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Addio a "Re Marco" Pannella che in 100 giorni trasformò Ostia in Pannellopoli

Cento giorni di intensa attività amministrativa che ha portato alla lotta all'abusivismo all'Infernetto e all'approvazione del nuovo regolamento che auspicava l'autonomia di Ostia

Giacinto Pannella, per tutti Marco, è morto oggi all'età di 86 anni. Una vita multicolore per uno che amava definirsi radicale, socialista, liberale, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano. Deputato e europarlamentare ma anche presidente del parlamentino di Ostia, quello che all'epoca era la XIII Circoscrizione.  

Era il 7 agosto 1992. Il municipio di Ostia, come oggi, era commissariato, quella volta per uno scandalo di tangenti. Ruspe, esercito, lotta all'abusivismo. Argomenti ricorrenti del Pannella presidente di Ostia e di stretta attualità nell'attuale momento di incertezza del litorale romano che, con 24 anni di distanza, ha "scoperto" le associazioni a delenquiere di stampo mafioso. 

Per salvare le sorti del municipio romano che si affaccia sul mare, nel 92, arrivò lo storico leader radicale che per soli 100 giorni portò avanti l'unica esperienza amministrativa della sua lunga carriera politica. Provvedimenti di efficaci e polso di ferro le sue armi. Il primo grande intervento di Pannella fu la lotta all'abusivismo edilizio dell'Infernetto

Fu il primo caso in Italia in cui si applicò l'articolo 4 della 47/85 sul condono edilizio accendendo durissime reazioni degli abusivi con tafferugli, cariche della polizia e denunce. La magistratura sospese le operazioni di abbattimento "per motivi di ordine pubblico".

Pannella rilanciò con l'utilizzo delle ruspe abbattendo gli immobili illegali e chiedendo addirittura l'intervento dell'esercito: "Non sto lottando contro gli abusivi, ma contro quelli che, con la scusa di difendere i manufatti in costruzione, dominano il territorio, dividono e terrorizzano la gente".

"Dietro questi presunti difensori dei più deboli c'è una selva di piccoli e medi costruttori che hanno accumulato grandi ricchezze in poco tempo. Non sta a noi, posto che lo volessimo, annullare queste situazioni. Ma combattere contro queste organizzazioni, questo sì", disse ancora.

Pannella era risoluto e lungimirante nella sua esperienza ad Ostia. "Re Marco" per la sua "Pannellopoli", aveva le idee chiare come si legge nell'archivio di Radio Radicale: "Sul litorale romano c'è una organizzazione malavitosa che ha il controllo del territorio e di cantiere selvaggio. Una forma di economia sviluppatasi anche grazie al comportamento omissivo della magistratura che non ha saputo adoperare l'arma della sanzione".

"Non ci fermeremo di fronte alle intimidazioni e alla violenza – dichiarò Pannella – Se la mafia dovesse impedire l'opera di demolizione dei manufatti chiederemo l'intervento del genio militare. Il territorio della Tredicesima circoscrizione è in alcune sue parti importanti occupato e controllato dalla mafia. Lo ripeto, da organizzazioni mafiose che hanno promosso e promuovono un nuovo micro-abusivismo di massa, cercando di legare a questo fenomeno, con la violenza, l'intero popolo degli abusivi. In questa Circoscrizione gran parte della popolazione è costituita da abusivi consolidati".

Parole che, rilette ora nel 2016, sono più che mai di attualità. Ma non c'era solo la lotta all'abusivismo edizilio. Pannella aveva un altro obiettivo, l'approvazione del nuovo regolamento circoscrizionale. Un nuovo statuto che riconosceva ad Ostia la semiautonomia. Una autonomia che però si concluse con un secco "no" nel referendum del 1999.

Raggiunti in meno di cento giorni gli obbiettivi principali, Re Marco abdicherà. La garanzia di una corretta amministrazione, secondo l'esponente radicale, sta "nella puntuale applicazione della legge". Ma basta la legge o serve un leader? Il caso di Pennellopoli fa credere che senza un eroe in campo è difficile trasformare l'opaca vita degli enti locali in una realtà diversa. 

Pannella, in fondo, nel giorno del suo insediamento a presidente della XIII Circoscrizione era stato chiaro: "Si fa a modo mio. Una circoscrizione che ha poteri più alti e più forti, è più facile che non diventi un luogo dove non si fa nulla, un soggetto passivo di pressioni esterne", disse.

"Di Marco Pannella, oltre le differenze culturali e politiche che ci caratterizzavano, personalmente ricordo l'esperienza vissuta nell'allora Consiglio della XIII Circoscrizione. Sembra, guardando all'oggi e alle miserie di questo ceto politico che sa e rappresenta sempre più il nulla e il vuoto che loro stessi hanno generato, passato un secolo. - ricorda Cesare Morra, consigliere del Prc all'epoca di "Pannellopoli" - Pensare a quei confronti e a quelle discussioni avvenute nel luogo di rappresentanza di un territorio, oggi fa ancor di più sentire il vuoto di senso di una "politica" che non è più, non solo in grado di rappresentare opzioni, idee, proposte, ma di essere, divenire, dare voce e ascolto alle istanze, ai bisogni e ai sogni di coloro che un territorio lo abitano e lo vivono".
 

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