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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Metro C, costi lievitati: la Corte dei Conti chiama in causa Marino e Alemanno

Come riporta Il Tempo i giudici contabili hanno mandato un 'invito a dedurre' a 32 persone tra cui anche i due ex sindaci. Nel mirino gli extra-costi sostenuti per far fronte alle varianti apportate all'opera per la sua realizzazione

L'ombra della Metro C anche sugli ex sindaci Ignazio Marino e Gianni Alemanno. Al centro dell'interesse della Corte dei Conti del Lazio, così come spiegato da Il Tempo, ci sono gli 'extra-costi' che le amministrazioni pubbliche (Campidoglio, Regione e Stato) hanno dovuto sostenere per far fronte alle varianti apportate in corso d'opera per la realizzazione della terza linea della metropolitana.

Un danno erariale stimato in 253 milioni di euro. Marino e Alemanno figurano in una lista di 32 persone a cui è stato notificato un invito a dedurre, l'equivalente di un avviso di garanzia per il penale. Tra gli altri, figurano il capo dell'Avvocatura capitolina, Rodolfo Murra, l'ex assessore alla Mobilità Guido Improta e l'ex dirigente del ministero dei Trasporti Ettore Incalza. Questi ultimi due, come emerso nei giorni scorsi, fanno parte delle 13 persone indagate dalla Procura di Roma per truffa aggravata, sempre in relazione alla costruzione dell'infrastruttura. 

Secondo quanto viene riportato dall'articolo a firma di Vincenzo Bisbiglia e Valeria Di Corrado su Il Tempo, per i pm contabili "il comportamento di Marino" sarebbe stato "determinante per il pagamento di somme non dovute" ai costruttori dell'opera. L'ex sindaco "era conoscenza delle criticità della transazione concordata nel 2011 tra Roma Metropolitane (stazione appaltante) e Metro C (contraente generale)" e, nonostante l'ufficio di revisione economico-finanziario "consigliava di sospendere ogni erogazione", si legge nell'invito a dedurre "non solo non ha sentito l’obbligo di acclarare la legittimità dell'accordo transattivo del 2012 ma, di concerto con l’assessore Improta, ne ha agevolato il pagamento con le decisioni assunte a seguito della seduta di Giunta del 25-26 ottobre 2013".

Insieme a Marino, anche il suo assessore Guido Improta. Al centro delle attenzioni della Corte dei Conti i 90 milioni di euro di ulteriori extracosti riconosciuti al Consorzio Metro C contenuti nell'atto attuativo discusso presso il ministero dei Trasporti il 4 settembre del 2013 poi sottoscritto il 9 novembre successivo. Per i giudici contabili Importa "avrebbe avuto tutto il tempo e gli elementi per rendersi conto che il testo che sarebbe stato sottoscritto il 9 novembre 2013 non era suffragato da alcuna delle valutazioni da egli richieste ma, addirittura, risulterà in modo abnorme favorevole al contraente generale". 

Alemanno, infine, avrebbe "avvallato la transazione tra Roma Metropolitane e Metro C richiamandosi alle valutazioni "autorevoli" dello studio legale Giuffrè-Lepri, senza aver disposto alcun approfondimento, nemmeno quello minimale di prendere visione del predetto parere, dalla cui lettura sarebbe emerso che il predetto studio evidenziava di non aver mai potuto esaminare la documentazione relativa alle riserve". 

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