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Metro Barberini chiusa da più di 8 mesi. L'assessore: "Non è colpa di Raggi. La verità è un'altra"

Pietro Calabrese replica alla protesta dei negozianti, in strada per chiedere la riapertura il prima possibile della fermata sulla metro A

La stazione metro Barberini è ancora chiusa dal 23 marzo? La colpa non è della sindaca Raggi. "La verità che nessuno racconta è un'altra". Così l'assessore ai Trasporti Pietro Calabrese risponde ai negozianti di via del Tritone che ieri sono scesi in piazza per protestare contro la mancata riapertura della fermata della metro A. Interdetta da quasi nove mesi al pubblico, dopo un incidente avvenuto sulle scale mobili e l'avvio di indagini da parte della Procura, la stazione doveva essere riavviata (solo in uscita) dall'8 dicembre. Ma la data è arrivata e la promessa dell'amministrazione non è stata mantenuta. Da qui la mobilitazione dei commercianti che nel frattempo stanno accusando il colpo sul fatturato. 

"La stazione metro Barberini è chiusa ed è colpa della Raggi? La verità che nessuno racconta è un'altra. Secondo le prime indiscrezioni dello scorso marzo, la vecchia ditta responsabile della manutenzione utilizzava semplici fascette da ferramenta al posto di perni e pezzi di ricambio" ricorda l'assessore Calabrese, che affida ai social network la replica agli esercenti. "A settembre è arrivato l'esito delle indagini: la stessa ditta avrebbe manipolato i sistemi di sicurezza per evitare che venissero scoperti quelli che nei fatti sono dei veri e propri sabotaggi. Tutto questo non era mai accaduto prima. Ovviamente ringraziamo la magistratura che certamente individuerà e punirà i responsabili"

Già, nel frattempo però i lavori sulle scale sono in ritardo, e la fine slitta di settimana in settimana. Ma anche qui, la responsabilità a detta di Calabrese non è di chi amministra la città. "A marzo - prosegue - come sapete, abbiamo rescisso il contratto e imposto nuovi controlli capillari su tutti gli impianti delle stazioni metro. Ricordo che, in seguito agli incidenti, Atac ha incaricato un'azienda leader a livello internazionale di procedere per risolvere e garantire la massima sicurezza". Poi, si giustifica ancora l'assessore, "non sono interventi semplici. La stazione è stata dissequestrata solo lo scorso 24 settembre. Non possiamo comprimere i lavori a nostro piacimento, ma dobbiamo rispettare le tempistiche e controllare tutti i passaggi. Le squadre dei tecnici sono quotidianamente al lavoro per consentire la riapertura delle stazioni nel più breve tempo possibile, a garanzia della sicurezza di tutti i passeggeri". 

"Questa è una esigenza imprescindibile - conclude Calabrese - ecco perchè l'Ustif, che opera per conto del ministero dei Trasporti come da normativa vigente, è l'organo preposto al collaudo degli impianti. A valle dell'esito positivo anche la stazione Barberini potrà riaprire in uscita. Giusto per dare un altro dato su cui riflettere: questi incidenti sono accaduti quando il servizio metro aveva consolidato un netto miglioramento rispetto ai disservizi riscontrati fino al 2017. A oggi la regolaritàdel servizio rasenta il 99,5% del contratto. Per anni era rimasto all'80%. Tutto questo è successo guarda caso quando abbiamo cominciato a risanare anche il servizio di superficie. Ovviamente alle opposizioni non è parso vero potersi aggrappare a quanto accaduto. Se finora hanno dato fastidio i 227 nuovi bus, cosa potrà accadere quando nel prossimo anno arriveremo a oltre 700?". 

Nessun accenno infine sulla possibilità di risarcire i commercianti per il calo degli introiti, per qualcuno fino al 50%. "I comuni, come recita una normativa del 1995, possono deliberare agevolazioni sui tributi di loro competenza, fino alla totale esenzione per gli esercizi commerciali e artigianali situati in zone precise precluse al traffico a causa dello svolgimento di lavori per la realizzazione di opere pubbliche che si protraggono per oltre sei mesi". Il caso Barberini potrebbe tranquillamente rientrarci visto che siamo a oltre sette mesi di stop. L'aula però ha bocciato una mozione presentata da Svetlana Celli, capogruppo di Roma torna Roma, che chiedeva proprio questo. 

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