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Raffaele Marra resta in carcere: respinta richiesta di scarcerazione

Le ipotesi accusatorie confermate dalle dichiarazioni rese dal costruttore Scarpellini

Raffaele Marra resta in carcere. Per lui il tribunale del riesame ha confermato la misura cautelare in atto, respingendo sia la richiesta di scarcerazione sia quella dei domiciliari. Il tribunale del riesame ha di fatto ribadito le accuse contestate dalla Procura che con il pm Barbara Zuin e l'aggiunto Paolo Ielo avevano dato parere negativo all'istanza dei difensori dell'ex alto dirigente del Campidoglio.

Alla base delle contestazioni per Marra ci sono i 367 mila euro passati al dirigente del Comune di Roma Raffaele Marra dal costruttore Sergio Scarpellini, secondo quest'ultimo. L'ammissione fatta dal costruttore nell'interrogatorio di garanzia ha permesso di avere una qualche conferma, per gli inquirenti, delle ipotesi accusatorie.

Per questo Scarpellini pochi giorni dopo l'ingresso in carcere ha avuto il beneficio degli arresti domiciliari ed oggi - si aggiunge a piazzale Clodio - i giudici della libertà hanno negato la scarcerazione di Marra.

"I soldi che diedi a Marra nel 2013 per l'acquisto di un appartamento a Prati Fiscali erano un prestito che spero ancora mi restituisca", aveva detto Scarpellini davanti al gip. Insomma quei soldi all'allora direttore del dipartimento Partecipazioni e controllo di Roma Capitale, Scarpellini glieli ha dati "perché Marra era un dirigente del Comune di Roma".

Marra aveva spiegato: "Volevo che Scarpellini facesse pubblicare documenti per dimostrare che ciò che scrivevano i giornalisti erano falsità. La cosa non è riuscita e quindi ho querelato. L'aver detto di essere 'a disposizione' è stato solo un fatto di cortesia verso una persona che conoscevo, nulla di più e nulla di meno".

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