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Vendola choc: "Ho paura a girare solo nella Roma di Alemanno"

Il leader di Sel in un'intervista al Fatto. "Se a Roma di sera mi viene voglia di fare due passi rinuncio". Scritte omofobe al Tacito: "Frocio dimettiti"

C'è chi, per colpa dei suoi gusti sessuali, ha paura a girare per Roma. O meglio, per colpa di chi non li tollera. Se poi è in politica, si mostra in pubblico e ambisce a farsi portavoce dei diritti gay allora l'omofobia sta dietro l'angolo. Nichi Vendola, governatore della Puglia, lo ha detto chiaramente al Fatto Quotidiano, in un'intervista rilasciata a Paola Zanca. "Se a Roma di sera mi viene voglia di fare due passi da solo, rinuncio".

VENDOLA AL FATTO - Parole choc quelle del leader di Sel che lo ammette senza mezzi termini. "Questo clima mi impone di limitare gli spazi della mia vita privata - racconta - Sono costretto a gestire ogni mossa con molta prudenza". Poi la stoccata al mondo politico e alla gestione della capitale nel segno di Alemanno. "Questo è il paese dove il sigillo di normalità lo ha messo Giovanardi - rincara Vendola - qui un certo ambiente ecclesiastico impedisce perfino che facciano norme per sanzionare la violenza...".

E il primo cittadino avrebbe le sue reponsabilità: "Roma negli anni di Alemanno ha visto lo sdoganamento dei piccoli gruppi dediti all'igiene nel mondo. Non puoi non pensarci quando, per un minuto, cerchi di essere una persona normale che vuole prendersi un gelato a Campo dè Fiori". Fresco di ieri l'insulto al leader di Sel su Facebook da parte di Romano Amatiello, ultimo acquisto di Casapound nel IV Municipio, che lo ha apostrofato come "checcus istericus" scatenando la polemica. E se gli stessi insulti se li scambiano dei quindicenni? Forse fanno ancora più paura.

SCRITTE OMOFOBE AL TACITO - "Frocio dimettiti". Questa la scritta comparsa davanti al liceo Tacito chiaramente rivolta, con croce celtica annessa, al nuovo rappresentante d'istituto, dichiaratamente gay. A qualcuno, evidentemente, non va giù tanto coraggio. E non va giù che proprio lui, Giovanni, (nome di fantasia. ndr) sia stato il più votato della scuola. Il ragazzo ha parlato al Messaggero tenendoci a non passare come la vittima di turno. "Sono un ragazzo forte e non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno". Non ha sporto denuncia legale ma ha deciso di rendere pubblico il fatto perché il silenzio, si sa, può far male.

"IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA" - La memoria va inevitabilmente a Davide (nome di fantasia, ndr), il 15enne morto impiccato lo scorso novembre. Andava al liceo scientifico Cavour, era gay, si sapeva e lui non lo nascondeva. I coetanei lo prendevano in giro da tempo, per l'abbigliamento estroso e per i modi di fare. Un giorno è tornato da scuola, ha preso una sciarpa, si è chiuso in bagno e si è tolto la vita. Certo non c'è più lui a poterlo confermare. Ma sono in molti a credere che non ce la facesse più a sopportare quegli insulti. Il fascicolo della Procura di Roma è ancora aperto ma per ora nessuno è indagato.

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