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Metro C, braccio di ferro in Campidoglio: 40 milioni per riaprire i cantieri

Mercoledì l'incontro tra la società Metro C e il sub-commissario Castaldi: "Criticità affrontate in modo costruttivo". Tavolo rinviato a venerdì. Il futuro dell'opera resta incerto

Fumata grigia in Campidoglio al termine dell'incontro di ieri tra la Società Metro C e il sub-commissario Pasqualino Castaldi. “Le criticità che hanno determinato la sospensione dei lavori sono state affrontate in modo costruttivo” fa sapere con una breve nota ufficiale la società che sta costruendo la terza linea metropolitana della Capitale. La discussione è stata rinviata a domani sera, “attesa la necessità del sub-commissario di relazionarsi all'interno della Pubblica Amministrazione nel merito dei temi trattati” conclude Metro C. Roma Metropolitane in primis. 

Un margine timidamente positivo ma che potrebbe rivelarsi non risolutivo. Il Campidoglio infatti sarebbe disposto a mettere sul tavolo circa 40 milioni di euro. Una cifra che potrebbe permettere di riaprire i cantieri, chiusi dal 15 dicembre scorso, ma ben lontana dall'ammontare dei pagamenti arretrati rivendicati da Metro C che, secondo il consorzio, sforano “i 200 milioni di euro”. La proposta di palazzo Senatorio è ben lontana dalla richiesta di garanzie sul futuro dell'opera, quindi oltre San Giovanni e i Fori Imperiali, e potrebbe non convincere le imprese. 

D'altro canto, decidere il destino di un'opera del calibro della metro C, sia per peso economico sia strategico, con tanto di inchieste della Corte dei Conti, non rientra proprio tra i compiti di ordinaria amministrazione di una gestione commissariale. E Tronca e il suo 'sub' Castaldi potrebbero avere le mani legate. Così una proposta 'a metà': sbloccare una parte dei soldi utili a riaprire i cantieri e guadagnare tempo. 

Tempo che nel caso della metro C non è secondario. I cantieri sono chiusi ormai da quasi due mesi e qualsiasi ipotesi di data per la consegna della stazione di San Giovanni, inizialmente fissata per la metà di quest'anno, è stata sospesa a data da destinarsi. Inoltre per i 110 dipendenti della società è già stata avviata la procedura di licenziamento collettivo mentre tutti i dipendenti delle società affidatarie sono stati messi in cassa integrazione. In totale saltano circa 500 posti di lavoro. I sindacati sono sul piede di guerra.

Lunedì scorso, al termine dell'assemblea dei lavoratori presso il 'campo base' in via dei Gordiani, hanno annunciato di aver scritto ufficialmente al prefetto di Roma Franco Gabrielli per un incontro per l'apertura di un tavolo. “Non è possibile chiudere un cantiere così importante, soprattutto se consideriamo il fatto che il comparto ha perso circa 27 mila posti di lavoro negli ultimi 3 anni”. Da palazzo Valentini però non è ancora arrivata alcuna convocazione. Oltre alle garanzie occupazionali, i sindacati chiedono risposte sul futuro dell'opera. Risposte che, per il momento, non ci sono.

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