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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Mascherine fantasma in Regione Lazio, sulla fornitura ora indaga la Procura. Il caso agita la maggioranza

Nel mirino di piazzale Clodio i 35 milioni di euro di dispositivi commissionati a marzo alla società Ecotech srl. La Regione, nel procedimento, è parte offesa

Sulla fornitura di mascherine di protezione dal coronavirus a ospedali e comuni del Lazio indaga la Procura. Nel mirino dei giudici di piazzale Clodio i 35 milioni di euro di dispositivi che la Regione ha commissionato a marzo alla società Ecotech srl. Gli accertamenti sono stati affidati alla Guardia di Finanza che ha già svolto acquisizioni di documenti negli uffici della Pisana. Da precisare: nel procedimento l'ente pubblico guidato da Nicola Zingaretti risulta parte offesa. 

Su cosa indaga la Procura

Nel mirino degli inquirenti la commessa di mascherine, tra chirurgiche, ffp2 e ffp3, per la quale sono stati anticipati dalla Regione già 11,3 milioni di euro, su un totale di spesa di 35 milioni e 819mila euro. La società non ha rispettato le scadenze. Come riportato nei documenti che riscostruiscono l'affidamento, e che RomaToday ha potuto visionare, dell'ordine iniziale di 8 milioni e mezzo di pezzi, da consegnare da contratto tra il 23 marzo e il 6 aprile, ne sono arrivati solo 2 milioni. Gli altri, secondo quanto riferito dalla Protezione civile regionale nell'ultimo report informativo sulla distribuzione dei dispositivi di protezione (dpi), dovrebbero essere partiti oggi dalla Cina. 

Ecotech e le mascherine "fantasma"

Una storia che non sembra vedere la fine, tra consegne fantasma, continui solleciti scritti alla società, contratti stralciati e poi, ancora in piena emergenza, rimessi in piedi. Al centro del caso appunto, la maxi commessa affidata a metà marzo alla Ecotech srl. La società, 10mila euro di capitale sociale e tre dipendenti, non ha nulla a che vedere con il settore sanitario, come d'altronde quasi tutti i 14 fornitori scelti dalla Pisana per l'approvvigionamento dei dpi. Si occupa di commercio di materiale elettrico all'ingrosso, con socio al 51% la Propter Hominem srl di Frascati e al 49% un cittadino domiciliato nella città cinese di Ningbo. Fin dall'inizio si è mostrata poco affidabile nel rispettare i tempi fissati per le forniture. 

Dal contratto revocato alle nuove commesse 

Nelle determine della Protezione civile si ricostruiscono i vari passaggi. Prima il continuo rinvio della data di consegna nonostante i solleciti a mezzo pec, dopo la comunicazione di un numero di volo di un aereo che doveva trasportare il carico ma che è arrivato vuoto. Poi la revoca del contratto il 29 marzo con richiesta di restituzione del 50% anticipato. Ancora, e arriviamo all'8 aprile, la nota di replica della società che fornisce documenti comprovanti l'esistenza della merce e la presenza di una polizza assicurativa. Carte che la Regione valuta come affidabili, anche perché l'emergenza è al suo picco massimo, le mascherine servono con urgenza e non c'è tempo di tergiversare. Torna quindi sui suoi passi e rimette in piedi la commessa. Che ancora però, siamo al 23 aprile, deve giungere a destinazione. 

I ritardi generali sulle forniture

Un caso, il più eclatante, quello della Ecotech, che si inserisce all'interno di un sistema di fornitura dei dispositivi che ha presentato a onor del vero diverse criticità. I ritardi non hanno riguardato solo la piccola srl di Frascati. Delle 34 milioni e 500mila mascherine acquistate a metà marzo (dato fornito dalla Protezione civile) se ne attendono ancora 14 milioni. Poco meno della metà. La Protezione civile si è difesa, chiamando in causa i ritardi alle dogane, i cambi di regolamento da parte delle Autorità cinesi su esportazioni e autorizzazioni del traffico aereo. La Regione assicura che il lavoro svolto è stato il migliore possibile, che a oggi nel magazzino della Protezione civile alla Cecchignola ci sono 13 milioni di mascherine pronte a essere distribuite agli operatori sanitari, che non c'è stata carenza se non in rari casi inevitabile in un contesto d'emergenza, e che il rifornimento è di 300mila al giorno. 

Polemiche e tensioni 

La questione però ha agitato le acque negli uffici di via Cristoforo Colombo. Le opposizioni sono partite all'attacco fin da subito, con Lega e Fratelli d'Italia che hanno depositato interrogazioni urgenti per chiedere resoconti sulle modalità di affidamento delle commesse e sui criteri di scelta. E, da indiscrezioni circolate in queste ore, avrebbero agitato gli animi anche tra gli stessi vertici di maggioranza, alimentando tensioni tra gli assessori della giunta Zingaretti e il capo della Protezione civile regionale Carmelo Tulumello. Le ultime riunioni sul tema non si sarebbero svolte in un clima, diciamo, dei più sereni. Circostanze che però la Regione Lazio, interpellata a riguardo, ha ampiamente smentito. 

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