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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica San Giovanni / Viale Castrense

Viale Castrense, barricate contro la chiusura del residence: "A rischio 15 famiglie"

La struttura di via Caltagirone, nata come occupazione di Action nel 2003 e trasformata in Caat comunale nel 2005, doveva chiudere oggi. Spiegano gli attivisti: "Una parte degli ospiti, per l'amministrazione, non ha diritto all'assistenza"

Cassonetti bruciati, barricate e la tangenziale est chiusa per circa due ore. È scoppiato il caos attorno alla chiusura del Centro per l'assistenza alloggiativa, uno dei cosiddetti residence comunali, che si trova in via Caltagirone 6, all'angolo con viale Castense. Per oggi era prevista la chiusura della struttura, nata nell'ottobre del 2003 come occupazione di Action e poi trasformato il Caat nel 2005 dall'amministrazione comunale “che ha iniziato a versare l'affitto ai proprietari” spiegano da Action. “Questa mattina abbiamo protestato perchè secondo il comune di Roma non tutte le famiglie che vivono in questa struttura hanno diritto ad un nuovo alloggio. E anche quelle che hanno diritto in parte non sanno dove verranno portate, in parte sono state destinate a strutture inagibili” spiega Andrea Alzetta, ex consigliere comunale. “Noi siamo disponibili a uscire ma vogliamo che sia un processo concordato tra le parti e che a tutti venga garantita un'assistenza alloggiativa” aggiunge Giovanna Cavallo.

LA SITUAZIONE - Il contratto di locazione stipulato per la struttura aveva validità di sei anni, con decorrenza dal 1 ottobre 2005. Alla scadenza del contratto di locazione però, il 30 settembre 2011, non essendoci una sistemazione alternativa, l'amministrazione ha chiesto di differire la consegna dello stabile. Secondo un recente censimento, nel Caat abitano 54 nuclei familiari. Una parte di questi, circa 20 famiglie, ha già iniziato il trasferimento in altre strutture comunali anche se Action denuncia di aver riscontrato diverse difficoltà. Per l'amministrazione, non tutti però hanno diritto a continuare a ricevere l'assistenza alloggiativa. Per quindici di queste famiglie non è una questione di reddito ma di data del trasferimento: una data successiva al 30 settembre 2011, entro la quale il residence avrebbe dovuto chiudere. Per questo motivo per il dipartimento delle Politiche Abitative non risultano 'in regola'. 

LA REPLICA DEI MOVIMENTI - Per i movimenti, tutte le famiglie ospitate nel residence di via Caltagirone hanno diritto ad un'assistenza da parte del comune. I motivi sono contenuti in una lettera inviata da Action lo scorso 24 luglio al sindaco Ignazio Marino, all'assessore alle Politiche Abitative Francesca Danese, al prefetto di Roma Franco Gabrielli, e ai gruppi consiliari di Pd e Sel. Delle circa 50 famiglie che vivono nella struttura, “circa 15” ha ricevuto “dal dipartimento politiche abitative una intimazione a lasciare l'immobile in quanto non avente titolo a dimorarvi”. Per Action l'esclusione di una parte delle persone accolte dall'accoglienza è una “violazione”. Continua il documento: “La maggioranza di queste proviene dall'occupazione del Maestoso in via appia 416, censita e indicata nella delibera 124 all.3 (la delibera con cui si prevedeva l'assegnazione di alloggi popolari per un 25% a famiglie individuate nelle occupazioni 'censite' dal Comune, ndr)”. 

L'occupazione “è stata liberata il 10 dicembre 2011 dopo un accordo sottoscritto con la giunta precedente (quella di Gianni Alemanno, ndr). E ancora: “Tale accordo prevedeva il rilascio dell'immobile parte del Ex Cinema Maestoso con la destinazione per una parte delle famiglie nell'immobile CAAT di via Catagirone 6”. Infine “un'altra parte di queste famiglie è stata accolta in accordo con le istituzioni municipali, come da nota prot. n 15719 del 18 febbraio 2013, del municipio IX di roma capitale, in quanto in emergenza abitativa per la procedura di sfratto”.

TANGENZIALE CHIUSADopo il trasferimento 'lampo' delle 33 famiglie del residence di Pietralata, e la chiusura della struttura di via del Porrino, l'uscita dai residence comunali continua con questa giornata di caos. In viale Castrense, dopo le barricate e i cassonetti bruciati, la situazione è tornata alla normalità intorno alle 9.30. sul posto è accorsa la polizia, i vigili urbani che hanno predisposto la chiusura della tangenziale est nella direzione che va da Viale Castrense verso la Prenestina. Presenti anche i Vigili del Fuoco, intervenuti per spegnere i cassonetti incendiati e pulire la strada. Le famiglie sono rimaste barricate dentro al palazzo. 

L'INCONTRO - In tarda mattinata una delegazione di Action ha incontrato alcuni esponenti del dipartimento Politiche Abitative insieme alla vice capo di gabinetto Rossella Matarazzo. “L'incontro è andato bene” spiegano da Action al termine dell'incontro. “Si è aperto un dialogo per fare in modo di trovare una soluzione anche per le famiglie che il Comune riconosce come non aventi diritto. Famiglie che, ci è stato assicurato, potranno rimanere nel palazzo anche per il mese di agosto”. Concludono: “Abbiamo affrontato anche il nodo di quelle che verranno trasferite in altri residence concordando di comunicare tutte le difficoltà che abbiamo riscontrato”. Il residence di viale Castrense, infatti, si trova in una posizione centrale mentre la maggior parte delle altre strutture è collocata in zone periferiche della città. “La prossima settimana abbiamo fissato un nuovo incontro”. 

LA RABBIA DI MARINO - Il sindaco Ignazio Marino ha stigmatizzato quanto accaduto questa mattina con un video-messaggio. Il primo cittadino ha infatti ricordato l'insostenibilità dei costi sostenuti dall'amministrazione per i canoni dei residence ma ha puntato il dito contro le modalità di protesta: "Avere una casa è un diritto importantissimo, ma certe forme di protesta, come quella di questa mattina, durante cui sono state bloccate le strade e incendiati i cassonetti, sono inaccettabili. Questo non è protestare, questo è vandalismo".

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