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Rifiuti, Santori: "11 domande per dire no a Monti dell'Ortaccio"

Il presidente della commissione speciale sicurezza al Comune di Roma presenta in Valle Galeria il dossier "Vogliamo la verita"

Undici domande. Un questionario per smascherare l'inopportunità di realizzare una discarica a Monti dell'Ortaccio. A presentare il dossier 'Vogliamo la verità' in conferenza stampa in Valle Galeria Fabrizio Santori, consigliere Pdl e presidente della commissione Sicurezza al Comune di Roma: "Vogliamo la verità: 11 domande che non possono rimanere inevase. Si continua con ottusa protervia a parlare di Monti Ortaccio come sito della discarica provvisoria, eludendo senza pudore le procedure di legge, ignorando il carico inquinante e l’aumento delle malattie tumorali che l’intera area di Roma ovest già sopporta da decenni, il veto ripetuto di Roma Capitale, Provincia e Regione, e la direttiva della Ue. Non ultimo per importanza l’accertamento della Polizia Locale di Roma Capitale che dichiara abusiva l’attività di preparazione dell`invaso destinato alla discarica provvisoria".

DOSSIER - Dossier che riporta 11 domande che potrebbero servire a dare delle risposte: "Vogliamo capire - spiega ancora Santori - come mai altri siti nell’elenco delle aree possibili non sono stati neppure portati in conferenza dei servizi e non si è ancora deciso il sito definitivo? Quali poteri forti e quali pressioni politiche, da qualsiasi fronte provengano, hanno fatto cadere velocemente nel dimenticatoio altri siti? Se Monti dell’Ortaccio rappresenterà una discarica provvisoria di rifiuti inerti, chi si occuperà di recepire il tal quale che oggi Malagrotta accoglie in discarica? Perché si è lasciato ad un privato la decisione di valutare un progetto industriale a così forte impatto ambientale? Queste e altre domande smascherano la superficialità e l’incompetenza delle istituzioni competenti che stanno trascinando alla rovina una zona che invece necessita di un immediato rilancio e di una vera riqualificazione”.

VOGLIAMO LA VERITA' - Il documento completo dà conto dei livelli di inquinamento ambientale della zona sulla scorta di relazioni e sopralluoghi effettuati nel corso di questi ultimi anni da parte sia delle Istituzioni che da Istituti di settore nell’ambito dell’emergenza rifiuti nel Lazio. E’ un’analisi di contesto che ripercorre l’iter tecnico-amministrativo che ha portato all’individuazione dell’area Monti dell’Ortaccio come discarica provvisoria, ponendo l’accento sulle contraddizioni emerse, gli interrogativi politici ancora insoluti, nonché sulle conseguenze sull’ambiente  e sulla salute pubblica che deriverebbero da tale scelta. "Riteniamo che il dossier sarà utile certamente  anche alle indagini in corso della Procura di Roma e dei carabinieri del Noe, ma non solo. Sarà anche un documento dal quale non può prescindere l’imminente conferenza dei servizi poiché testimonia un disastro ambientale e uno scempio della natura che deve essere fermato e risolto, e non certo aumentato realizzando una discarica provvisoria a Monti dell’Ortaccio".

11 DOMANDE - Queste le 11 domande: Per Monti dell’Ortaccio è stata convocata una Conferenza dei Servizi per il prossimo 24 settembre al fine di valutare tecnicamente assieme agli Uffici competenti la fattibilità della discarica. Perché ciò non è avvenuto per i siti di Corcolle e Pian dell’Olmo? Perché Corcolle e Pian dell’Olmo sono stati ritenuti immediatamente inidonei? Perché l’attuale Prefetto di Roma, l’allora Commissario per l’emergenza rifiuti, ha rassegnato le dimissioni da tale incarico dopo aver scelto di concerto con alla Regione Lazio il sito di Corcolle, dichiarando di “non poter lavorare così”? Perché la Presidente Polverini è stata costretta a tirarsi indietro da chi ha voluto a tutti i costi far saltare l’ipotesi Corcolle? Quali poteri forti e quali pressioni politiche, da qualsiasi fronte provengano, hanno fatto cadere velocemente nel dimenticatoio la scelta di Pian dell’Olmo? Perché la scelta di Solfatara non è stata neanche discussa? Se Monti dell’Ortaccio rappresenterà una discarica provvisoria di rifiuti inerti, chi si occuperà di recepire il tal quale che oggi Malagrotta accoglie in discarica? Quella che dovrà essere la discarica definitiva? Monti dell’Ortaccio come potrà definirsi un sito provvisorio se non si prevede, in parallelo, una soluzione alternativa per i rifiuti inerti? Chi garantirà quindi la cittadinanza sulla provvisorietà della scelta di Monti dell’Ortaccio, soprattutto se lo stesso sito ricade tra due cave esaurite di grandi dimensioni e sempre di proprietà dell’Avv. Cerroni, tra cui quella dei Monti del Lumacaro? Ci aspetta una Malagrotta-bis anche per dimensioni a causa di un progressivo allargamento del polder e lo sbancamento dei terrapieni che separano oggi le tre cave? Per Monti dell’Ortaccio perché si continua a parlare di rifiuti inerti, quando invece si tratterà di FOS, ossia di frazione organica stabilizzata ma non inertizzata, in grado cioè in particolari condizioni ambientali di rigenerarsi e di favorire la proliferazione di cariche batteriche e percolato?  Perché le Istituzioni hanno lasciato ad un privato la decisione di valutare l’impatto di un progetto industriale a così forte urto ambientale? Chi gestirà la paventata discarica provvisoria di Monti   dell’Ortaccio? Quale fondamento hanno le notizie che vedono già ipotizzata una società mista di gestione del sito formata dal Consorzio Co.La.Ri. e Ama S.p.A.? Qual è l’utilità economica di porre in essere un nuovo poulder con ingentissimi costi a beneficio di una discarica provvisoria?

QUESTIONARIO - Il questionario può essere compilato al seguente indirizzo web:  https://comune.roma.hrquest.it/develop/openaccess.aspx?code=SOND2062012229
 

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