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Ministeri a Milano: Polverini e Alemanno chiedono un incontro a Berlusconi

Dopo l'uscita di Bossi e l'avallo del premier, sindaco e presidente della Regione muovono i primi passi ufficiali. Polverini: "Il paese non si tiene insieme puntando solo sul Nord. Così non si va da nessuna parte"

La campagna elettorale per il ballottaggio di Milano irrompe prepotentemente su Roma, coinvolgendo i protagonisti delle istituzioni romane. Ci ha pensato Bossi a dare fuoco alle fiamme, lanciando venerdì la proposta di portare “due ministeri a Milano”. A seguirlo, a ruota, il suo collega di partito Calderoli che ha definito la proposta giusta e dai tempi maturi.

ALEMANNO -  Furiosa è stata la reazione del Sindaco Alemanno che, in barba alla , non ha esitato a definire “pure balle” le promesse leghisti. “Possono fare tutti gli annunci e i lanci che vogliono ma Roma è Capitale, secondo costituzione e i ministeri e tutte le agenzie che hanno sede a Roma non si spostano e non si possono spostare. A Bossi rispondo: l’unica parola data che conta è quella nei confronti degli elettori. Nel programma elettorale del centrodestra non è mai stato inserito lo spostamento dei ministeri. Quindi compiere questo atto, tra l’altro senza neppure un voto parlamentare, sarebbe una violazione del mandato elettorale. I nostri elettori si aspettano grandi riforme anche in senso federalista, si aspettano la riduzione dei ministeri non il loro spostamento con aumenti di costi e appesantimento delle burocrazie. Siamo sempre di fronte a balle perché oggi si parla di spostare solo ministeri senza portafoglio con solo qualche decina di dipendenti, ma si tratterebbe comunque di una violazione del mandato elettorale che rimette in discussione ogni equilibrio e ogni intesa. In altri termini avviso ai naviganti: Roma questa cosa non l’accetta".

ZINGARETTI -  Il presidente della Provincia Zingaretti ha voluto lanciare un appello a romani e milanesi: “Vorrei fare un appello ai cittadini romani e milanesi a non farsi prendere in giro su questo progetto di spostare i ministeri dalla Capitale. Si tratta infatti di una proposta che autorevoli esponenti del centrodestra e della Pdl sbandierano a Milano, mentre a Roma altri autorevoli esponenti la bocciano con forza. E' quindi l'ennesima presa in giro verso i cittadini da parte di una classe dirigente del Governo e del centrodestra bugiarda e cialtrona. Nel merito quello dello spostamento dei ministeri e' una proposta irragionevole e antieconomica che aumenterebbe le trafile burocratiche che debbono sopportare i cittadini italiani”.

POLVERINI – Renata Polverini reagisce scagliandosi contro il governo e in un'intervista a Repubblica chiarisce: “O il Governo e la coalizione che lo sostiene capiscono che un Paese non si può tenere insieme solo puntando sul nord... oppure non si va da nessuna parte".

La stessa Polverini ha annunciato la richiesta congiunta della regione e del Comune di Roma al premier Silvio Berlusconi di "un chiarimento". Una richiesta arrivata ufficialmente nel pomeriggio di oggi. A riferirlo una nota della Regione: “La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, hanno chiesto un incontro urgente al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, per avere chiarimenti in merito alle ipotesi, ripetutamente avanzate dalla Lega, di trasferire alcuni ministeri dalla Capitale”.

GASPARRI E CICCHITTO - Intanto, anche Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, in una nota congiunta, hanno fatto sapere di non condividere l'idea dei ministeri al nord. "Il rapporto fra l'attività di governo e il territorio - scrivono i due capigruppo Pdl - può essere affrontato in modo positivo con conferenze periodiche fatte a Milano e a Roma fra ministri, presidenti di Regione e sindaci dei Comuni capoluogo. In questo modo si possono evitare i complessi problemi istituzionali che il decentramento di alcuni ministeri può porre".

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