemica. Ma per trovare una soluzione il più rapida possibile a quella che è a tutti gli effetti un'emergenza". Perché ci sono decine di ditte, per lo più a trazione femminile, che mandano avanti a stento la metà degli asili romani, vantando crediti di centinaia di migliaia di euro dalla pubblica amministrazione.  

La colpa dei ritardi nei pagamenti, come noto, è tutta di una macchina amministrativa elefantiaca che avanza a fatica tra pile di carte bollate. Le fatture emesse dai gestori degli asili passano dai municipi per l'attestazione di regolarità del servizio, dal dipartimento Scuola per la predisposizione dell'atto di liquidazione, dalla Regioneria per il mandato di pagamento, dalla Tesoreria di Stato per la validazione finale. Ma il personale non basta, i procedimenti sono complessi e il sistema si intoppa, anche per il restante comparto del Terzo settore che si occupa di svariati servizi sociali sul territorio. 

"E' vero che ci sono situazioni incancrenite, ma nel 2018 già abbiamo ridotto la lunghezza delle procedure, la sfida vera sarà per il 2019" prova a rassicurare Lemmetti. Ma i dati di dicembre forniti dalla Ragioneria generale evidenziano i problemi: al 7 dicembre dal dipartimento Scuola e Sociale sono arrivate 612 proposte di liquidazione, di queste 240 per i nidi. "Non siamo riusciti a processarle tutte". Contro la Ragioneria, e in particolare contro un dirigente che non avrebbe svolto correttamente il suo lavoro, si era scagliato il Campidoglio a dicembre, comunicando di aver avviato un'indagine interna, ancora in corso. Un attacco che irritò non poco l'assessore Lemmetti, perché nell'iter una parte del lavoro tocca pure al dipartimento Scuola. 

"Lavoreremo tutti insieme per dare seguito a una mozione votata in aula a novembre, che richiede un cambiamento nelle procedure di emissione dei bonifici. Ci stiamo riunendo costantemente per farlo" assicura Baldassarre con toni oggi collaborativi nei confronti del collega titolare al Bilancio. Ma difendendo comunque a spada tratta l'operato dei suoi uffici: "Contano i dati. Quelli che abbiamo portato in commissione testimoniano il lavoro incessante dei nostri funzionari e dirigenti". Si riferisce a quanto illustrato dalla direttrice del dipartimento Scuola, Luisa Massimiani: "Noi non siamo che dei passacarte, e inviamo tutte le pratiche alla Ragioneria, ogni mese. Le ultime che ci sono rimaste sono 8, su 188 totali, ma lo stallo è dovuto a errori dei gestori nella compilazione delle fatture". 

Baldassarre: "Il fenomeno va ridimensionato"

Al netto delle singole responsabilità, le soluzioni servono a stretto giro. L'urgenza è adesso. "Ho tre figli e non vengo pagata da settembre - racconta Valentina Delle Grotte, titolare di un nido a Quarto Miglio - siamo al collasso. Fare impresa così non è giusto. Ho 17 dipendenti donne a tempo determinato, che hanno famiglie, figli, tre in maternità. Il Comune mi deve 100mila euro". Come lei decine di altri responsabili di nidi (sono 40 solo i membri del comitato Onda Gialla) tirano fuori di tasca propria le risorse per coprire costi di gestione e personale. Una corda tiratissima da mesi che rischia in molti casi di spezzarsi. E quanto emerso in commissione delude. "Soluzioni concrete e immediate sembra che non ne abbiano" commenta Flavia De Luca, con due nidi all'Eur e a Mostacciano, senza retribuzione da giugno. "Vedremo il mese prossimo se qualcosa è cambiato".

Insieme allo snellimento della procedura, l'ipotesi al vaglio del Campidoglio riguarda la possibilità di utilizzare parte dei fondi ministeriali che riguardano la fascia 0-6 anni, arrivati a dicembre (QUI LA NOTIZIA), anche per rafforzare il numero del personale addetto alle pratiche specifiche. Ma l'utilizzo del finanziamento, circa 10milioni di euro, dovrà passare per un regolamento, ancora da stilare, da zero. 

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