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Metro C, dopo lo stop dei cantieri arrivano i licenziamenti: "110 a rischio"

"La scorsa settimana è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo" spiegano Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl. A dicembre lo stop ai lavori: "Il comune non ci paga"

Chiusi i cantieri, tutti a casa. La scorsa settimana per i lavoratori di Metro C è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo. 110 dipendenti tra operai, amministrativi, progettisti, architetti e capi cantiere che ormai da quasi dieci anni lavorano alla grande opera romana. È il capitolo successivo, forse quello finale, dello scontro sui pagamenti culminato il 15 dicembre scorso con un'annunciata chiusura dei cantieri. Il contraente generale dell'opera sostiene che all'appello mancano oltre 200 milioni di euro di finanziamenti da parte di Comune e Roma Metropolitane. "Se non pagano, la chiusura dei cantieri e il licenziamento di tutti i dipendenti è l'unica strada" fanno sapere fonti vicine a Metro C. "Non ci sarebbe nemmeno la possibilità di accedere ad ammortizzatori sociali come la cassa integrazione". 

Una 'mossa preventiva'. Del resto, non è la prima volta che Metro C, Comune e Roma Metropolitane sono ai ferri corti. La sensazione è che si stia aspettando una soluzione che potrebbe arrivare in tempi brevi. A dicembre, subito dopo l'annuncio dello stop dei cantieri, il commissario straordinario capitolino Francesco Paolo Tronca aveva convocato un tavolo presso il ministero delle Infrastrutture e chiesto l'apertura di un confronto duraturo. Da parte sua, il ministero si era dichiarato disponibile. Sul tavolo peseranno i milionari 'mancati pagamenti', ma anche il futuro dell'opera, non ancora interamente finanziata. E l'orgoglio olimpionico ha già preso il suo spazio nella discussione capitolina. 

“Oggi, a un passo dal licenziamento ci sono i 110 dipendenti del consorzio” spiega Diego Piccolo della Fillea Cgil sindacato che insieme a Feneal Uil e Filca Cisl ha indetto per lunedì prossimo un'assemblea di tutti i lavoratori in via dei Gordiani. “Senza dimenticare che i dipendenti delle aziende affidatarie sono in cassa integrazione già da dicembre”. Un indotto che nel tempo è spaziato “da picchi di 500 persone fino a un centinaio”. 

A dicembre metro C ha annunciato la volontà di chiudere i cantieri, poi messa puntualmente in pratica, a causa dei mancati pagamenti da parte del Comune di Roma e di Roma Metropolitane “non solo di quanto dovuto a seguito dell'Atto Attuativo del settembre 2013” ma anche “i lavori eseguiti e certificati rifiutandosi persino di certificare i lavori realizzati in esecuzione di varianti regolarmente approvate e di cui aveva ordinato l'esecuzione” si leggeva nella lettera inviata datata 4 dicembre.

Dal canto suo Roma Metropolitane aveva diffidato Metro C ScpA “dal porre in essere provvedimenti di interruzione o di rallentamento dei cantieri, ritenendo non sussistenti gli elementi a sostegno della sospensione delle attività”. Per la società capitolina, a pesare su questa decisione anche il “forte ritardo accumulato dal Contraente Generale sull’avanzamento dei lavori, pari a circa 8 mesi e, soprattutto, in vista della risoluzione delle criticità connesse ai pagamenti arretrati". 

Intanto sul futuro dell'opera si apre un grosso punto interrogativo. Il tratto aperto al pubblico arriva solo fino a Piazza Lodi, a pochi passi, ma non abbastanza, da San Giovanni, dove la terza linea della metropolitana dovrebbe congiungersi con il resto della rete metropolitana capitolina. Seppur già in ritardo rispetto alle previsioni iniziali, da cronoprogramma l'apertura era stata fissata per la metà del 2016. Ma a farsi strada negli scorsi mesi è stata la possibilità che l'inaugurazione slittasse al 2018. Oggi però è tutto fermo. E finchè non riapriranno cantieri, non ci sarà nessuna data". 

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