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Exploit della Lega a Roma, Politi: "Avviso di sfratto per Raggi. Il Pd? Non ci preoccupa, ha già fallito" 

Il capogruppo in Campidoglio commenta il trionfo leghista nella Capitale

Il partito democratico al 30% non sembra rappresentare un problema. L'obiettivo da oggi è asfaltare il Movimento Cinque Stelle - a livello locale, perché a palazzo Chigi "c'è un contratto di governo" - e salvare Roma "da incompetenza e presunzione". A parlare, risultati elettorali delle europee alla mano, è il capogruppo della Lega in Campidoglio Maurizio Politi. Un risultato, quel 26% raggiunto nella Città Eterna, davvero da fantapolitica se ipotizzato solo un anno fa. I numeri però sono dalla loro. In Campidoglio si vota fra due anni, ma è il momento di scaldare i motori, forti del risultato uscito dalle urne. Rifiuti, trasporti, riforma amministrativa. Il programma di governo, man mano, prende forma. 


Stamattina ha fatto una diretta Facebook quasi dallo scranno del sindaco. Mi passi la battuta, erano prove generali? 

Abbiamo scelto di farlo dall'aula Giulio Cesare perché è il luogo simbolo del fallimento del sindaco e della sua maggioranza. 

Ha parlato di "avviso di sfratto" alla Raggi. Ci spiega meglio? 

I Cinque Stelle a Roma stanno sotto il 18%, la Lega al 26, nelle periferie dove avevano raccolto la maggior parte del consenso non hanno più la fiducia degli elettori. E' un avviso da parte dei romani: la maggioranza grillina ha fallito, per incompetenza e presunzione. 

I dati romani però sono diversi da quelli nazionali. Il Pd è il primo partito su Roma. Non è che forse sta sbagliando avversario? E' un dato che non ha volutamente commentato?

Tutta la coalizione di centrodestra è ampiamente sopra il partito democratico, il Pd ha già fallito tre anni fa e adesso comunque sta governando Raggi, quindi la nostra opposizione è rivolta alle sue politiche che si stanno rivelando devastanti per la città. 

Non vi preoccupa?

Assolutamente no. 

Dà quindi per scontata un'allenza futura con i potenziali alleati di centrodestra sul territorio? Perché a livello nazionale, a o onor del vero, non lo è più. E non lo è stata nemmeno nel 2016, a Roma. 

Gli elettori ci chiedono un'alleanza con Fratelli d'Italia e con quella parte di Forza Italia che voglia mettere al centro i romani e le questioni di Roma, non altro. 

Torniamo a Raggi. Ha ripetuto che il fallimento è totale, ma andaste domani al governo, a quali temi darebbe priorità?

Chiusura del ciclo rifiuti, gestione del verde, ripristino della libertà di scelta educativa sui nidi, e la riforma istituzionale di Roma Capitale. 

Di questa riforma ha parlato spesso, ce la illustra brevemente?

Roma ha bisogno di più poteri e più risorse che oggi è intrappolata nella maggior parte dei casi nel testo unico degli enti locali che non la mettono in condizioni di affrontare molte questioni. Da parte del ministro Salvini c'è una grande disponibilità di valutare uno status da capitale per Roma, considerato anche il fatto che oggi è inserita nel contesto provinciale per via della riforma Del Rio, le due cose vanno slegate, sia nell'interesse dalla provincia che di Roma. Che ha invece bisogno di poteri veri specialmente per l'accesso ai fondi europei e sulla questione dei rifiuti. Dove il continuo braccio di ferro tra Comune e Regione non solo non ha risolto niente ma ha riempito Roma di immondizia. 

Ecco, i rifiuti. Qual è la ricetta della Lega per chiudere il ciclo romano?

Una strada è quella della termovalorizzazione, l'altra le tecnologie a basso impatto con produzione di biogas, da avviare con una partnership tra Eni, Acea e Comune di Roma.

Avete stravinto fuori dal Raccordo, specie in alcune periferie, ma come si parla invece al Centro città e ai territori della Roma produttiva, quello del turismo, del commercio...

Stiamo preparando un progetto che metta al centro piccole e medie imprese cittadine. Rientrerà certamente nel nostro programma di governo per la città. 

Il M5s sarà anche il male assoluto, ma Salvini ha detto che il governo andrà avanti. Come commenta?  

C'è un contratto di governo a livello nazionale, su Roma sia noi che Salvini siamo palesemente all'opposizione dell'amministrazione più marxista e incompetente di sempre. 

In fase pre elezioni si è parlato di una sorta di commissariamento per la lega del Lazio. Salvini frenò, ma da indiscrezioni pare che l'operazione sia stata solo posticipata. Può dirci qualcosa a riguardo? 

Non c'è alcuna ipotesi di commissariamento. Anzi, anche i dati sulle preferenze nel Lazio confermano lo straordinario lavoro fatto dal partito. 

Tra i temi su cui si è espresso nelle ultime settimane ci sono anche i criteri di assegnazione delle case popolari, a seguito delle proteste contro i rom a Casal Bruciato. Ha condannato le violenze, ma ribadito che serve un cambio di rotta. In che modo?

Presenteremo una proposta di regolamento, dove vengano inseriti come criteri prioritari gli  anni di residenza e le esperienze lavorative accumulate in termini di contributi, e questo non per fare una distinzione tra italiani e stranieri, ma tra chi contribuisce alla comunità cittadina e chi vive di espedienti. 

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