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Campidoglio, approvata la mozione M5S che 'sfratta' Scarpellini

Con il voto positivo l'Assemblea chiede alla Giunta di disdire i contratti degli uffici di via delle Vergini di proprietà del costruttore. Risparmio totale: 140 milioni di euro

Disdire tre contratti d'affitto per un totale di 14,7 milioni di euro per cercare soluzioni meno onerose per l'amministrazione capitolina. È questo quanto richiesto alla Giunta guidata dal sindaco Marino dal Consiglio capitolino che questo pomeriggio ha approvato una mozione presentata dai consiglieri del Movimento cinque stelle. In tempi di ristrettezze economiche e spending review la notizia potrebbe passare inosservata. Eppure i palazzi in questione non sono immobili qualsiasi. Al centro delle attenzioni dei Cinque Stelle ci sono gli edifici di via delle Vergini e quello di Largo Loria, tutti affittati dalla società di un importante imprenditore romano, la Milano 90 di Sergio Scarpellini, la stessa che ha affittato alla Camera gli uffici di Palazzo Marini.

Come si legge nella mozione che porta la firma dei consiglieri Frongia, De Vito, Raggi e Stefàno, per l'edificio di Via delle Vergini al civico 18 il Comune di Roma versa ogni anno oltre cinque milioni di euro, 5.046.696,71 per la precisione. Mentre per gli altri palazzi ubicati nella stessa via, il canone annuo ammonta a 1 milione 28 mila euro. Entrambi di proprietà della Milano 90 di Scarpellini, il primo contratto ha una scadenza fissata nel 2022, il secondo nel 2024. Per la costruzione in via Largo Loria invece l'affitto annuale è di oltre 9 milioni di euro, 9.519.645,77 per la precisione. La proprietà di quest'ultimo è dell'Inpgi, “che lo affitta alla società a r.l. Milano 90 che, a sua volta, lo subaffitta a Roma Capitale con scadenza contrattuale fissata nel 2022” scrivono nella mozione. Fino ad oggi, in totale sono stati spesi 116 milioni di euro e ancora se ne dovrebbero spendere 140 milioni se non si decidesse di recidere il contratto.

I consiglieri Cinque Stelle chiedono alla giunta di sfruttare una norma inserita nel Decreto del Fare che permette a regioni ed enti locali di recedere dai contratti anche in deroga a quanto fissato dagli stessi. In alternativa si può richiedere l'utilizzo di beni dello Stato liberi che possono servire allo stesso scopo. Le amministrazioni che vogliono ricorrere a questa possibilità però devono farlo entro il 31 dicembre di quest'anno.

La possibilità è stata presa in considerazione dallo stesso vicesindaco con delega al Patrimonio Luigi Nieri che all'inizio di ottobre aveva pubblicato l'elenco degli immobili affittati dall'amministrazione comunale, tra cui anche gli immobili oggetto della mozione, annunciando la volontà di ricorrere al decreto in merito di spending review per tagliare gli affitti capitolini che costano ogni anno 57,2 milioni di euro.

LEGGI L'ELENCO CON TUTTI GLI AFFITTI

La mozione punta a impegnare la giunta a cercare “tra gli immobili non occupati o parzialmente occupati di proprietà di Roma Capitale e del Demanio, delle soluzioni più idonee” presentando la richiesta per accedervi entro il 30 novembre di quest'anno e “a dare disdetta, entro e non oltre il 31 dicembre 2013, dei contratti di locazione passiva”. Il tutto, “prevedendo adeguate forme di tutela degli attuali livelli occupazionali per i dipendenti della società Milano 90 a s.r.l.”.

“Il voto di oggi è un voto storico che va a intervenire con coraggio a sfavore di un imprenditore che da tempo affitta diversi palazzi di sua proprietà alla politica romana e non solo. Affitti che pesano per molti milioni di euro, come dimostrato nella mozione, sulle casse dell'amministrazione pubblica” commenta il consigliere Daniele Frongia. “Nonostante nella discussione sul tema alcuni esponenti della maggioranza si siano dimostrati contrari alla nostra proposta adducendo la necessità di trovare prima delle alternative e rischiando così di vincolare per anni il Comune a versare quegli affitti, la mozione ha ricevuto poi il parere favorevole dell'Aula”.

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