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Malagrotta è chiusa ma lascia una scomoda eredità: "Al Colari altri 78 milioni di euro"

A denunciarlo il consigliere radicale Riccardo Magi. Il consorzio di Cerroni ha chiesto più soldi per la gestione post mortem della discarica e l'Ama è stata condannata a versarli. Si attende l'esito del ricorso

Malagrotta è chiusa da ormai più di tre mesi ma la sua eredità potrebbe costare all'Ama, l'azienda municipalizzata incaricata della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti della Capitale, altri 78,3 milioni di euro. È questo quanto contenuto in un dossier pubblicato dal consigliere comunale Riccardo Magi sul sito 'Campidoglio senza filtri' all'interno della piattaforma Opencampidoglio. Tra i primi di una seria di dossier con cui i Radicali romani cercheranno di accendere un faro sulle numerose aziende partecipate e controllate dal Campidoglio. I 78,3 milioni di euro sono quanto l'azienda potrebbe ritrovarsi a dover 'risarcire' al consorzio Colari dell'avvocato Manlio Cerroni che ha presentato due richieste di arbitrato, di cui Ama dà conto nel bilancio del 2012, nei confronti di Ama per ottenere risarcimento rispetto alla irregolarità contrattuali, servizi extra resi e costi ulteriori sostenuti.

Una cifra non da poco per un'azienda indebitata per 1.793 milioni di euro, come si legge in un altro dossier pubblicato sullo stesso sito, finita al centro delle polemiche per le strade piene di immondizia nel corso del periodo natalizio culminate con le immagini dei maiali al 'pascolo' tra i sacchetti della spazzatura. “Ci hanno sempre raccontato che sversare i rifiuti come si faceva a Malagrotta conveniva” scrive il consigliere. Ma il possibile esito degli arbitrati potrebbe far lievitare il conto. I Radicali “per conoscere lo stato di avanzamento dei due arbitrati” hanno presentato un'interrogazione all'assessore all'Ambiente Estella Marino, alle prese proprio in questi giorni con la nomina dei vertici del nuovo cda.

Vediamo ora nel dettaglio i motivi che hanno spinto il consorzio che per più di trent'anni ha gestito la discarica di Malagrotta a chiedere un risarcimento alla municipalizzata capitolina. Il primo arbitrato viene notificato ad Ama il 19 novembre del 2012 “sottoponendo al vaglio del costituendo collegio arbitrale la questione relativa alla stipula ed ai contenuti di un nuovo contratto avente ad oggetto il conferimento ed il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nel territorio di Roma Capitale presso gli impianti di trattamento meccanico biologico denominati Malagrotta 1 e Malagrotta 2” si legge sul sito. In particolare Colari chiede ad Ama di conferire nei due impianti di trattamento una quantità minima 1.500 tonnellate di rifiuti al giorno dei due impianti di trattamento per una durata del contratto di almeno dieci anni. Una certezza per il consorzio dell'avvocato Cerroni 'orfano' della gestione della storica discarica. In alternativa, “l’integrazione delle stesse con clausole conformi alle disposizioni vigenti” continua l'interrogazione. Ama ha rigettato tutte le richieste del Colari. “In data 14 marzo 2013 sia AMA che COLARI hanno depositato le rispettive memorie autorizzate dal collegio arbitrale”.

Il secondo arbitrato (notificato l'11 maggio 2001), quello in cui il collegio arbitrale ha condannato al pagamento dei 78,3 milioni di euro l'Ama, che ha poi fatto ricorso alla Corte d'Appello riguarda invece proprio la gestione della discarica di Malagrotta. A costare all'azienda capitolina 76.391.533,29 'oltre interessi' è la gestione 'post mortem' della discarica della Valle Galeria. Una volta chiuso infatti un invaso deve essere seguito per diversi anni, anche per procedere alla sua completa copertura. La cifra andrebbe quindi ad aggiungersi a quanto Ama ha già versato al consorzio per la 'chiusura' dell'invaso. In questo caso Colari chiede ad Ama il risarcimento “a seguito del prolungamento da 10 a 30 anni del periodo post gestione in base alla normativa comunitaria, implementata in Italia”. Un altro milione di euro (1.133.115,49 per la precisione) corrisponde ai maggiori costi “sopportati in conseguenza dei conferimenti notturni conseguenti all’obbligata istituzione del turno lavorativo notturno”.

L'ultima parola non è ancora scritta, l'Ama ha impugnato il lodo arbitrale e il procedimento è stati iscritto in Corte d'Appello. Il consigliere Magi però vuole vederci chiaro e interroga così l'assessore all'Ambiente Estella Marino e quello al Bilancio Daniela Morgante se “per l’anno 2013 gli arbitrati in oggetto hanno avuto ulteriori sviluppi”. Una domanda rimane infatti in sospeso: “In caso di eventuali condanne come intenda l’Ama, e quindi Roma Capitale, reperire quelle risorse economiche necessarie al risarcimento dei danni nei confronti del Consorzio Colari”.

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