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Un temporale e Roma è già sott'acqua. Ama: "Tombini non di nostra competenza" 

L'azienda risponde alle polemiche del Codacons, dopo il maltempo che venerdì ha colpito la città, ancora una volta in sofferenza tra allagamenti, traffico in tilt, alberi in strada

"Il piano foglie è partito già da agosto", con "34 squadre dedicate, suddivise in più turni, che svolgono attività aggiuntive di spazzamento, raccolta foglie e aghi di pino, da strade e marciapiedi". Il maltempo piega Roma, ma Ama si difende. E alla richiesta arrivata ieri dal Codacons di "inviare squadre di operatori in tutti i quartieri della città, con il compito di pulire tombini e caditoie e garantire il regolare deflusso dell'acqua piovana" ricorda che "non si tratta di compiti e servizi in capo all’azienda", rivendicando invece il proprio operato per "evitare l’accumulo di foglie e detriti sulla sede stradale". 

Le polemiche dopo la tempesta, quella che ancora una volta ha mostrato ai romani la scarsa efficienza di questa città. Qualche ora di pioggia battente e c'è chi si è ritrovato in strada a liberare i tombini ostruiti, chi fa i conti oggi con i garage invasi dalla melma, chi ha scampato il dramma alla pensilina di via Tiburtina, dove un albero è venuto giù colpendo quattro persone, rimaste ferite. 

Sottopassi bloccati per allagamento, rami in strada, traffico paralizzato, ritardi alla circolazione dei treni, difficoltà di accesso alla metro dalla stazione Termini. Un caos fin dalle prime ore della mattinata. Il solito copione che si ripete da anni, croce di ogni amministratore passato dal Campidoglio. Alemanno, Marino, Raggi, ognuno travolto dall'ironia del web con i rispettivi hashtag, #AleDanno, #sottoMarino, e ora anche #ammaRaggi, e Roma in sofferenza, con le sue strade colabrodo, i suoi tombini costantemente tappati, il verde non curato e i suoi alberi vecchi, troppi a rischio crollo. Solo ieri il maltempo ne ha fatti cadere 20 in poche ore. 

A lanciare l'allarme era stato lo stesso Pasquale Pelusi, direttore del dipartimento Ambiente, convocato in Commissione il 14 settembre scorso: il Servizio Giardini può contare su 160 uomini per 350mila alberi censiti in città e circa 20mila a fine vita, quindi a rischio crollo. Numeri impietosi che si sommano all'assenza di fondi per pianificare interventi strutturali tali da affrontare in tranquillità la stagione fredda in arrivo. All'orizzonte ci sono due bandi di gara, da far partire a fine novembre con fondi residui del Giubileo, da 6 milioni per le alberature, da 4 per lo sfalcio del verde orizzontale. Ma, dati i tempi burocratici per espletare le gare, gli effetti non si vedranno prima dell'estate. 


 

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