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Rifugiati, nuova mensa nel centro Astalli. Baldassarre: "Roma città dell'accoglienza"

Ieri il taglio del nastro per i nuovi locali

Una nuova mensa per i rifugiati di Roma. In occasione della Giornata internazionale del migrante, istituita nel 2000 dalle Nazioni Unite, il Centro Astalli ha inaugurato i nuovi locali della mensa per i richiedenti asilo e rifugiati, nel centro di Roma, nei pressi di piazza Venezia. Il refettorio accoglie in media 300 richiedenti asilo e rifugiati. Ma in un anno il numero è di circa 20mila. La ristrutturazione dei locali è stata infatti possibile grazie al contributo di Bnp Paribas che l'ha sostenuta nell'ambito del progetto internazionale "Support to refugees" avviato nel 2016 per sostenere le organizzazioni umanitarie che offrono assistenza ai richiedenti asilo e rifugiati. 

I lavori sono stati realizzati anche con il sostegno della Fondazione Bnl, che rinnova il suo impegno al fianco del Centro nelle opere di riqualificazione. Per monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, è stato come "un ritorno a casa" dopo 14 anni di permanenza nella parrocchia di San Marco e ha ribadito che il centro "è un punto di riferimento per tanti richiedenti asilo e rifugiati che giungono in Italia. Nel contesto del Natale i migranti diventano segno della presenza del Regno in mezzo a noi. Occorre continuare a seminare semi di speranza e a moltiplicarli come comunità, istituzioni, Chiesa". 

A chi gli domandava se la città possa fare di più nei confronti dei tanti poveri che dormono in strada anche in queste notti di freddo il Vicario ha risposto che tutti possiamo fare di più in questa situazione e che "non dobbiamo rinchiuderci nei nostri bisogni ma aprirci a quelli degli altri". 

Ricordando che il centro è già stato visitato da Papa Francesco, De Donatis ha proposto a padre Camillo Ripamonti, presidente del centro Astalli, di invitarlo nuovamente per mostrargli la nuova mensa. La mensa del Centro Astalli è da oltre 30 anni il cuore dell'associazione e rappresenta la prima tappa e un importante punto di riferimento per tanti rifugiati giunti a Roma, accolti da numerosi volontari tra studenti universitari, pensionati e religiosi. 

Donne e bambini entrano senza fare la fila mentre gli uomini, che sono la maggioranza, aspettano il loro turno fuori dalla porta verde. Il pranzo, preparato senza utilizzare carni di maiale e alcol nel rispetto degli ospiti di religione musulmana, che rappresentano il 75 per cento circa, viene servito dalle 15 alle 17. Dal 2015 la mensa è aperta anche la mattina per la prima colazione e per permettere ai senza fissa dimora di fare una doccia e di passare le ore centrali della giornata al riparo dal freddo dell'inverno o dall'eccessiva calura estiva. 

"Questo luogo è diventato casa per tante persone in termine di legami, affetto, fiducia, per chi ha dovuto abbandonare la propria casa - ha spiegato padre Ripamonti - è un seme di umanità che va curato e difeso perchè è baluardo contro ogni forma di intolleranza piu' o meno manifesta". Ad esempio, è stato una casa per Sussy, rifugiata del Camerun, che non ha scelto di venire in Italia ma è stata costretta. "La mia vita e quella di mia figlia erano in pericolo - ha raccontato - lei è rimasta in Nigeria e io sono arrivata in Italia da sola e la mia prima casa è stato questo posto. Grazie al Centro ho imparato che la casa non è fatta di mura ma di persone". Presente all'inaugurazione anche l'assessore capitolino alle Politiche sociali Laura Baldassarre. "Roma - ha affermato Baldassarre - vuole essere città dell'accoglienza". Ora però "c'è bisogno dell'aiuto di tutti per creare comunità solidali in Italia e in Europa, dove si assiste sempre più spesso a gravi episodi di violenza e intolleranza".
 

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