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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Metro C ... siamo sbagliati: il ministero dice no all'apertura

"Insufficienza della documentazione" e "impossibilità temporale" di svolgere le attività di verifica sulla sicurezza. Ecco le motivazioni avanzate dal Ministero delle Insfrastrutture e dei Trasporti

Ormai è ufficiale, la tratta Pantano-Centocelle della Metro C non aprirà il prossimo 10 ottobre, come promesso negli ultimi mesi dall'amministrazione capitolina. Il ministero dei Trasporti non ha dato il via libera alla partenza. Il motivo? “Insufficienza della documentazione agli atti", nonché di “impossibilità temporale di svolgere le attività necessarie al completamento della verifica della sussistenza delle condizioni di sicurezza e regolarità dell'esercizio”. Sono questi i principali nodi irrisolti per cui "la Commissione non ha ritenuto possibile rilasciare parere favorevole all'apertura all'esercizio della linea per il 10 ottobre prossimo". La notizia è circolata fin dalla giornata di ieri e oggi si è fatta sempre più concreta tanto da spingere il sindaco Ignazio Marino, accompagnato dall'assessore alla Mobilità, a presidiare gli uffici del dicastero di via Giuseppe Carasi in attesa della documentazione ufficiale.

La commissione sicurezza, riunitasi anche ieri, che si è riunita ieri quindi non si è voluta prendere la responsabilità di dare il proprio parere positivo all'apertura dell'infrastruttura. Come si apprende in una nota del ministero delle Infrastrutture e dei Tarsporti “la responsabilità del Mit nel caso della metro C di Roma è quella di autorizzare l'utilizzo della nuova linea sulla base del parere della commissione sicurezza che verifica le condizioni tecnico-gestionali della rete in grado di assicurare la massima sicurezza per l'utenza”. E le verifiche non lo consentono.

Ecco nello specifico i motivi che hanno portato a questa difficile decisione. Al primo punto il regolamento di esercizio, tematica relativa all'esercente Atac, e le procedure in versione definitiva trasmesse il 7 ottobre 2014 necessitano di un esame e verifica da parte della commissione. "Conseguentemente sarà necessario il perfezionamento dell'abilitazione mediante esami/colloqui per verificare che tutto il personale abbia completato la formazione ed acquisito un livello di conoscenza sufficiente delle procedure".

Al secondo punto le varianti richieste per il rilascio del nulla osta tecnico ai fini della sicurezza, varianti relative al software Atc: secondo quanto riporta il Dicastero "non è stato ancora possibile emettere il provvedimento per il rilascio del nulla osta tecnico ai fini della sicurezza in quanto non risulta trasmessa, e conseguentemente non esaminata, la documentazione progettuale e di sicurezza che recepisce le varianti stesse. Tra le varianti in questione quella relativa al sistema 'Scada' in relazione alle varianti richieste dai Vigili del fuoco con cui sono state implementate le necessarie modifiche sul sistema. Ad oggi non risulta pervenuta formalmente la documentazione progettuale e di sicurezza. E ancora: la documentazione di sistema: a seguito delle modifiche intervenute deve essere ancora prodotto un dossier di sicurezza di sistema che recepisca le varianti stesse".

Il terzo punto sottolineato dal dicastero sottolinea come l'esame della relazione sul pre-esercizio redatta dal direttore di esercizio evidenzia che la disponibilità del sistema è a tutt'oggi limitata (tra il 78% e il 99%) a seguito di una serie di anomalie sugli impianti. L'esame sommario della documentazione presentata ieri da Roma Metropolitane sulla chiusura delle pending e la soluzione delle anomalie, evidenzia che alcuni interventi sono programmati entro la data del 10/11 ottobre (e quindi non testabili entro l'11 ottobre per verificarne la corretta implementazione), mentre altre problematiche rimarranno aperte e saranno mitigate attraverso un notevole presenziamento di personale sulla linea, sia di Atac che di Metro C. Tutto ciò porta a ritenere prevedibili malfunzionamenti del sistema che potrebbero provocare criticità alla regolarità del servizio e alla sicurezza dell'utenza nonostante la presenza di squadre di pronto intervento.

Infine un quarto nodo irrisolto sugli 'impianti di traslazione'. L'Ustif non ha potuto emettere i nulla osta tecnici ai fini della sicurezza di competenza propedeutici ai provvedimenti autorizzativi della Regione Lazio, in quanto permangono alcune problematiche correlate alla mancata emissione del regolamento di esercizio, ad alcune carenze documentali e di certificazione e alla presenza di alcuni problemi tecnici sugli impianti.

In conseguenza di quanto esposto, in relazione all'insufficienza della documentazione agli atti, nonchè all'impossibilità temporale di svolgere le attività necessarie al completamento della verifica della sussistenza delle condizioni di sicurezza e regolarità dell'esercizio, “la commissione non ha ritenuto possibile rilasciare parere favorevole all'apertura all'esercizio della linea per il 10 ottobre prossimo e si è aggiornata in attesa della documentazione ancora mancante, rinviando a una successiva valutazione con l'ottica di pervenire all'apertura all'esercizio dell'impianto dopo soluzione delle anomalie e delle pending ancora esistenti".

Duro il commento a caldo del sindaco Marino al termine di una serie di riunioni che si sono tenute dentro agli uffici della direzione generale sul trasporto pubblico locale del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture: “Ho il verbale del ministero con me e mi sembra ci siano indicazioni abbastanza chiare su chi non ha fatto il proprio dovere per quello che riguarda gli aspetti imprenditoriali e di realizzazione dell'opera” ha tuonato confermando di aver già avvertito “di quanto io sia infuriato i responsabili delle imprese, a partire da Caltagirone all'ufficio di Moretti di Finmeccanica”. Marino infatti ha annunciato di aver convocato “i responsabili delle imprese insieme all'avvocatura e agli assessori ai Trasporti e al Bilancio”. Poi ha aggiunto: “Trovo che tutto questo deve essere portato alla massima trasparenza possibile perché parliamo di un'opera fino ad oggi costata 2 miliardi di euro e ho il dovere per Roma, e per gli italiani, di fare chiarezza e individuare i colpevoli”.

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