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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Montespaccato / Via Stefano Vaj, 41

Montespaccato, la squadra che sogna: dalla mala alla serie D. “Nazionale venga ad allenarsi qui”

La storica società sportiva sottratta alle mani del club Gambacurta dopo due anni festeggia la promozione. Zingaretti: “Ha vinto la legalità”

Da club gestito dal clan Gambacurta a squadra neopromossa in Serie D. È la favola calcistica della Polisportiva dilettantistica Montespaccato, sequestrata alla criminalità organizzata nel giugno 2018 e affidata alla gestione dell'Asilo Savoia. 

La favola del Montespaccato: dal clan alla serie D

Una società sportiva storica nata nel 1968 per offrire sport e socializzazione ai bambini della borgata e poi caduta nelle mani del clan stroncato dall’operazione Hampa dei Carabinieri che ha portato a 58 arresti e al sequestro dei beni dell'organizzazione criminale familiristica, tra cui il club di calcio e l'intero centro sportivo. Una struttura che, dopo nemmeno un mese, la Regione Lazio aveva restituito alla periferia e ai circa 500 ragazzi che su quei campi hanno fatto sogni da campioni. 

La festa per il Montespaccato in serie D

Due anni dopo il Montespaccato è in serie D. Così mentre la Serie A era alle prese con la ripresa del campionato a Montspaccato è stata grande la festa per l’inaspettata promozione: al centro sportivo di Via Stefano Vaj, intitolato a Don Pino Puglisi, sacerdote antimafia ucciso nel ‘93, sono arrivati il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il presidente dell'Associazione Libera, don Luigi Ciotti, il presidente dell'Asp Asilo Savoia, Massimiliano Monnanni, il presidente dell'Osservatorio regionale per la legalità e la sicurezza, Gianpiero Cioffredi, e Bruno Frattasi, direttore Agenzia nazionale Beni sequestrati e confiscati.

Zingaretti a Montespaccato: “Vinta battaglia di legalità”

"All'inizio c'è stata un po' di paura, ma grazie all'Asilo Savoia e a questa comunità si è vinta una grande battaglia, che trasforma la lotta contro l'illegalità in cultura e sport, in socialità e vita" - ha detto Zingaretti.

La favola del Montespaccato: dalle mani del clan alla serie D

La promozione del Montespaccato in serie D

La prima squadra, che era stata retrocessa e riammessa nel massimo campionato regionale solo grazie al ripescaggio, dopo aver raggiunto il sesto posto in classifica nel primo anno di gestione dell'Asilo, ha concluso l'attuale stagione sportiva alla guida del campionato di Eccellenza regionale del Lazio, venendo così promossa in Serie D a 40 anni di distanza dalla sua prima e unica presenza nel campionato nazionale, così come la Juniores regionale (Under 19) che ha vinto il proprio campionato con 10 punti di vantaggio sulla seconda classificata.

"Ci sono persone che sono morte per permetterci di essere oggi qui. Sono convinto che chi ha ucciso don Pino Puglisi - ha aggiunto Zingaretti - sperava che le sue idee morissero insieme a lui. Invece quello di oggi è un bellissimo esempio per dire ai mafiosi che se pensavano di uccidere le idee, si sbagliavano di grosso". 

Da club della mala alla serie D: “Nazionale si alleni a Montespaccato”

"Non dimenticherò mai quando anni fa a nome di 'Libera' chiesi alla nazionale di calcio di andare ad allenarsi a Rizziconi, in Calabria, dove in un campo sportivo già confiscato non è stato permesso per nove anni di giocare ai bambini e ai ragazzi. Bisogna avere il coraggio di dare dei segni e - ha concluso don Luigi Ciotti, presidente di Libera - invitare la Nazionale di calcio ad allenarsi qui come fece in Calabria". 

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