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Emergenza casa, i movimenti 'assediano' il Campidoglio

Circa mille attivisti stanno manifestando fuori da Palazzo Senatorio. Al centro delle rivendicazioni: stop agli sfratti e ritiro della delibera sui residence

Blocco generalizzato degli sfratti e degli sgomberi e ritiro della delibera sui residence. Tornano a protestare i Movimenti per il diritto all'abitare romani che questo pomeriggio hanno invaso la piazza del Campidoglio. Circa mille persone tra cui anche tanti inquilini dei residence, senza casa, famiglie sotto sfratto. Tra gli striscioni: 'Marino l'emergenza casa non si fermerà finché risposta non ci sarà', 'La lotta per la casa non accetta i tuoi 700 euri, Roma si barrica' e 'La casa popolare è un diritto, sindaco non pagarci'.

Tra le urla e i cori degli attivisti, intenti a far sentire la loro voce fin dentro all'Aula Giulio Cesare dove nel pomeriggio si è svolta una seduta del Consiglio, un centinaio di attivisti è riuscito a superare le transenne messe dalle forze dell'ordine per impedire ai manifestanti di raggiungere l'entrata di Palazzo Senatorio e a salire sulle scale dell'entrata. “Vogliamo entrare” gridano gli attivisti che chiedono al sindaco Marino e ai consiglieri presenti che una delegazione venga ricevuta. La tensione è alle stelle e a difesa del Campidoglio si schiera la celere. Dopo circa mezz'ora, grazie anche all'intermediazione del consigliere di Sel Gianluca Peciola, a una delegazione di 30 persone viene permesso di entrare per un incontro con l'assessore alla Casa Daniele Ozzimo. Intanto la seduta del consiglio è stata sospesa "per motivi di ordine pubblico". Da quanto si apprende il vetro del portone esterno di accesso al Campidoglio è stato rotto durante i momenti di tensione con i manifestanti.

Al centro delle proteste anche la delibera di giunta approvata dal sindaco Marino negli scorsi giorni che prevede la chiusura dei Centri di assistenza abitativa, conosciuti come residence, in cambio di una buonuscita di 5 mila euro e di 700 euro al mese come buono per l'affitto. “Dopo tanti anni in attesa di una casa popolare, l'amministrazione non ci può liquidare con un bonus affitto che ci farà tornare morosi subito” denuncia un inquilino di una delle strutture romane avanzando diversi dubbi sull'operazione.

Dopo le mobilitazioni dell'estate scorsa e l'occupazione dell'Anci di martedì scorso, i Movimenti per il diritto all'abitare tornano a chiedere il conto al sindaco Marino che nel luglio scorso si era appellato al governo Letta per chiedere blocco degli sfratti a cui però non è stato dato seguito. E non è piaciuta ai Movimenti il piano per la legalità dalle istituzioni in Prefettura aperti alla possibilità di nuovi sgomberi: “Il diritto alla casa non è una questione di ordine pubblico e men che meno mediatico” si legge nell'appello che ha chiamato alla manifestazione.

“Fermare ulteriore consumo di suolo, abbandonare il regime delle compensazioni, difendere il patrimonio pubblico e tassare l'invenduto delle grandi proprietà, garantire un alloggio a chi non ce l'ha” chiedono i movimenti nell'appello. “Tutti temi che declinano una diversa legalità dove prevalgono i diritti e le necessità di chi colpito dalla crisi fa fatica ad arrivare a fine mese”.

Dura la reazione del sindaco Marino al termine di un incontro a Milano dedicato all'Expo 2015. "Ogni forma di violenza va severamente condannata e ogni forma di illegalità va severamente punita, Roma deve essere una città solidale, partendo dai più deboli, ma è inaccettabile ogni forma di violenza e di illegalità" ha affermato il primo cittadino senza entrare nel merito della questione sollevata dai manifestanti.

Sul fronte sfratti invece scendono in campo anche i parlamentari Pd. "Facendo seguito alla lettera dello scorso luglio inviata dal Sindaco di Roma al governo nella quale si chiede una sospensione degli sfratti i parlamentari romani del PD si sono fatti promotori di un'interpellanza urgente al Presidente del Consiglio, sottoscritta da oltre trenta deputati del Partito Democratico, al fine di sapere se il Governo intenda procedere ad una moratoria degli sfratti, per permettere a Roma Capitale di elaborare un piano di intervento capace di far fronte alla crescente emergenza abitativa" scrive in una nota il deputato ed ex conasigliere Umberto Marroni. Il motivo della decisione dei parlamentari risiede nel numero crescente di sfratti a cui si sommano "quelli determinati dagli enti che hanno avviato procedure di alienazione del patrimonio".

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