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Opera di Roma, Muti lascia. L'assessore Marinelli: "Dimissioni che colpiscono"

Muti ha comunicato la sua decisione in una lettera al Sovrintendente Carlo Fuortes. Spiazzato il Campidoglio. "Decisione che comprendo", spiega il ministro Franceschini

Il maestro Riccardo Muti, attuale direttore artistico onorario del Teatro dell'Opera di Roma, ha rinunciato alla direzione delle opere "Aida" e "Nozze di Figaro", destinate alla sua conduzione in base al cartellone del teatro. Muti ha comunicato la sua decisione in una lettera al Sovrintendente Carlo Fuortes.

L'assessore alla cultura di Roma capitale Giovanna Marinelli commenta così: "Le dimissioni del Maestro Riccardo Muti dispiacciono e colpiscono, a lui va innanzitutto il nostro ringraziamento per lo straordinario lavoro svolto in questi ultimi sei anni, per il rilancio e i brillanti successi artisti dell'Opera di Roma. Credo che l'unica risposta per le Istituzioni sia quella di dare sicurezza e solidità al Teatro che sta uscendo da anni di dissesti e di bilanci in rosso che l'hanno portato sulla soglia della liquidazione".

"Ora il piano di rilancio c'è, come c'è l'aggancio alla legge Bray che permette di guardare al futuro con certezze economiche e con progetti di lungo respiro. È importante - prosegue Marinelli - che il piano abbia avuto una solida maggioranza nel referendum tra i lavoratori dell'Opera. Spero che la lunga fase di contrasti e di proteste che ha segnato gli ultimi mesi sia chiusa con questo passaggio. All'Opera serve stabilità e un grande lavoro mirato alla qualità e a far crescere il pubblico già così appassionato della lirica e della danza. A queste condizioni si può ricostruire il rapporto col maestro Muti e puntare al suo ritorno".

Il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini ha affermato di aver "conosciuto nella mia vita poche persone che amano profondamente il proprio Paese come il Maestro Muti. Per questo anche in una giornata brutta come questa, sono felice di sottolineare che continuerà in Italia il suo straordinario lavoro con i giovani dell'Orchestra Cherubini. E sono certo non mancheranno molte altre grandi occasioni che cercheremo di costruire tenacemente".

"Debbo però anche dire, con profonda amarezza, - ha aggiunto il ministro - che capisco le ragioni che lo hanno portato alla scelta, dolorosa per lui e per tutti, di interrompere il rapporto con l'Opera di Roma. Spero che almeno questo faccia aprire gli occhi a tutti quelli che ostacolano, con resistenze corporative e autolesioniste, l'impegno per quel cambiamento che la musica e la lirica italiana attendono da troppo tempo per stare al passo coi tempi e per cui lo Stato è impegnato con convinzione e risorse, dal decreto Bray in poi".

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