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Caos mense, il Comune non cede sulla proroga: centinaia di famiglie pagheranno rette raddoppiate 

Dal Campidoglio è no alla riapertura dei termini per la presentazione dell'Isee. Il risultato? Famiglie che pagano il massimo quando avevano diritto anche al 50% di decurtazioni

Per l'anno 2019/2020 centinaia di famiglie in tutta Roma saranno costrette a pagare il doppio del dovuto per far mangiare i bambini alla mensa della scuola. Eccolo, l'ultimo pasticcio combinato dal Campidoglio. Non solo, è l'accusa delle mamme, dei papà e delle forze di opposizione compatte, ci sono stati a monte errori di tipo informativo, ora gli amministratori non sembrano nemmeno intenzionati a metterci una pezza. La mozione del 19 settembre in aula Giulio Cesare, a firma Pd e Sinistra per Roma, è stata bocciata. Domani ne verrà discussa una seconda di Fratelli d'Italia, una terza arriverà anche dalla Lega. Ma gli spiragli aperti per venire incontro ai genitori sono zero o quasi. 

Cosa è accaduto? Da quest'anno e per la prima volta, il Comune ha deciso di anticipare al 31 luglio la scadenza per la presentazione dell'Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) e la richiesta di agevolazioni fiscali sui canoni della ristorazione scolastica. L'obiettivo, come dichiarato nella delibera 117 votata in aula a ottobre 2018, è stato quello di alleggerire gli uffici del carico di lavoro, concentrandolo in una sola finestra temporale pre estiva. Unico problema: la comunicazione alle famiglie, evidentemente, insufficiente. 

"Continuano a scriverci in tanti, le segnalazioni arrivano direttamente a noi dai municipi. Ho scritto alla sindaca ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta" racconta a RomaToday la consigliera comunale del Pd Valeria Baglio, pronta con il gruppo dem a sollecitare, stavolta, la nuova assessora a Scuola e Politiche sociali Veronica Mammì, fresca fresca di rimpasto di giunta, da pochissimo subentrata a Laura Baldassarre. Contro di lei si scaglia il capogruppo della Lega Maurizio Politi. "È vergognoso che il Comune non abbia ancora sbloccato la situazione. Se questa è la presentazione del nuovo assessore, siamo a posto. Da tre anni il Comune è contro le famiglie".

A proposito si è già espressa la presidente della commissione Scuola, vicesindaco della Città metropolitana, Teresa Zotta: "Una proroga non è tecnicamente possibile". E si è anche difesa sull'iter seguito per comunicare le novità ai genitori. O almeno, fin dove attiene all'amministrazione pubblica. Il passaggio ha visto la comunicazione della novità passare dal dipartimento Scuola ai municipi, con un'apposita nota diffusa dagli uffici dove si richiedeva la massima diffusione possibile. Poi ancora dai municipi agli istituti scolastici. 

Ci sono però scuole dove la notizia non è mai arrivata. O altre dove ci si è limitati a un cartello affisso al cancello. "Non lo ha visto nessuno perché all'ingresso e all'uscita ovviamente è aperto" racconta Filomena, mamma di un bambino della scuola primaria Gioacchino Belli di Villa Gordiani, V municipio. Anche lei è tra i tanti che dovevano pagare circa 42 euro e ne pagheranno 80. "Solitamente per le comunicazioni importanti, penso tipo agli scioperi, lo fanno scrivere ai bambini sul diario. Stavolta niente. Tante famiglie non sapevano nulla. Stiamo anche pensando a una class action tutti insieme". Una spesa che grava sui bilanci familiari, specie se i figli sono tre o quattro, come nel caso di Valentina F., 42 anni, mamma separata, di tre bambini tutti iscritti tra elementari e medie: "250 euro al mese sono una follia. Non sappiamo come fare. In municipio ci hanno detto che dovevamo stare più attenti". 

Che è poi quello che nella sostanza è stato detto dai consiglieri M5s in aula Giulio Cesare. Nello Angelucci, vicepresidente della commissione Scuola ha spiegato: "Con noi a Roma le regole si rispettano". Sì, se però le regole non si conoscono, rispettarle diventa complicato. A riconoscerlo lo stesso Movimento Cinque Stelle sui territori. In XV municipio a una mozione a firma del Partito democratico si sono espressi a favore anche i pentastellati.

"Siamo soddisfatti che la maggioranza e l'intero consiglio abbia accolto favorevolmente la proposta - commentano i dem Daniele Torquati e Agnese Rollo - ora attendiamo che il Dipartimento dia seguito alla richiesta di stabilire una proroga considerando la particolarità della situazione dovuta al cambiamento delle tempistiche dopo anni di consuetudine". Per adesso però non ci sono buone notizie. Il no del Campidoglio è tassativo. Per la giornata di domani è in calendario in aula Giulio Cesare la mozione, simile a quella già bocciata la scorsa settimana dai grillini, dei gruppo Fratelli d'Italia, che già a metà settembre aveva presentato sul caso un'interrogazione, a firma del consigliere Francesco Figliomeni, diretta alla sindaca Raggi. Nessuna risposta allora, e nessuna azione oggi a tutela delle famiglie. 

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