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Migranti a Rocca di Papa, protesta dei residenti sui social. Il piano di Viminale e Cei

Smentita l'ipotesi Ariccia. I migranti della Diciotti saranno trasferiti, in tempi da definire, in diversi diocesi. In tanto i residenti schiumano rabbia

Castelli romani di rabbia. E' il titolo del quotidiano Il Tempo a sintetizzare al meglio quanto sta in queste ore accadendo sui Castelli romani. La notizia bomba, lanciata da Papa Francesco, sul trasferimento dei migranti della Diciotti a Rocca di Papa ha mandato in tilt la soluzione del governo gialloverde che con enfasi aveva rilanciato la svolta trovata con la Cei. Questo perché il centro Mondo Migliore è infatti sì gestito da una cooperativa cattolica, ma si trova in pieno territorio italiano tanto che in passato proprio questa struttura era stato al centro di proteste dei residenti. 

A Rocca di Papa fino a quando?

Come andranno le cose lo ha spiegato don Ivan Maffeis, sottosegretario Cei e direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali al Sir, l'agenzia dei vescovi italiani. Cei che ha concordato i vari passaggi con il Viminale, in una riunione che si è tenuta ieri. Dall'hotspot di Messina, dove si trovano adesso, i migranti che hanno trascorso quasi due settimane a bordo della nave Diciotti e che saranno accolti dalla Chiesa italiana saranno trasferiti a Rocca di Papa nel centro di accoglienza "Mondo migliore", gestito dalla cooperativa Auxilium, (dove resteranno per un tempo per ora non definito, ndr), in attesa di essere ospitati nelle tante diocesi che hanno dato la disponibilità: tra queste Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all'Jonio, Rossano Calabro.  

Smentita l'accoglienza ad Ariccia

Ad aggiungere confusione su confusione la notizia, diffusa erroneamente dalla Cei, che la destinazione dei migranti fosse Ariccia. Una confusione nata dal nome della cooperativa, Auxilium, che gestisce il centro di Rocca di Papa. Una confusione alimentata dal lancio dell'agenzia Ansa, ripreso da tutti i quotidiani ed anche da molti tg, che ha trovato smentita anche da parte del sindaco di Ariccia, Roberto Di Felice: "Contrariamente a quanto diffuso da giornali telematici, i migranti della nave Diciotti non saranno accolti in alcun centro di Ariccia in attesa di essere smistati in varie diocesi italiane, ma in un centro di un altro Comune dei Castelli Romani. Ciò è stato comunicato da AgenSir, organo di informazione della CEI(Conferenza Episcopale Italiana), e direttamente per telefono al sindaco da una fonte della stessa CEI". 

Le proteste dei cittadini

Acqua sul fuoco, quello di Ariccia, dove la popolazione era già sul piede di guerra. Proteste che hanno invece riguardato i vicini abitanti di Rocca di Papa che hanno dato sfogo al loro sdegno sotto il profilo del sindaco di Rocca di Papa Emanuele Crestini. Commenti indignati, spesso con toni razzisti e violenti: "Non li vogliamo", "Portano malattie che da noi sono debellate", "Rimandateli al loro paese, adesso ci sarà molta più delinquenza", "Chi paga l'accoglienza a Mondo migliore? La chiesa o come al solito tutti i cittadini? Roma è piena di immigrati, dividiamoli in varie città". 

Perché il passaggio a Rocca di Papa?

Come però annunciata dalla Cei stessa Rocca di Papa sarà l'approdo provvisorio dei migranti che saranno poi smistati nelle varie diocesi che in queste ore stanno chiedendo di poter accogliere le persone sbarcate a Catania. Il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti in un'intervista al quotidiano Avvenire: "Ci è stata manifestata l’esigenza che i cento migranti siano assistiti inizialmente tutti assieme, anche perché versano in condizioni critiche. C’è bisogno di cure mediche, di aiuto psicologico. Tutto ciò può essere garantito solo ricorrendo a un unico centro. Quindi ci sarà l’affidamento, se così può essere definito, alle Chiese locali attraverso la Caritas nazionale tenendo conto della generosa disponibilità che hanno espresso". 

Chi paga? Lo Stato dovrà provvedere esclusivamente alle spese del trasferimento dalla Sicilia per il quale si stanno reperendo i mezzi. Il resto sarà a carico della Cei.

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