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Mercati rionali, contro le "nuove tasse" parte il ricorso al Tar    

Un emendamento al bilancio di fine gennaio fissa nuove regole: la metà delle tasse viene sottratta al regime di autogestione tornando nella casse del Campidoglio. Le associazione si rivolgono ai giudici

Se il cambio di regole è legittimo lo decideranno le toghe di via Flaminia. Dopo la decisione del Consiglio comunale di aumentare agli operatori dei mercati rionali la percentuale di tasse da corrispondere al Campidoglio, il coordinamento Ags e le associazioni dei lavoratori hanno presentato ricorso al Tar. Di cosa parliamo?

Bollette di acqua e luce per illuminare il plateatico, pulizia delle corsie e dei bagni pubblici, vigilanza notturna, piccoli lavoretti di manutenzione ordinaria, sono mansioni che gli operatori dei mercati rionali, fin'ora, hanno pagato trattenendo le tasse dovute all'ente locale. Un'autonomia nell'amministrazione dei servizi interni stabilita nera su bianco da convenzioni firmate negli anni dal Comune e dalle cooperative dei singoli mercati, oltre 40 in tutta Roma, "autogestiti". Ora invece sono arrivate nuove regole. Con un emendamento alla manovra di bilancio, l'amministrazione Raggi ha fissato criteri diversi: la percentuale di canone che andrà direttamente nelle casse del Comune sale dal 10/20 per cento (cifra variabile a seconda che i posteggi assegnati siano stati realizzati dall'amministrazione o degli operatori) al 50 per cento, la metà.

Ma loro non ci stanno e dopo le proteste in piazza scelgono le vie legali. "Il provvedimento riguarda 2.441 operatori di ben 55 mercati rionali della città. Oltre 33 di questi mercati si sono riuniti per predisporre il ricorso che ritiene illegittima la rivendicazione di Roma Capitale che annulla la storica convenzione, senza concordarla con gli operatori - denuncia la Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato) di Roma - la decisione assunta prevederebbe, secondo le stime, il trasferimento di 1 milione e 600mila euro alle casse comunali, sottratti alla gestione dell’AGS per i servizi di manutenzione dei mercati". Poi l'esempio specifico del mercato Magliana, di media struttura, con più di 60 operatori.

"Si rileva che a fronte di entrate pari a 146mila euro, si producono costi per 60mila relativi ai servizi di base (manutenzione, elettricità e acqua), 70mila attinenti alla gestione (pulizie, assicurazione, vigilanza e disinfestazione) e 15mila da versare al Comune, corrispondenti al 10%, secondo quanto previsto dalla vecchia convenzione comunale". A seguito del provvedimento comunale,  "il mercato in questione, dovrebbe corrispondere al Servizio Entrate del Comune, 73mila euro. Le risorse, quindi, a disposizione dell’AGS scenderebbe da 131mila a 73mila euro (pari al 50%). Tolti i 60mila euro necessari a coprire le spese dei servizi minimi, rimarrebbero soltanto 10mila euro per far fronte ai costi di manutenzione, servizi generali e vigilanza". La conseguenza? "Un decisivo peggioramento del servizio offerto ai cittadini e la possibilità che i mercati non possano più garantire in modo efficace le pulizie, la vigilanza, le assicurazioni, con conseguente degrado delle strutture mercatali". Fresco di presentazione in conferenza stampa, presenti sindaca e assessore Meloni, un piano per la bonifica, ristrutturazione, e rilancio dei mercati rionali. "Tagliare nel frattempo le risorse ci appare più che contraddittorio". 
 

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