rotate-mobile
Politica Centro Storico

Museo della Shoah: sede temporanea al Ghetto, poi si va a Villa Torlonia

Ecco la proposta di Marino avanzata al cda della Fondazione del museo che ha ricucito lo strappo con la comunità ebraica sui tempi di realizzazione. La prossima settimana un nuovo incontro

La Casina dei Vallati, al portico d'Ottavia, in largo XVI ottobre 1943, nella zona del Ghetto, proprio dove vennero raccolti gli ebrei romani per la deportazione, per allestire un museo della Shoah temporaneo. Poi, una volta terminato, il trasferimento a Villa Torlonia i cui lavori verranno iniziati entro il 2015, a settant'anni dalla liberazione dai campi di sterminio. È questa la proposta avanzata dal Campidoglio nel corso della riunione del cda della Fondazione Museo della Shoah di ieri pomeriggio.

INCONTRO TESO - Un incontro dall'esito non scontato con il Presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici pronto a dare le dimissioni: “Se si va all'apertura delle buste questo non è più il progetto in cui mi ritrovo (quello di villa Torlonia, ndr). Posso pensare di dimettermi e di fare uscire la Comunità ebraica dalla fondazione Museo della Shoah” aveva tuonato prima dell'inizio della riunione. Invece la proposta di Marino, seppur non ancora ufficialmente accolta, la prossima settimana infatti il cda verrà aggiornato, è stata apprezzata. Ha spiegato il sindaco: “Nel corso della discussione è emersa una evidente diversità di opinioni tra i rappresentanti della comunità ebraica nel Cda della Fondazione. Pertanto ho deciso di accogliere la richiesta di un’ultima pausa di riflessione di alcuni giorni”.

I TEMPI - Sfuma quindi l'ipotesi del trasferimento all'Eur caldeggiata nelle scorse settimane dalla stessa comunità ebraica preoccupata dai tempi troppo lunghi di realizzazione della struttura di Villa Torlonia. “È stato umiliante vedere, oggi, Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz, in lacrime davanti a dirigenti e assessori comunali mentre chiedeva 'vi prego, correte, ve lo chiedo in ginocchio'” ha raccontato Pacifici.

LA PROPOSTA DEL CAMPIDOGLIO - Per il Campidoglio però abbandonare il progetto di Villa Torlonia, per cui sono già stati spesi circa 15 milioni di euro, significherebbe andare in contro a una penale. Così la mediazione di Marino: “Entro il 2015 posa della prima pietra del museo della Shoah a Villa Torlonia, in corrispondenza del 70° anniversario della Liberazione degli ebrei dai campi di sterminio, e subito la disponibilità di un luogo della memoria evocativo, come la Casina dei Vallati, in piazza 16 ottobre 1943, lo stesso luogo dove furono raccolti gli ebrei per la deportazione” si legge in una nota. Il luogo prescelto, grande circa 800 metri quadri, attualmente ospita uffici comunali ma è sottoutilizzata e immediatamente disponibile. “Sarà un centro di documentazione e studio e si tratta di una sede provvisoria in attesa di quella di villa Torlonia” ha spiegato il presidente delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna.

MARINO - “Abbiamo di fronte una decisione che ha una profonda valenza etica nei confronti degli ultimi sopravvissuti ai campi di sterminio” ha affermato il sindaco “e la dobbiamo prendere anche con l’emozione della scomparsa di Mario Limentani, delle lacrime odierne di Sami Modiano, e delle parole toccanti di Pietro Terracina. Ma come Amministrazione abbiamo il dovere di decidere tenendo conto anche dei vincoli giuridici e quindi di rispettare la procedura avviata e aprire le buste del bando di gara europeo per la realizzazione del museo, come sottolineato anche dal presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Museo della Shoah: sede temporanea al Ghetto, poi si va a Villa Torlonia

RomaToday è in caricamento