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Scuola, il Comune in difesa del menù europeo: "Bel progetto, serve rigore sulle quantità"

Ancora segnalazioni dei genitori che non sembrano apprezzare i piatti inglesi, tedeschi, spagnoli, due volte al mese sulle tavole dei bimbi. Dall'assessorato di Paolo Masini: "Domani riunione con ditte di ristorazione per chiedere massimo rigore"

Croque monsieur dalla Francia, fish and chips dal Regno Unito, gulasch dall’Ungheria, paella dalla Spagna. Quindici menù di piatti tipici europei nelle mense scolastiche romane, da dicembre a maggio. Un modo divertente per cominciare a familiarizzare con l'Europa, a partire dalla multiculturalità gastronomica, illustrata da menù pieghevoli che spiegano i piatti, associandoli a nazioni e bandiere.

MENU' E POLEMICHE - Un progetto dell'ex assessorato alla Scuola di Alessandra Cattoi, oggi ereditato dal neoassessore di via Capitan Bavastro, Paolo Masini. Che insieme a gulasch e crauti si prende anche le polemiche. Non accennano a placarsi infatti i malumori dei genitori per i nuovi menù. Non solo wurstel e patatine sarebbero "cibo spazzatura", ma verrebbero serviti in quantità insufficienti a sfamare i piccoli. Se infatti i pranzi tradizionali prevedono due piatti, un primo e un secondo, quelli europei sono piatti unici. D'altronde si sa, la pasta sempre in tavola è tipica nostrana. 

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Le foto diffuse sul web (A DESTRA) da mamme indignate - "ecco perché mio figlio torna a casa affamato" - ritraggono piatti "un po' miseri" per bambini in piena crescita di tre, quattro, cinque anni. E allora c'è chi invoca il ritorno alle tradizioni, con il tema che finisce addirittura all'ordine del giorno delle commissioni municipali competenti. Il Movimento Cinque Stelle lancia una petizione on line, "contro l'introduzione dei menù europei. L'amministrazione comunale ha camuffato un taglio alla spesa con la somministrazione di cibo da fast food, di scarsa qualità, povero anche dal punto di vista  della varietà e sotto il  profilo nutrizionale, peraltro in porzioni assai ridotte". Fonti interne al comparto delle dietiste comunali esprimono un parere non proprio positivo: "Forse un primo piatto andava mantenuto. E poi wurstel, patatine, paella, sono cose che ormai si mangiano ovunque. Non c'è bisogno di mangiarle a scuola". 

I CONTROLLI - D'altra parte, europeo o giapponese che sia, quello che finisce sulla tavola dei bimbi romani passa al vaglio di nutrizionisti, che fissano quantità precise di alimenti, e contribuiscono al bilanciamento dei piatti. Sono tre le tipologie di controlli in campo. Le dietiste municipali, ogni Municipio ha una sua 'squadra' che varia a seconda delle assunzioni effettuate negli ultimi anni (c'è chi ne ha solo una). I controlli esterni affidati tramite gare pubbliche dal Comune, e le commissioni mense dei genitori. 

L'ASSESSORATO - "Come tutti i pasti serviti dalle mense di Roma Capitale anche questi menù sono elaborati da dietisti e propongono contorno e frutta accanto alle pietanze tipiche” spiegava Cattoi a dicembre, quando i nuovi menù sono apparsi per la prima volta sulle tavole dei bimbi sollevando un primo polverone. Lo ripetono anche oggi dall'assessorato di Masini, con rassicurazioni ulteriori.  

"Per quanto riguarda le segnalazioni che abbiamo ricevuto, abbiamo già convocato le imprese della ristorazione, l'incontro è fissato per domani, esigeremo, come sempre, massimo rigore". E poi "a febbraio verranno rinnovati gli appalti per i controlli esterni". Detto questo, "si tratta di un bel progetto" che forse non è stato apprezzato fino in fondo "perché non c'è stata una sufficiente conoscenza. Abbiamo intenzione di integrarlo e illustrarlo meglio a genitori e insegnanti". 

Un ultimo dettaglio: parliamo di 15 menù a rotazione, che in ogni scuola finiscono sul tavolo dei bimbi due volte mese. Il menù tedesco, e i tanti odiati (dai genitori) wurstel con patate, potranno capitare al massimo una volta l'anno.  

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