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Periferie, a rischio i fondi del Governo: per Roma 'salvi' 18 milioni. Ma 5 municipi restano fuori

L'allarme lanciato dai deputati dem dopo il via libera in Senato ad un emendamento al decreto Milleproroghe

Una vittoria a metà. Nell'allarme generale scattato in decine di comuni d'Italia in seguito all'approvazione in Senato di un emendamento al Milleproroghe che 'congela' per due anni i fondi destinati al Piano periferie è rientrata anche Roma. A metà. Da una parte i 18 milioni di euro presentati dal Comune per sette progetti che, come ha confermato il Campidoglio con una nota in serata, rientrano tra i 24 che si sono salvati. Dall'altra, a ricevere un semaforo 'giallo', con possibilità che diventi definitivamente 'rosso', il piano presentato dalla Città Metropolitana dove insieme ad una serie di comuni dell'hinterland tra i beneficiari dei fondi ci sono anche cinque municipi capitolini. La parola fine non è ancora stata scritta: il decreto Milleproroghe è ancora in commissione Bilancio e approderà a settembre alla Camera. Ma l'emendamento sottoposto dalla maggioranza giallo-verde in Senato ha sollevato un vero e proprio polverone.

"Confermati i 18 milioni di euro per Roma" 

"Nessuno stop per i progetti di Roma Capitale dedicati alle periferie della città" fanno sapere da Palazzo Senatorio. "Roma Capitale usufruirà dei 18 milioni di euro previsti per attuare il progetto ‘De.Si.Re. – Decoro, Sicurezza, Resilienza’ che prevede azioni che puntano a ricucire il tessuto urbano". Il finanziamento riguarda i sette interventi per un costo totale di 19.112.500 euro, 18 dei quali arrivano dal Governo. In particolare, 13 milioni di euro sono destinati alla riqualificazione dell'Ex Gil a Ostia; due e mezzo per tre interventi a Corviale; 787.500 euro andranno a San Basilio; infine 1,5 milioni per la promozione del pedibus e del 'bike to school' in 15 scuole di Roma. 

Congelati i 40 milioni di euro per la Città metropolitana

Non erano però gli unici progetti destinati alla capitale. Nel lungo elenco dei 120 comuni beneficiari del programma destinato alla riqualificazione urbana delle periferie messo in campo dai governi Renzi e Gentiloni c'è anche un pacchetto di progetti da quasi 40 milioni di euro presentati dalla Città metropolitana di Roma destinati ad una serie di comuni dell'hinterland e a cinque municipi romani. Se il Milleproroghe verrà approvato senza modifiche, resteranno congelati fino al 2020, con il rischio che saltino del tutto. 

I progetti a rischio

Tra questi i circa 5 milioni di euro per la rigenerazione dei forti Trionfale e Boccea, un programma di interventi sulla mobilità e sulle aree pubbliche a Massimina da 7 milioni e 600 mila euro, oltre 5 milioni e mezzo di euro destinati al Santa Maria della Pietà. E ancora: interventi di messa in sicurezza della Laurentina, un intervento di risanamento conservativo per il complesso del Buon Pastore nella Riserva naturale della Valle dei Casali. Il totale per Roma è di quasi 22 milioni di euro. Nella stessa 'tranche' da 40 milioni anche una serie di interventi destinati a Fiumicino, Pomeza, Guidonia Montecelio, Monterotondo, Tivoli, Fonte Nuova e Anguillara Sabazia. 

Tutti i progetti finanziati per Roma 

Le polemiche

La denuncia in merito alla decisione della maggioranza penta-leghista in Senato è scattata dai deputati del Partito democratico: “E’ uno schiaffo ai cittadini e un danno ai Comuni. Grazie al Piano Periferie dei Governi Pd, 120 Comuni e Città metropolitane hanno ricevuto fondi per poter intervenire in situazioni come Corviale a Roma o Scampia a Napoli. Ora viene tutto bloccato per due anni, lasciando nelle mani dei Amministrazioni comunali la patata bollente di gestire pagamenti già definiti, accordi con le ditte, annunci alla popolazione che magari attende questi interventi da decenni".

Un allarme rilanciato anche dal gruppo capitolino del Pd: “Con la sospensione del Bando Periferie nel nuovo decreto Milleproroghe del Governo le periferie romane perdono fondi importanti per interventi strutturali” si legge in una nota. “Quei fondi, dedicati per la prima volta nella storia del Paese alle periferie, erano utili a ricucire i territori e a riqualificarli. Milioni di euro ora congelati, che chissà se e quando torneranno al Comune di Roma”. 

Ostia, 13 milioni di euro per l'ex Gil

Contro l’emendamento anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, su Facebook: “Se questo è il cambiamento l’Italia è proprio messa male. Dicono di stare dalla parte delle persone, ma oggi il Governo di Lega e Cinque Stelle cancella 2 miliardi di euro di investimenti per le periferie italiane, 40 milioni solo per Roma e provincia. Non resteremo in silenzio ad assistere a questa vergogna!”.

Nella polemica anche il sindaco di Fiumicino Esterino Montino: verrebbero finanziati “solo i primi 24 comuni della prima tranche, mentre bloccati i 96 della seconda, almeno fino al 2020”. Montino ha lanciato un appello: “Bisogna fare di tutto, e rivolgo un appello a coloro che sono in Commissione Bilancio alla Camera, perché facciano una battaglia seria e profonda. La situazione è di una gravità assoluta, oltre che di palese illegittimità. Tutti gli enti locali hanno delle convenzioni già firmate e se dovesse passare la norma com'è passata al Senato, il danno economico sarebbe disastroso”. 

La spiegazione della sottosegreteria all'Economia Castelli

A tentare di smorzare la polemica dem è intervenuta la sottosegretaria all’Economia, in quota M5S, Laura Castelli: “I primi 24 progetti della graduatoria stilata dal precedente governo per l'assegnazione dei fondi del bando periferie sono salvi e immediatamente finanziati per un totale di 501,8 milioni”. A salvarsi sono le città che hanno ottenuto un punteggio superiore a 70 su 100. Tra queste anche Roma. “Il Governo” ha spiegato Castelli “è intervenuto per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale 74 del 2018. Abbiamo pertanto garantito immediata finanziabilità per i primi 24 progetti ma è stato necessario intervenire per analizzare i restanti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie" ha continuato la sottosegretaria. 

Castelli assicura che "in ogni caso, le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate. Va comunque sottolineato che il bando per le periferie era stato finanziato dal precedente governo per metà dell'importo complessivo. Si trattava quindi di mere promesse più che di risorse messe realmente a disposizione". Secondo la pentastellata, "con tale strumento, inoltre, si era tolto ai sindaci il diritto di scegliere come usare le risorse come affermato dalla Corte Costituzionale. Abbiamo perciò deciso di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019 non solo per alcuni dei progetti dei Comuni capoluogo che hanno partecipato al bando, ma per tutti gli 8.000 Comuni d'Italia”. 

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