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Metro C, l'Anac in una delibera: "Costi per la sicurezza duplicati"

Secondo l'Anticorruzione, per quanto riguarda la sicurezza, i progetti esecutivi sono stati redatti "in maniera difforme" rispetto a quelli preliminari. Il documento è stato inviato agli enti finanziatori e alla Procura della Corte dei Conti

La Metro C torna nel mirino dell'Anac. In una delibera, inviata anche agli enti finanziatori e alla Procura della Corte dei Conti, si parla di progetti esecutivi redatti "in maniera difforme" rispetto a quelli preliminari a base di gara con l'inserimento di oneri aggiuntivi per la sicurezza con la conseguenza di una   "duplicazione delle voci di costo". 

La delibera è il frutto di un'istruttoria dell'Autorità nazionale Anticorruzione scaturita a seguito di una richiesta di verifica arrivata il 3 dicembre 2014 da Roma Metropolitane, stazione appaltante, rispetto ai metodi di calcolo delle spese di sicurezza seguiti da Metro C, general contractor a cui sono stati affidati i lavori. 

L'aumento di spesa è stimato da Roma Metropolitane in circa 30 milioni di euro. In base a queste stime, emerge che fino al 31 dicembre 2014 si è arrivati a incrementi del valore netto per lavori e forniture per 18.466.328 euro, che arriverebbe a "vita intera" dell'opera a 29.736.213 euro.

Il progetto di gara della Linea C fu elaborato dal Comune di Roma nel 2002. Nel febbraio 2005 Roma Metropolitane pubblicò il bando di gara. Tra i documenti posti a base di gara anche l'elaborato "Costi per la sicurezza", datato 2002, in cui sono fissati i criteri. In quest'arco temporale, sono intervenute due disposizioni che hanno fornito chiarimenti interpretativi in materia di costi della sicurezza: il dpr 222 nel 2003 e nel 2006 una determinazione dell'allora Authority Appalti, la Avcp. Grazie a queste norme, Metro C ha aggiornato il proprio metodo di calcolo degli oneri di sicurezza. I costi sono stati suddivisi in oneri per la "sicurezza generale", legati ai rischi del contesto ambientale in cui si realizza l'opera, e oneri di "sicurezza specifica", connessi ai rischi insiti nei processi lavorativi, in cui rientrano anche sistemi di prevenzione e misure di protezione. 

Secondo quanto risulta ad Anac il contraente generale ha ritrenuto che i secondi non fossero contenuti nel contratto iniziale. Al contrario, Anac pensa che nella quota del 18% rientrassero già entrambi. Per questo motivo Anac contesta questa "integrazione". 

Scrive Riccardo Magi, segretario dei Radicali Italiani: "La nuova delibera dell'Anac è solo l'ennesima conferma di come la Metro C sia diventata una delle più grandi mangiatoie d'Italia. Nei nostri esposti, che hanno dato il via alle inchieste della Corte dei conti e della Procura della Repubblica, avevamo già segnalato le anomalie e gli abusi che hanno permesso di gonfiare i costi di quest'opera e aumentare indebitamente, in danno ai cittadini, i guadagni delle imprese appaltatrici" scrive in una nota. "Anche alla luce di questo nuovo pronunciamento dell'Autorità Anticorruzione, ci aspettiamo che la sindaca Raggi, la quale aveva sostenuto la necessità di portare aventi l'opera fino al Colosseo, si decida a interrompere questo scandalo che sta causando gravissimi danni all'erario e alla città, anche dal punto di vista archeologico, come dimostra il ritrovamento della caserma romana all'interno degli scavi per la realizzazione della stazione Ipponia". 
 

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