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È guerra tra il sindaco Marino e la maggioranza: l'harakiri perfetto del miracolo romano

IL PUNTO - Cosa succede in Campidoglio? Il primo cittadino 'marziano' tiene a distanza la propria maggioranza. Tutti aspettano il bilancio, ma lo spettro commissariamento è dietro l'angolo

Assemblea capitolina ferma da 20 giorni, una giunta che non produce delibere, attacchi mediatici quotidiani, annunci e gaffes continue. In Campidoglio si sta consumando una vera e propria guerra tutta interna al centrosinistra. Protagonisti da un lato un sindaco e una giunta alieni, forse troppo, che alle prese con un bilancio tutto da inventare provano a riempire il vuoto con una serie di annunci che si trasformano in pericolosi boomerang. Dall'altro una maggioranza di centrosinistra che, dopo cinque anni di forzato digiuno imposto dall'elezione di Alemanno, sperava di tornare a tessere le fila nei gangli di potere della Capitale. Ad inasprire il tutto i rapporti non più idilliaci tra il Governatore Zingaretti e il Sindaco Marino  che rendono al momento insanabile una frattura che rischia di portare il Comune di Roma al commissariamento.

LA GIUNTA ALIENA - Goffredo Bettini ci aveva visto lungo quando diede dell'alieno a Ignazio Marino. L'impronta che il sindaco chirurgo sta dando al suo mandato rappresenta decisamente una novità. Prendiamo il bilancio. Come il suo predecessore, Marino avrebbe potuto ragionare sulle spese dell'anno precedente e mettere in moto alcune idee ancora ferme. Invece no: bisogna trovare una soluzione definitiva e prima di trovarla nessuno può o deve avventurarsi in provvedimenti senza coperture certe. Duri sul bilancio, ma non solo. La macrostruttura di Atac? Resta quella precedente, anche se viziata da Parentopoli alemanniana. Acea? Si va alla guerra e pazienza se di mezzo c'è Caltagirone. E ancora, Ama? Andiamoci piano, non facciamo rivoluzioni. Per ora.

In sintesi una giunta seria. Finalmente, verrebbe da dire.

Peccato però che l'inevitabile vuoto venga riempito da continui annunci e promesse, smentiti poi sistematicamente dai fatti. Dalla gestione della vicenda metro C, alla nomina del comandante dei vigili, dalla gestione dell'emergenza rifiuti a quella abitativa, tante sono le dichiarazioni, poi corrette/smentite dai fatti, da parte del sindaco e dei suoi assessori.

LA MAGGIORANZA - In aiuto del sindaco non è di certo corsa la maggioranza consiliare. Sin dalla formazione della giunta i mal di pancia sono apparsi evidenti. Per accontentare gli 'appetiti' di tutti il sindaco ha dovuto rimangiarsi la promessa di avere un vice donna. Uno sgambetto ripagato con la presenza di assessori spesso lontani dalla visione dei democratici. Primo tra tutti l'assessore all'Urbanistica, o meglio alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo. Docente alla facoltà di Architettura di Roma Tre, critico verso l'amministrazione Alemanno ma ancor di più verso gli ultimi anni di Veltroni in merito alle politiche urbanistiche e dell'abitare, ha rappresentato fin da subito una figura di discontinuità rispetto al passato. Caldeggiato da Sel, non è un segreto che Caudo a gran parte dei democratici non sia mai andato giù. Addirittura nel corso di una seduta della commissione urbanistica, i consiglieri Pd hanno votato insieme al Pdl contro il parere del 'loro' stesso assessore per sbloccare una delibera avanzata dalla precedente giunta Alemanno.

ZINGARETTI MARINO, C'ERAVAMO TANTO AMATI - Gli echi dei conflitti in Campidoglio hanno rotto l'idillio tra il sindaco e Zingaretti, vero deus ex machina dei democratici romani. La frattura con la maggioranza appare assurda agli occhi del Governatore e alcune uscite del sindaco sono apparse improvvide. Su tutte la guerra di Acea e l'idea della guerra a Caltagirone. Anche la scelta di alcuni dirigenti non è piaciuta in Regione. Da qui la decisioni di smarcarsi sempre più spesso dalle sue mosse.

ATTACCHI MEDIATICI - E da qui gli attacchi mediatici di giornali vicini al centrosinistra.  Da inizio ottobre infatti il fuoco di Repubblica prima e quello del Corriere poi si sono uniti agli attacchi agostani de Il Messaggero . Se a via del Tritone a finire nel mirino è stata la pedonalizzazione, le cronache romane dei due principali quotidiani italiani hanno preso di mira lo staff di Marino e gli stipendi elargiti. Repubblica ha poi puntato il dito contro l'improduttività del sindaco stesso e della sua giunta, ospitando prima l'intervista di Coratti, con il suo 'attacco' per le poche delibere, e poi il raffronto con Alemanno dal quale il chirurgo di Genova usciva sconfitto per il numero provvedimenti prodotti. Ecco il vero miracolo di Marino: far rimpiangere al quotidiano di Ezio Mauro il tanto vituperato sindaco di centrodestra

L'ASSEMBLEA - Si arriva così alla non convocazione dei consigli. Coratti, e tutta la maggioranza, hanno deciso di fatto di mettere alla berlina il sindaco. Niente consiglio comunale perché la giunta non produce. Tutta colpa di Marino insomma. E' un inasprimento della guerra che fa capire come le due parti restino sulle proprie posizioni. In sostanza il sindaco non arretra e la maggioranza passa 'alle maniere forti'.

Si andrà avanti? Ambienti vicini al sindaco lo danno determinato a restare alieno, a non farsi intimorire dagli attacchi. Lo staff, compattato dagli attacchi personali subiti, per ora è con lui. La prova del bilancio però è determinante. All'orizzonte c'è infatti l'ipotesi commissariamento. Nessuno, sindaco, giunta e maggioranza, sembra averne paura. Chi si piegherà per primo?

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