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Mense, parla l'assessora Baldassarre: "Basta allarmismi, gara non ancora assegnata. Sui ribassi vigila l'Anac"

Intervista all'assessora alla Scuola, Laura Baldassarre

Lo sciopero dei lavoratori, le proteste fin dentro l’Aula Giulio Cesare, una lettera urgente alla sindaca Virginia Raggi da parte dei capigruppo delle opposizioni. Si è riaccesa la mobilitazione dei sindacati contro il bando per la refezione scolastica del Comune di Roma, un servizio che coinvolge oltre duemila lavoratori e migliaia di famiglie. Per i sindacati, il prezzo a pasto non è abbastanza per garantire la qualità del servizio e un nutrito gruppo di lavoratori è a rischio, tra demansionamenti ed esuberi. “Un falso allarme”, ha scritto il Campidoglio in una nota. Per capire meglio la situazione, Romatoday ha intervistato l’assessora alla Scuola di Roma Capitale, Laura Baldassarre. 

Con una nota, ha chiesto di porre fine alla disinformazione. Ci può spiegare quali sono le informazioni non corrette che sono state diffuse?

L’iter per l’assegnazione della gara non è ancora stato completato. Qualunque informazione sui costi è prematura. Averli diffusi sta creando allarmismo tra le famiglie e tra i lavoratori. Siamo preoccupati. 

Però le buste sono state già aperte. L’offerta che state prendendo in considerazione si aggira attorno ai 4,40 euro a pasto. Per i sindacati è un prezzo troppo basso per garantire la qualità del servizio. C’è ancora spazio per incrementare questa cifra?

L’attuale costo medio è di 4,40 euro per ogni singolo pasto ma la base d’asta fissata dal bando è di 5,52 euro. Ricordo che stiamo parlando di un bando di gara che, sui 3 anni, prevedeva lo stanziamento di 356 milioni di euro totali. I sindacati dovrebbero sapere che si tratta di un grandissimo investimento sulla refezione scolastica. Il bando, inoltre, è stato anticipato da una delibera con la quale abbiamo stabilito una serie di elementi che miglioreranno il servizio, come l’utilizzo di cibi biologici, con priorità per la filiera corta e il commercio equo e solidale. Per questo abbiamo stanziato più fondi. Il nostro indirizzo politico è quello di migliorare la qualità del servizio e tutelare i lavoratori. 

Intervista ai sindacati: "A rischio lavoratori e qualità del servizio 

I 4,40 euro quindi verranno aumentati?

Il codice degli appalti considera anomale le offerte troppo basse. Non vengono mai aggiudicate gare a cifre tanto inferiori da non garantire i criteri di qualità fissati da un bando. Ricordo inoltre che su questa gara sta vigilando anche l’Anac. È una delle più grandi a livello europeo per quantità di pasti erogati. 

Lo sciopero di oggi è stato indetto anche in difesa di una serie di posti di lavoro. In particolare, i 170 cuochi dei nidi, dipendenti di Roma Multiservizi, che rischiano un demansionamento, e i 330 addetti delle mense autogestite, che non sono stati ricompresi nella gara. I sindacati sostengono che un accordo siglato nel settembre del 2018, proprio a difesa di questo personale, è stato disatteso. 

Per quanto riguarda il 170 cuochi dei nidi, come i sindacati ben sanno, abbiamo aperto un’interlocuzione con Roma Multiservizi per garantire il corso di aggiornamento. È stato inserito nella proroga dell’appalto alla municipalizzata e qualora non dovesse essere realizzato è prevista una penale. Nel frattempo stiamo portando avanti anche un lavoro di mediazione istituzionale con la Regione Lazio, l’ente competente in materia di corsi di formazione, per definirlo nel dettaglio. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare.  

E le 330 persone impiegate nelle mense autogestite?

Il bando che partirà a settembre durerà un anno. Entro il termine di questo periodo di tempo, prevediamo una progressiva eliminazione delle mense gestite direttamente dalle scuole. Questi lavoratori rientrano nella clausola sociale che prevede il rispetto del contratto collettivo nazionale. L’assessorato ha approvato anche una specifica direttiva in merito. Ci siamo spinti al massimo delle nostre possibilità per rendere questa clausola sociale il più efficace possibile. Monitoreremo con attenzione il cambio appalto. Già domani abbiamo fissato un incontro con i sindacati. Da parte nostra ci sono segnali d’apertura. 

Con l’espressione il “massimo delle nostre possibilità” sembra non escludere che parte di questi lavoratori perda il posto. C’è questo rischio?

Come ente locale possiamo fare alcune cose e non altre. L'indirizzo politico dato sia dall'Assemblea Capitolina che dall'Assessorato è stato sempre volto a chiedere la massima tutela possibile dei livelli occupazionali.

Nel corso delle proteste degli ultimi giorni, i sindacati hanno denunciato che il dialogo con l’amministrazione si è interrotto. Perché?

Non lo so. Abbiamo sempre cercato di favorire il dialogo. Domani li abbiamo convocati per le 11, hanno chiesto di far slittare l’incontro alle 15. Intanto è stato creato allarmismo. Si è arrivati a dire che per il pranzo dei bambini pagheremo un prezzo più basso di quello che versiamo per gli animali. 

La gara era stata pensata per i tre anni, ma due sono già passati. Così sarà aggiudicata solo per un anno. Poi cosa accadrà?

Stiamo già lavorando a una nuova gara. Nel frattempo tutte le aziende che hanno partecipato hanno già dato la disponibilità a lavorare anche per un solo anno. Posso dirle un’ultima cosa?

Certo, mi dica.

Le sto parlando a seguito di un incontro organizzato nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile dal titolo ‘La refezione scolastica di Roma Capitale: un modello per lo sviluppo sostenibile’. Mentre in Campidoglio si protesta, il nostro modello viene studiato. Abbiamo lavorato per eliminare l’utilizzo della plastica, per utilizzare tutti prodotti biologici, equo e solidali, per favorire l’impiego di cibi prodotti a non più di 300 chilometri di distanza e per quelli delle zone terremotate. Abbiamo studiato anche il modo di riutilizzare gli scarti: quelli non consumati sono destinati agli enti caritatevoli, quelli in parte già mangiati per gli animali. Un sistema che oggi, nel corso del seminario, abbiamo esposto anche a enti di ricerca e università. Abbiamo messo al centro l’educazione alimentare e la qualità del rapporto con tutti i lavoratori coinvolti. Spero di poter tranquillizzare le famiglie. 

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