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Metro C, saltano i vertici di Roma Metropolitane: le 'accuse' del Campidoglio

"Preoccupante autoreferenzialità" e "carenze gestionali" per la realizzazione della metro C sono tra le 'giuste cause' per l'azzeramento elencate nell'ordinanza firmata dal sindaco

“Una preoccupante autoreferenzialità” e disattenzione verso “gli atti di indirizzo” dell'azionista di riferimento. E ancora. Ritardi nelle attività legate all'esercizio della metro C, “conferimento di incarichi senza alcuna forma di evidenza pubblica” fino ad arrivare ad una vera e propria 'dichiarazione di guerra': una ingiunzione di pagamento diretta al Campidoglio. Sono diverse le motivazioni contenute nel testo dell'ordinanza con cui il sindaco Ignazio Marino ieri ha rimosso i vertici di Roma Metropolitane. Non un fulmine a ciel sereno ma una decisione che rappresenta il culmine di un anno di rapporti difficili con i vertici nominati dal predecessore Gianni Alemanno in particolare tra l'assessore alla Mobilità Guido Improta, il presidente Massimo Palombi e il direttore generale, Luigi Napoli. Al centro delle preoccupazioni non poteva non spiccare la gestione dei lavori per la realizzazione della metro C.

“PREOCCUPANTE AUTOREFERENZIALITA'” - "Non si può non rilevare che nella gestione dei progetti che le sono stati affidati, dalla realizzazione della linea C alle procedure connesse alla creazione dei corridoi della mobilità piuttosto che al completamento della B1 e delle opere connesse alla sua entrata in esercizio, Roma Metropolitane, nel corso del tempo, ha sviluppato una preoccupante autorefenzialità e un'attenzione alla mera correttezza formale degli atti prescindendo dal rendere conto dell'utilità della sua esistenza rispetto agli uffici dipartimentali di Roma Capitale e, cosa ancor più grave, disattendendo gli atti di indirizzo di cui e stata destinataria". Questa la motivazione principale evidenziata dall'assessore ai Trasporti, Guido Improta, contenuta nell'ordinanza.

METRO C – Tra i motivi esposti nell'ordinanza, la gestione della metro C è certamente il nodo più difficile. A partire dalle “evidenti carenze gestionali” che hanno portato l'assessore Improta a dover “sollecitare in data 10 giugno 2014 il presidente di Roma Metropolitane ad assolvere, con tutta l'urgenza del caso, ad alcune attività necessarie per dare la necessaria continuità all'espletamento del pre-esercizio della linea da parte di Atac”. Continua Improta: “Anche in questa occasione, Roma Capitale non ha potuto beneficiare di una risposta coerente in termini di tempi e modalità con le esigenze rappresentate". Tra le rimostranze si legge anche di un “contegno dilatorio, generante danni, nei rapporti con la società Metro C, ad esempio disponendo o non contestando adeguatamente sospensioni di lavori motivate dalla mancata liquidazione di corrispettivi. Oppure per il conferimento di incarichi senza alcuna forma di evidenza pubblica”. Al Campidoglio non è piaciuta nemmeno la decisione della municipalizzata di “comporre con il contraente generale ulteriori partite creditorie-debitorie, senza il preventivo e assenso degli enti finanziatori e senza l'inserimento, in via cautelativa, di un'opportuna clausola di sospensione dell'efficacia quell'atto fino a pronunciamento degli stessi enti finanziatori”.

MANCATA FIDUCIA – Insomma, nonostante il tentativo di dialogo tra le istituzioni capitoline e i vertici di Roma Metropolitane, il testo dell'ordinanza riassume un anno di rapporti difficili. Si legge nell'ordinanza:“In data 3 luglio 2014 Roma Metropolitane ha anche ritenuto di diffondere a mezzo stampa e pubblicare sui proprio sito web un comunicato stampa che, nel ricostruire in modo improprio la situazione di atti contabili e contrattuali, attribuisce responsabilità omissive al dipartimento Mobilità e Trasporti". Una nota a cui l'istituzione capitolina ritendendola “altamente lesiva” ha chiesto una rettifica. In conclusione l'ordinanza parla di un “progressivo deterioramento di qualsiasi convergenza sulle modalità di gestione della società tale da compromettere il 'pactum fiduciae' tra l'amministrazione e i propri rappresentanti in seno al Cda".

COMMENTI – La decisione del primo cittadino romano è stata condivisa da più parti. In primis il vicesindaco Luigi Nieri che su Facebook ha scritto: "L'attuale cda di Roma Metropolitane, anche in questi mesi, non ha rispettato le indicazioni della giunta e ha ritardato colpevolmente il completamento di un'opera strategica come la metro C” ha scritto. Athos De Luca, consigliere capitolino Pd e presidente della commissione Ambiente lo definisce un “atto dovuto rispetto ad una situazione fuori controllo”. Duro il commento di De Luca: “In tempi non sospetti avevamo richiesto questo provvedimento per riportare trasparenza ed efficienza in una gestione che oramai non rispondeva più a Roma Capitale ma al consorzio delle imprese di Metro C, con il risultato che a fronte del pagamento del 94% delle opere Pantano-San Giovanni, tutto è ancora indefinito e non esiste una data per la consegna dell'intera tratta”. Più polemico invece il consigliere capitolino radicale Riccardo Magi: “Le responsabilità dell'azienda controllata al 100% dal Comune sono enormi, ma sono sempre state assecondate e condivise dalle amministrazioni che negli anni si sono succedute dichiara. "Nell'ultimo anno ho tentato in tutti i modi di mettere in guardia l'amministrazione dal rischio che tutto stesse per precipitare. L'amministrazione ha invece promosso e condiviso con Roma Metropolitane la stipula dell'atto attuativo del 9 settembre che ha peggiorato la posizione di Roma Capitale, fissando termini temporali ed economici ancor meno vantaggiosi per l'interesse pubblico".

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