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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Baobab denuncia Matteo Salvini: "Diffonde idee basate su odio razziale"

Il reato è punibile con reclusione fino a un massimo di un anno e sei mesi

“Non possiamo rimanere inermi ad osservare il diffondersi della barbarie in questo Paese”. Per questo sedici cittadini romani, tra cui anche Roberto Viviani, presidente dell’associazione Baobab Experience, associazione che da anni organizza accoglienza per i migranti in transito per la capitale, hanno deciso di denunciare il ministro dell’Interno Matteo Salvini per propaganda di idee fondate su odio razziale. Un reato introdotto dalla legge Mancino, la stessa che il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana oggi vorrebbe abolire, recentemente inserito nel codice penale, all’articolo 604 bis punibile con la reclusione fino a un anno e sei mesi. 

Le motivazioni della denuncia sono state presentate questa mattina da Roberto Viviani, dall’avvocato Francesco Romeo e da Paule Yao, una volontaria di Baobab, presso la Città dell’Altreconomia di Testaccio, nella sala intitolata a Renato Biagetti, il 26enne ucciso nell’agosto del 2006 con nove coltellate inferte da due persone di estrema destra. “Il Governo sostiene che non c’è alcuna emergenza razzismo in Italia, nonostante episodi di violenza verso stranieri o italiani dalla pelle diversa siano ormai all’ordine del giorno” ha spiegato Viviani. “Ma noi vogliamo ribadirlo: anche un singolo caso di violenze perpetrata con motivazione razziale costituisce un’emergenza. Anche solo una battuta o una omissione da parte di un rappresentante istituzionale che ha giurato fedeltà sulla Costituzione non è tollerabile”.  

Al centro della denuncia presentata "su carta semplice" il 1 agosto scorso “c’è un tweet diffuso il 12 luglio scorso con cui il ministro Salvini commentava una sentenza della Cassazione che indicava nella frase “andate via” (pronunciata nel corso di un’aggressione ai danni di due cittadini straneri, ndr) un’aggravante finalizzata all’odio razziale” ha spiegato Romeo. “Il commento di Salvini a quella notizia è stato un ‘andate via’ ripetuto tre volte, chiuso con un emoticon sorridente”. Il tutto in un contesto: “Poche ore Salvini aveva subito una sconfitta sul piano politico in quanto la nave Diciotti era sbarcata nel porto di Trapani dopo giorni in mare” a causa di un lungo braccio di ferro con il ministro che ne ha impedito per giorni lo sbarco. 

Il contenuto del tweet del 12 luglio non è l’unico a supporto della denuncia. “Non appena le verrà assegnato un numero di procedimento” ha aggiunto l’avvocato Romeo “depositeremo un’integrazione che riguarda altre opinioni espresse e che danno conto di una condotta che diffonde idee fondate su odio razziale”. Viene citata una nota del 2016 in cui il ministro scriveva: “È urgente bloccare l'invasione, altrimenti gli italiani saranno costretti a farsi giustizia da soli”. Una frase che, continua l’avvocato, “denota un sentimento di vendetta con modalità violente”.

A Radio 24: “Se divento ministro dell’Interno, li faccio (i migranti, ndr) scaricare sulle spiagge africane con una bella pacca sulla spalla, un pacchetto di noccioline e un gelato”. Parole, aggiunge ancora Romeo, “che riprendono un luogo comune razzista che paragona l’uomo nero alla scimmia”. E ancora: “Ci vuole una pulizia di massa anche in Italia, via per via, quartiere per quartiere e con le maniere forti se serve, perché ci sono interi pezzi d’Italia fuori controllo” aveva detto Salvini a Recco, in occasione della campagna di tesseramento della Lega. Affermazioni, il commento, che “rimandano a epoche storiche passate che tutti conosciamo”. 

Per l'avvocato c'è una precisa strategia comunicativa: “Queste dichiarazioni vengono spesso poste come una finta battuta che in realtà maschera il reale pensiero del ministro”. L’ultimo esempio citato risale al gennaio del 2017 quando il gip di Milano Maria Vicidomini ha archiviato la querela per diffamazione avanzata da Salvini contro l’ex ministra Cécile Kyenge che aveva definito la Lega un partito razzista. Questa la reazione, sempre su Facebook, del leader leghista: “La signora Kyenge, […] è una politica capace, simpatica, generosa, utile e amica degli italiani. E oggi è ferragosto”. 

Questa denuncia, ha spiegato ancora Viviani, “è un mezzo con cui vogliamo affermare che ci sono persone in prima linea pronte a smascherare questa narrazione e a costruirne un’altra insieme ai migranti per arrivare ad affermare nuove idee di convivenza”. Tra loro anche Paule Yao, volontaria dell’associazione, di origini africane e presente in veste di “semplice cittadina preoccupata del clima che si respira in questo Paese”. È lei a lanciare un appello: “Abbiamo il compito civico, morale e umano di schierarci, di affermare che non ci riconosciamo in questa retorica e di iniziare a costruire un modello basato sulla conoscenza reciproca delle persone. È questa la base da cui dovremmo partire”. 

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